a cura
dei Comitati popolari
del Comitato antileva
ricostruzione sviluppo
e del Centro studi
iniziative Valle Belice




Copyright 1970
EDIZIONE DELLA LIBRERIA Milano



Ringrazio personalmente
Vito Accardo
per avermi dato l'opportunità di avermi fatto pubblicare questo pezzo di storia.







Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
BELICE - Lo Stato fuorilegge

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La diga del Belice e il giudizio popolare di Roccamena

Fissare in regole, in tecniche precise il lavoro e l'impegno per lo sviluppo dell'uomo diventa facilmente impedimento allo sviluppo. E' interessato a realizzare queste cristallizzazioni e relative burocratizzazioni chi è in posizione di' dominio {vedi la chiesa nei secoli il fascismo, lo stalinismo e tutti i padroni grandi e piccoli della terra). Facilmente chi innova è considerato "eretico," traditore da colpire...
Sclerotizzare in regole e tecniche, in riti e comandamenti rinforza il dominio dell'intelligenza esterna e impedisce il libero sviluppo dell'intelligenza e creatività interna: quindi è violenza.
Perche, per affermare una conquista popolare occorre anche regolamentarla affinché diventi pratica quotidiana della collettività. Il problema è a chi sono necessarie, che fa le regole, chi è interessato a rispettarle e a farle rispettare.
Il pericolo è che le regole, per coloro che sono interessati a estenderle e applicarle, diventino verità eterna, strumento di dominio o comoda prigione. Pur procedendo verso una qualche forma di tecnicizzazione, dobbiamo promuovere in ogni uomo, in ogni gruppo, la spinta a vivere in ogni momento e luogo secondo necessità e persuasione e non secondo le regole. Se no si può facilmente diventare assassini per commissione dell'intelligenza esterna, servendosi della violenza aperta, della violenza brutalmente sottile (fame, sfruttamento, emigrazione, spreco di uomini e risorse) avallata da burocrati e tecnici che si appellano ai regolamenti, alle leggi dei loro padroni, ogni volta che sono chiamati in causa.
Che una popolazione si sollevi, anche per aprire gli occhi a tecnici, burocrati e politici sulla loro opera devastatrice, è indispensabile.

