Giuseppe Ingardia

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
"Tempura di lu Signuri" di Giuseppe Ingardia

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II Tempo - «Il Carnevale ieri e oggi»
«'A cuntrananza» (La contradanza)


E' un antichissimo ballo, in voga ancor oggi nelle serate in famiglia, in questi ultimi anni tornate più di moda. Detto anche "quatrigghia" (quadriglia). Viene ripetuto diverse volte nella stessa festa che, sistematicamente, fa in "cuntrananza" il suo gran finale. Ma non è fatta con tutti i crismi se non c'è un uomo, chiamato "capu sala", che la dirige appostato affianco ai suonatori e che "chiama" tutti i movimenti che le coppie devono eseguire.
Si dà quindi vita ad un andirivieni di avanti e indietro, di moine e scambi di dame, al ritmo di mazurcke celebri e di polke. Inizia con tutti i partecipanti che si tengono per mano formando un grande cerchio. Alla fine le donne si mettono al centro della sala da ballo. Gli uomini, in numero dispari, girano attorno e quando la musica smette, le dame scelgono in fretta il cavaliere e capita sempre che una dama o un uomo restano "al palo" non trovando con chi far coppia.


Versi dialettali di una "cuntrananza".
(del poeta Filippo Maiorana Salerno)

Omini e fimmini, amici cari
stu cadduzzeddu l'avemu a fari.
Un cadduzzeddu di contradanza
pisata giusta 'nta la balanza.
Manu manuzza, firriamu 'ntunnu
facemu un circu comu lu munnu.
Lestu lu passu, lestu e licchettu
cu la picciotta, tutti a braccettu.



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