Quell’angelo che in terra ti portò
dimenticò di darti qualcosa
ed io come una mamma amorosa
con tenerezza ti stringevo al cuor.
Scoppiò la guerra, tu eri ancor piccina:
ricordo come or quei tempi tristi,
papà soldato per noi tanto penava
mandava baci a me, alla sua macisti.
Come farfalla svolazzavi sui prati
sfiorando quel verde di speranza;
in mezzo a papaveri e frumento
spiccava ancor di più la tua bellezza
lasciando profumo di spensieratezza.
Eri giovinetta quando andasti sposa
e mettesti al mondo un bel bimbo biondo
come te con le carni rosa
e mentre al tuo piccino cantavi la vò
presto una seconda ne arrivò.
Ma un brutto giorno venne un temporale
e quel bel tuo giardino ha devastato;
nonostante tutto...
hai raccolto anche il terzo frutto.
Quella tempesta durò quasi vent’anni
staccando dalla terra te bel fiore,
che come tutte le cose va a marcire.
Spero che il seme tuo germogli
per ritornar ancora a rifiorire.
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