Il ciel si fa grigio,
la terra ribolle,
silenzio in campagna,
ingialliscon le foglie.
Rugiada sui pini
tramonti d’incanto
l’ulivo dà il frutto,
già fuori è il manto.
Di nuovo sui prati
ritorna il pastore
lontan s’odono i botti
del vil cacciatore.
Partita la rondine,
a scuola i bambini,
rimane l’estate
sui loro visini.
Campana che suona
col vespero bruno
presto la sera
rincasa già ognuno.
Fior di giaggiolo,
odor di castagne,
si veston di nebbia
le alte montagne.
E col San Martino
il vino è già in botte,
chi naviga va
con la paura di morte.
S’accorciano i giorni,
il sol va a mancare,
l’inverno è alle porte
e vicino è il Natale.
Prepara la legna
il caro nonnino
per fare calore
nel suo camino.
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