Ragioni di culto ed economiche spinsero la Confraternita del Preziosissimo Sangue di Cristo e di S. Michele Arcangelo ad associare nella processione
dei Misteri le Corporazioni artigiane.
Proponendosi di fare partecipare il maggior numero di persone per ottenere larghe adesioni e «ut misterium conducatur maiori reverentia»,
il sodalizio religioso non poteva non rivolgersi alle maestranze, che allora numerose operavano nel tessuto sociale ed erano molto influenti;
riguardo poi alle ragioni economiche, l'onere per l'uscita, la cura e l'abbellimento dei gruppi era divenuto insostenibile.
Leggendo i contratti di concessione, stipulati presso i notari del tempo, possiamo accertare che la Confraternita, senza perdere il diritto di proprietà,
affidò ai ceti i gruppi per uso esclusivo della processione, terminata la quale i maestri erano obbligati a riportarli e conservarli in chiesa.
Quando nel 1648 i consoli dei pescatori con «temerarietà grande» e «armata manu» fecero rientrare il gruppo nella loro chiesa di S. Maria delle Grazie,
anzicché nella chiesa della Confraternita (chiesa di S. Michele), intervennero le autorità religiose e civili, obbligandoli ad osservare i patti(14).
Con l'affidamento venne fatto obbligo alle maestranze di risarcire eventuali danni, di partecipare con un minimo numero di artigiani, di elargire una
elemosina in cera o in denaro, di rimborsare le spese nel caso di mancato adempimento, di curare ed abbellire il gruppo affidato a proprie spese.
Seguendo l'ordine dei gruppi, riportiamo le date degli atti di concessione e ne seguiamo le fasi costruttive.
(14) Doc. in carp. Processione dei Misteri, ACV.
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