Fra questi contadini ed artigiani, spiccava in modo particolare, per intelligenza e capacità, una famiglia di origine palermitana,
Spadola, del quartiere "La Noce", trasferitasi a Paceco, ai primi dell'ottocento, con Salvatore (1795-1867), giardiniere al servizio
del Marchese di Torrearsa ed avo del cooperatore Giacomo (1868-1941), primo maestro e guida dei giovani socialisti pacecoti. È in questo
clima ideologico, tra uno sciopero di contadini e le animate discussioni nelle botteghe artigiane, che crescono gli interessi
culturali ed umani di giovani come Pietro Grammatico (1885-1967), Diego Curatolo (18761960), Pietro Paesano (1889-1971), Alberto
Barbata (1881-1932), Sebastiano Basiricò (1878-1970), Antonino Scuderi (1886-1922) e tanti altri.
Tav. 3 Antonina Favara
Nino, come tutti gli altri, amava leggere e ricercava, con passione ed interesse, tutto quanto era carta stampata. In quei primi anni
del secolo, Nino Scuderi, «in vista dei primi opuscoli e giornali che per la prima volta facevano la loro comparsa anche nelle campagne,
si aprì la via alla lettura di tutto ciò che interessava la vita dei suoi compagni di idee e di lavoro». Il suo intelletto sveglio ed il
suo animo generoso ben presto lo fecero schierare sempre dalla parte dei deboli, dei diseredati, dei poveri, abbracciando spontaneamente
le idee socialiste, collocandosi in prima linea nell'organizzazione sindacale e politica della classe lavoratrice. Nelle cariche ricoperte di segretario della
Lega dei Contadini e della Sezione Socialista, fu sempre, a Dattilo o a Paceco, il primo in tutte le manifestazioni, attirandosi subito la
«simpatia costante di tutti i lavoratori»(7).
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(7) B.C.P. - Fondo "Sen. P. Grammatico" - Carp. 6/3 - Doc. cit.
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