I ceri, che servivano anche per l'illuminazione delle singole statue, sono stati soppiantati dalla luce elettrica, alimentata a mezzo di accumulatori.
Riguardo all'addobbo, al posto dei pochi fiori, prevalentemente rappresentati da violacciocche, fanno comparsa fastose e costose composizioni floreali.
La processione che prima si snodava per le antiche vie del centro storico dove trovava calore ed ambiente, si è estesa - nell'immediato dopoguerra -
nelle nuove zone cittadine, perdendo la sua originaria bellezza.
L'autorità ecclesiastica interviene ufficialmente alla cerimonia, che annualmente si svolge nelle prime ore della sera in una grande piazza della città,
e da qualche anno a questa parte si compiace accompagnare la statua dell'Addolorata, durante la processione assistita da una sacerdote, al momento del
rientro in chiesa.
Tutto ciò fa affiorare nella processione aspetti negativi e positivi, ma soprattutto fa irragionevolmente marcare l'innaturale aspetto laico, che l'ha
resa piú folcloristica che religiosa.
Organizzata negli anni '30 dall'O.N.D., la secolare sacra comparsa è stata curata - dopo il secondo conflitto mondiale - dal Comune, che, tramite
un'apposita Commissione, provvide anche a ricostruire i sei gruppi danneggiati dalla guerra; successivamente se ne prese cura l'E.P.T., che ha contribuito
a farle acquistare rinomanza nazionale.
In data 26 dicembre 1974, il vescovo Ricceri, che particolari premure ha rivolto alla processione, approvò le nuove norme-statuto della Confraternita
di S. Michele, che ha sede nella chiesa del Purgatorio, dove sono conservati i sacri gruppi. Ci si augura che il benemerito Sodalizio religioso,
ritornato ad organizzare la secolare processione, assicuri alla manifestazione sacra continuità ed ordine, bene operando per riportarla all'antica bellezza,
che cittadini e forestieri auspicano e lo spirito della fede attende.
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