Giuseppe Ingardia

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
"Tempura di lu Signuri" di Giuseppe Ingardia

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II Tempo - «Il Carnevale ieri e oggi»
«U ballu a chiovu» (Il ballo a chiodo)


E' un ballo chè è divenuto un po' il pezzo forte di tutti i gruppi folckloristici della provincia di Trapani ma che è parecchio diffuso anche nel vecchio quartiere "Civita" di Catania, nel modicano e in tanti altri paesini. Viene eseguito con chitarra battente, con la cornamusa oppure con il violino, ma anche scacciapensieri e cembali fanno al caso.
A Montevago, ancor oggi, si usa dire "abballari a chiovu" (ballare a chiodo). Anche questo ballo trae origine dal tradizionale "fistinu di matrimoniu" (festa di matrimonio).
Il ballo veniva aperto dallo sposo con la seguente pantomima: prendeva in una mano il berretto sfoggiando contemporaneamente una riverenza alla sposa a mo' di invito a ballare. E la sposa non se lo faceva ripetere una seconda volta felicissima di ballare con il suo appassionato consorte. Ad un certo punto lo sposo si metteva a sedere, mentre l'amata compiva un giro completo della sala da ballo alla fine del quale sceglieva un cavaliere invitandolo a ballare. Quindi gli altri partecipanti alla festa, imitavano scegliendo a seconda del sesso un cavaliere o una dama.
Nell'ericino questa danza veniva aperta e chiusa dagli sposi.
A Montevago se lo sposo desiderava che la sposa smettesse di ballare, estraeva un fazzoletto o un panno buttandoglielo sopra.










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