Giuseppe Ingardia




Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
"Tempura di lu Signuri" di Giuseppe Ingardia

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III Tempo - «Ciuri di San Giuseppi»
«Lu 'nmitu di San Giuseppi»


A Dattilo e a Fulgatore si svolge il tradizionale "'Nmitu di San Giuseppi", improntato come sempre a fede, religiosità e qualche nota pagana, ma che comunque a Dattilo come a Fulgatore ha ormai una importanza sicuramente non inferiore ai clamori sulle Cene di Salemi.
La festa di San Giuseppe è il saluto alla primavera e segna l'inizio delle feste patronali che finiranno in estate.
Si apre alla vigilia del 19 marzo con fiaccolate e vampate (vera gioia dei ragazzi) che intendono far lume a marzo e propiziare un buon raccolto.
E' usanza infatti, ancor oggi, in alcuni Comuni trapanesi, di spargere la cenere di questi fuochi sui terreni in modo che gli stessi diventino più fertili.
Ma molto prima del 19 marzo le famiglie regalbesine sono impegnate, guidate dalla maestria delle anziane nonnine, a preparare i pani di San Giuseppe nelle più svariate forme riferite alla civiltà contadina, agli animali, ai Santi ed a simbologie del Cuore di Gesù, della stella dei Magi, la mano o il bastone di San Giuseppe, ostensori vari.
Ma l'epicentro vero sono San Giuseppe, la Madonna, il Bambino (ed il banchetto conclusivo).
Si passa quindi al banchetto con 96 pietanze a Fulgatore e 120 a Dattilo (dati anno 1994).
A Dattilo in uno scenario naturale di circa 300 metri dalla Chiesa Madre alla piazza principale, al suono della banda composta da tanti ragazzi nel segno della continuità dei suonatori da banda musicale, il corteo si snoda festante seguendo la Sacra Famiglia che, dopo aver bussato invano ad alcune case in cerca di ospitalità, smarrito il Bambinello finalmente si ricompone sull'altare del banchetto conclusivo, in cui i Santi devono saggiare il gran numero di pietanze.
Il resto viene offerto agli spettatori che ricevono quindi i pani benedetti.
E non è mancato quest'anno, qualche nota di ilarità,: San Giuseppe ha posato più volte per la foto ricordo con bambini.
Una bambina era sorpresa che il Santo fosse vero e non una statua.
Una mamma ha chiesto se fosse un sacerdote, tanto era la sacralità dell'interpretazione dell'attore-Giuseppe.
Ed infine il colpo di scena finale.
All'ultimo minuto gli organizzatori hanno dovuto inventare un nuovo Gesù Bambino poiché il predestinato veniva colpito da un antipatico mal di stomaco con il quale non avrebbe potuto affrontare certamente le fatiche dell'assaggio obbligato delle 120 e passa pietanze.
A Fulgatore si è anche rinnovata la tradizionale recita di versi dialettali in onore del Santo e naturalmente i poeti puntualmente, oltre al momento celebrativo, hanno scantonato nel particolare momento socio-politico che è in evidente contrasto con la povertà proverbiale di San Giuseppe per il quale verdure e favi a 'maccu stridono enormemente con la civiltà consumistica.












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