Mario Serraino

La copertina del libro LA CASAZZA MAGNA

Ringrazio
Beppino Tartaro
webmaster del sito
processionemisteritp
per avermi fatto conoscere il libro
e avermi dato
la possibilità
di pubblicarlo






Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
LA PROCESSIONE DEI MISTERI
"LA CASAZA MAGNA"
di Mario Serraino

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LA RAPPRESENTAZIONE ATTRAVERSO I SECOLI

E dappoiché l'unione comportava l'adozione di un nuovo vestimento, si dispose «quod confratres tam dicte Societatis Pretiosissimi Sanguinis Christi ac misteriorum eiusdem ac etiam Sancti Michaelis Archangeli in una reducte» indossassero nelle cerimonie ufficiali un sacco di tela colore rosso con mantello di lana bianco e visiera bianca(5).
A sollecitare l'unione formale delle due Confraternite, che assunsero la denominazione ufficiale di: «Venerabilis et devota Societas Pretiosissimi Sanguinis Christi et sancti Michaelis Archangeli», contribuì l'esercizio della comune attività sociale e la scarsa recettività dell'angusta chiesa di S. Spirito, per cui i confrati del Sangue di Cristo - onde potere convenientemente conservare i gruppi dei Misteri, che di anno in anno aumentavano di numero - furono costretti nel 1622 a trasferirsi nella chiesa di S. Michele(6).
La chiesa di S. Michele era stata eretta a spese della omonima Confraternita nell'ex area del Consolato francese e la sua costruzione, a forma rotonda, era stata completata nella seconda metà del XV secolo(7).
Ritornati nel luogo originario, i confrati, in previsione anche che altri gruppi si sarebbero costruiti per completare la serie della Passione, pensarono di fabbricare il nuovo oratorio retrostante alla chiesa di S. Michele, anch'esso di forma rotonda. E detto progetto si realizzò nella prima metà del XVIII secolo, allorché si convenne col rettore del Collegio gesuitico di potere usufruire del cortile, comune alla chiesa di S. Michele ed ai locali della scuola(8).
Per costruire la nuova chiesa, la Confraternita vendette ed ipotecò buona parte dei suoi beni immobili(9); la costruzione fu ultimata dopo il 1750 dato che fino al 1749 abbiamo incontrato impegni di spesa per l'acquisto di materiali(10). Mentre fervevano i lavori dell'erigendo oratorio, la Confraternita provvide a restaurare nel 1717 il tetto dell'antica chiesa, che era in parte crollato per vetustà e minacciava tutto il fabbricato nonché il vicino monastero di S. Elisabetta.

(5)  Atto 9 gennaio 1649: notaio Vito Gallo. ACV (all. II).
(6)  Doc. 16 settembre 1622: Reg. Curia For., ACV.
(7)  Atto 6 ottobre 1461: notaio Giovanni Forziano, AST.
(8)  Atto 17 luglio 1712: notaio Matteo Di Blasi, AST (all. III).
(9)  Atto 20 aprile 1727: notaio Giovanni Stabile, AST (all. IV).
(10)  Atto 23 febbraio 1749: notaio Giovanni Stabile. AST.



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