40 anni di scaricabarile
1929 Costituzione del consorzio di bonifica alto e medio Belice, col programma di costruire la diga.
1932-1933 Sondaggi in contrada Bruca.
1933-1940 Progetto pronto da parte del consorzio, ma la guerra blocca tutto.
1946 Le opere di irrigazione in Sicilia passano per legge all'ERAS.
1949 Il consorzio redige un piano per la zona che prevede in l0 anni la spesa di 42.600 milioni. La prima opera in programma è la diga.
1955 Settembre. L'ERAS appronta un progetto di massima per incarico della cassa del mezzogiorno.
1956 Il settembre. I! consiglio superiore dei lavori pubblici respinge il progetto.
1957 27 giugno. Il consiglio superiore respinge un secondo progetto.
1958 L'ERAS invia alla cassa un terzo progetto che viene approvato.
1961 28 luglio. I! consiglio superiore richiede un nuovo progetto.
1962 29 aprile. Convegno per lo sviluppo a Roccamena. Secondo l'ing. San toro, dell'ERAS i lavori per la diga se non verranno ostacolati dal consiglio superiore dei lavori pubblici potranno iniziare nell'aprile '63. L'ing. Indovina conferma: "Entro un anno l'appalto sarà dato." I responsabili del consorzio di bonifica: "Abbiamo le somme per le canalizzazioni da spendere però entro il '65." Il convegno propone alla cassa di assumersi direttamente progettazione dei lavori ed esecuzione. L'ERAS comunica: "Il progetto definitivo è stato inoltrato alla cassa il 6-7-62. Si è in attesa dell'autorizzazione del progetto esecutivo.
Settembre. La cassa assicura l'interessamento di Pastore.
1963 7 maggio. Incontro all'ERAS con Michele Pantaleone, vicecommissario. Apprendiamo che ci vogliono ancora 8 mesi per le pratiche, che si sta facendo la progettazione esecutiva dei primi stralci, che i lavori inizieranno entro un anno. 25 luglio. La cassa manda il progetto ERAS al ministero dei LL.PP.
15 settembre. I roccamenesi scrivono a Pastore che il 4 ottobre risponde:
1) i fondi destinati alla diga non sono stati stornati,
2) il progetto ERAS è attualmente al consiglio superiore dei LL.PP.
11 ottobre. Il consiglio superiore avanza perplessità di ordine tecnico.
2 novembre. 200 roccamenesi digiunano in piazza.
3 novembre. L'intera popolazione di Roccamena con delegazioni da tutta la zona marciano sul luogo della diga. Fasino, assessore regionale all'agricoltura annuncia "Entro un anno saranno iniziati i lavori."
4 novembre. Arrivano in paese 2 tecnici del ministero LL.PP. a confermare che entro un anno saranno appaltati i lavori.
1964 Gennaio. Tecnici dei LL.PP., dell'ERAS e della cassa eseguono un sopralluogo; mentre al municipio l'ing. Rinaldi assicura che "col nuovo ministro socialista ai LL.PP., entro non più di un anno, a Bruca o altrove, si inizieranno i lavori."
Marzo. In un incontro col ministro Pieraccini e con l'ing. Rinaldi, una delegazione si sente dire che "Bisogna fare la diga a Garcia e non a Bruca, invaserebbe così una maggiore quantità d'acqua."
1965 Il consorzio si mette in moto per prendere in mano progettazione e esecuzione della diga. Dal 7 al 14 marzo il Belice si mette in lutto. La cassa affida al consorzio i sondaggi a Garcia o Dal 7 al l0 la strada centrale di Roccamena viene bloccata, il 12 sindaci e comitati cittadini incontrano parlamentari che promettono il loro interessamento, il 13 la delegazione del Belice ? ricevuta dalla cassa (Caceace, Colombo, Gambino e Mario D'Erme.) Tra sondaggi, progetti e istruttorie occorrono 27 mesi, dicono.
Luglio. Con tre mesi di ritardo cominciano i sondaggi.
12 dicembre. A un convegno a Sambuca di Sicilia arriva un telegramma firmato "Coscia, direttore generale Casmez." Dice: "Sondaggi eseguiti hanno accertato possibilità scelta due sezioni." Il commissario del consorzio dice: "Occorrono altri 15 milioni per le indagini per scegliere definitivamente dove costruire."
1966 In giugno e luglio "Pianificazione Siciliana" documenta i ritardi e viene inviata ai responsabili.
7 novembre. "Gli studi, i sondaggi e le ricerche esigono tempo, calma e serenità," comunica il dotto Colombo, della cassa.
1967 Gennaio. Si preparano nella valle nuove pressioni.
15 febbraio. La cassa finanzia altre indagini geognostiche.
Dal 5 al 12 marzo. Marcia per la Sicilia occidentale da Partanna a Palermo.
In aprile. Fasino "definizione del progetto entro dicembre '67." Pastore desidera essere informato sulle remo re che si frappongono alla realizzazione della diga." Per Mancini, assente, gli ing. Franco, Miliardi e Pirozzi: "Rapido espletamento pratiche relative alla diga di competenza del ministero LL.PP." Uffici tecnici della cassa: sondaggi positivi, i progetti di massima saranno completati entro il '67, quelli definitivi entro il '68."
26 aprile. Il ministro Pastore viene informato circa i sospetti della popolazione, che a ritardare la diga sia un grosso capomafia che sta acquistando terreni nella zona dell'invaso.
