COMPONENTI DELLA GIURIA
Anna Burdua
Presidente
Direttrice Biblioteca di Erice
Gino Adamo
Poeta
Alberto Criscenti
Poeta
Mattia Cavasino Badalucco
Poetessa
Giuseppe Ingardia
Giornalista pubblicista, cultore di tradizioni popolari, lingua e poesia siciliana
Vito Lumia
Poeta e studioso della lingua siciliana
Beatrice Torrente
Poetessa
Finito di Stampare dalla Tipografia GENNA Settembre 2008
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III classificata (sezione lingua italiana)
NELL'ECO DELLE STELLE
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È già notte e gli uccelli s'accucciano stanchi
il vento sa di brezze fredde
i miei occhi sono già lontani
oltre questo tempo già passato
petalo dopo petalo si spoglia l'ultima rosa
rimane il respiro delle rocce
che il tempo non scalfisce
l'ugola del fiume che batte sul greto
la malinconia di un verso triste
vomero che apre solchi al pianto
lungo un sentiero incerto
dove un pozzo antico zampilla acqua
improvviso ritrovarsi nell'attimo fuggente
e le ferite ricamano un libro senza parole
e la notte ti dondola beffarda
e il silenzio ti parla di un passato
che non ritorna
lì nel solco delle tue memorie
dove stanchi affondano ricordi
dove stelle cadenti filtrano luce
e rinnovano amore
solo lì
nel giardino dell'usignolo
la mia pena si placa nella tua pena
e la sofferenza si smarrisce
nell'eco delle stelle.
Maria Rita Crifasi
Partanna (TP)
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Motivazione della giuria
La poetessa apre la poesia con una contemplazione della natura che diventa “canovaccio” e metafora di uno stato d'animo.
Il suo sentire si incastra in modo magistrale con le scene che ne descrivono e ne sottolineano il peso poetico. “E' già notte e gli uccelli s'accucciano stanchi/Il vento sa di brezze fredde/ I miei occhi sono già lontani/ Oltre questo tempo già passato…”
Una poesia dal taglio intimista, ove il senso poetico trova riscontro e sostegno in immagini tratte dalla realtà che ci circonda, e queste diventano per la poetessa occasioni di espressione del suo sentire più accorato. “…Rimane il respiro delle rocce/ che il tempo non scalfisce/ l'ugola del fiume che batte sul greto/ la malinconia di un verso triste.”
I ricordi si accalcano, il passato non torna, di lui resta solo la nostalgia che il silenzio acuisce.
E lì, nella dimensione delle memorie che furono, la pena si placa alla luce di stelle cadenti che rinnovano amore. “Solo lì/ nel giardino dell'usignolo/ la mia pena si placa nella tua pena/ e la sofferenza si smarrisce nell'eco delle stelle”.
Per la giuria: Beatrice Torrente
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