2 agosto. Pastore scrive: "Si è in fase di progettazione di massima."
29 agosto. Filippo Fiorino, commissario del consorzio, scrive: "L'appalto delle indagini suppletive si darà nella prima decade di settembre."
Novembre. Dalla zona partono decine di lettere ogni settimana a Pastore, Mancini, allo assessorato regionale all'agricoltura e al consorzio.
Dicembre. Il nuovo assessore regionale all'agricoltura Sardo scrive: "Il consorzio sta appaltando le indagini geognostiche integrative."
23 dicembre. Il comitato dei ministri per il mezzogiorno scrive di essere "interessato per le giuste istanze delle popolazioni locali" e che "si tiene in contatto con i competenti uffici."
1968 15 gennaio. Il terremoto. Le dighe Dato e Barbo non subiscono danni, le case in "pietre e staio" vanno in terra.
22 gennaio. Il presidente del consiglio superiore dei LL.PP. scrive: "La progettazione è a buon punto, la cassa segue il progetto con attenzione."
1.500 terremotati a Roma davanti al parlamento. Il ministro Mancini assicura il suo impegno per la diga. Ma nel testo della legge per la zona terremotata la diga non è nominata. dal 15 settembre si proclamano 50 giornate di pressione. A Montevago due scritte sulle rovine dicono: "Si è assassini anche lasciando marcire nei cassetti i progetti."
27 settembre. Una delegazione del Belice incontra Leone e Colombo presso la cassa per il mezzogiorno. "Le indagini suppletive" sono positive. Entro ottobre avremo la relazione tecnica. Sono in corso indagini geotecniche per reperire i materiali. Entro dicembre saranno finite. Poi ci vorrà un anno per il progetto di massima, se il consiglio superiore lo approva ci vorrà ancora un anno per il progetto esecutivo."
29 settembre. Marcia a Partanna. "In galera i responsabili dei ritardi della diga sul Belice" dicono cartelli, muri e striscioni.
8 ottobre. I roccamenesi decidono di processare i responsabili.
Mille roccamenesi al presidente della repubblica Saragat (10-10-1968)
"L'acqua per il sud è vita," lei ci scrisse nel novembre '63 quando in massa abbiamo digiunato e marciato per la diga del Belice. Da allora abbiamo avuto solo promesse non mantenute. Abbiamo discusso le possibilità di sviluppo con gli altri paesi del Belice. Abbiamo ancora marciato e pressato senza violenza, ma la diga ancora non c'è.
E' arrivato il terremoto, siamo stati in 1.500 a Roma e in 15.000 a Palermo. Fanno leggi, stanziano -somme, tutto resta sulla carta. A Roccamena, le strade che portano agli altri paesi sono intransitabili. Siamo rimasti fuori dal mondo.
Per 600 famiglie terremotate solo 120 baracche sono state costruite e siamo costretti a dormire nelle nostre strade spaccate. Dal cimitero sventrato i morti escono letteralmente dalle tombe. L'acqua potabile quando arriva è per 30 minuti ogni 24 ore. L'emigrazione sta spopolando il paese.
Tutto questo è assassinio.
Abbiamo costruito in tutto il mondo: ora vogliamo costruire un mondo nuovo nella nostra terra, con la nostra intelligenza, con il nostro lavoro.
Chi ci ostacola è un assassino. Non chiediamo elemosine.
Vogliamo costruire le nostre case e le nostre dighe creare industrie, strade, boschi avere scuole e ospedali per tutti valorizzare i nostri prodotti vivere da uomini liberi.
Chi ce lo impedisce è assassino.
Non vogliamo passaporti per le città estere.
Nella nostra zona possiamo e vogliamo fare una città.
Chi ce lo impedisce è assassino.
Strade, acqua, luce nelle campagne.
Ricostruzione e sviluppo senza mafia.
Terra irrigata a chi la lavora.
Chi ce lo impedisce è assassino.
Chi ci ostacola chi impedisce lo sviluppo della nostra vita:
1) Ministri, assessori, presidenti di enti pubblici, uomini politici,
- quando se ne infischiano
- quando sono ignoranti
- quando sono mafiosi
- quando fanno a scarica-barile
- quando sono vigliacchi
- quando non mantengono gli impegni
- quando coltivano clientele
- quando sono corrotti e corruttori
- quando tengono il popolo nell'ignoranza
- quando non ascoltano la parola del popolo
- quando rubano il potere al popolo.
2) I tecnici, gli esperti e i burocrati
- quando si asserviscono ai potenti
- quando si lasciano corrompere
- quando sono complici
- quando non informano. il popolo dei delitti del governo
- quando cercano il prestigio
- quando non lavorano in continuo contatto con la popolazione.
3) Tutti quelli che sanno
- quando fingono di non sapere
- quando fanno i "fatti propri"
- quando diventano galoppini - quando strisciano ai piedi dei ricchi.
Non esiste una magistratura per giudicare le colpe del governo.
Nei giorni 21, 22, e 23 ottobre la popolazione di Roccamena si costituirà in assemblea per giudicare i responsabili in base ai documenti e alle testimonianze in suo possesso.
Firmato: 1.000 roccamenesi.

Il giudizio del popolo
Per le dighe

1) L'ex ministro Pastore e i suoi collaboratori Mario D'Erme, Carlo Colombo, Giulio Leone, Gabriele Pescatore, Coscia, Saraceno, Rossini, hanno tenuto fermo il progetto della diga sul Belice sinistro presso la cassa del mezzogiorno:
- nel '56 per 6 mesi
- dal '58 al '61 per 40 mesi
- dal luglio '62 a quello '63 per 12 mesi
- dall'aprile '64 al marzo '65 per 11 mesi
- dal maggio '66 al gennaio '68 per 20 mesi (89 mesi di giacenza nei cassetti)
2) Cajati, ministro della cassa per il mezzogiorno, non ha mosso un dito e non ha mal risposto alle nostre lettere.
3) Angelo Ganazzoli, presidente ESA, Eros cuzzari) e Salvo Lima, ex commissari ERAS, San toro, direttore generale ESA
- si sono fatti bocciare 4 progetti consecutivi dal consiglio superiore dei LL.PP. dimostrando incapacità tecnica e impotenza politica agli effetti della costruzione delle dighe hanno sprecato 16 anni, dal '48 al '64, col multato che la progettazione è stata affidata a un altro ente, che ha dovuto ricominciare da capo.
4) Pieraccini e Mancini, ex ministri dei LL.PP., Natali ministro LL.PP., i componenti del consiglio superiore dei LL.PP. Rinaldi, Pirozzi, Di Gioia e Franco: - hanno sprecato l0 anni per capire che l'invaso doveva essere spostato dalla località Bruca a quella Garcia ci hanno presi in giro.
5) Filippo Fiorino, commissario del consorzio di bonifica dell'alto e medio Belice, Conti, direttore generale: hanno contribuito a bloccare il progetto dal maggio '66 al gennaio '68; non sono stati capaci di trovare. finanziamento per proseguire, le indagini geotecniche mantengono in piedi una struttura fascista quale Il consorzio, per di più gestita da commissari "straordinari."
6) Fasino, ex assessore regionale per l'agricoltura e foreste:
- non ha mantenuto l'impegno preso il 3-11-63 di ultimare Il progetto di' massima entro novembre '64
- non ha mantenuto il nuovo impegno preso in seguito alla. marcia per la Sicilia Occidentale (marzo 67) di definire Il progetto di massima entro l'anno.
7) Modesto Sardo, assessore regionale all'agricoltura, non ha preso iniziative, mostrando disinteresse.
8) Coniglio, ex presidente e Carollo, presidente della regione:
- non hanno mai risposto alle nostre lettere e proposte di incontri
- Carollo ha lasciato che la gente del Belice fosse aggredita dalla polizia il 9-8·'68 a Palermo davanti all'assemblea regionale.

Le persone suindicate sono riconosciute colpevoli:
- di avere buttato e di continuare a buttare a mare consapevolmente 17 miliardi l'anno (in 18 anni, 136 miliardi)
- di avere impedito che 170.000 persone passassero da un livello subumano a un livello umano di lavoro e prospettiva
- di aver reso insopportabile la vita a 20.000 famiglie spezzandole con l'emigrazione.

Le persone suindicate sono condannate:
- al licenziamento immediato dalla loro carica o ufficio
- a venire qui a contendere con i lavoratori di Roccamena un misero e precario lavoro.

Giudizio globale
1) La popolazione di Roccamena e della Sicilia Occidentale è vittima della violenza e dell'assassinio perpetrati giorno per giorno da ministri, assessori e responsabili di enti pubblici, cani da guardia di una società in cui domina il profitto di pochi.
2) Tale assassinio trova complici burocrati, esperti e tecnici, anche loro cani da guardia e parassiti.
3) Le giustificazioni che adducono a loro discarico sono inconsistenti e contraddittorie i politici accusano i tecnici, i tecnici accusano i politici, i burocrati se la rifanno con ambedue, ogni ente scarica su un altro la propria responsabilità.
4) Le condanne emesse contro il popolo sono sempre pesantemente eseguite, le condanne emesse dal popolo non hanno ancora strumenti di attuazione.
5) All'assassinio non rispondiamo con l'assassinio. Non possiamo per? rispondere con pazienza e rassegnazione: risponderemo con l'organizzazione e l'azione popolare sempre più dura.
Il presente giudizio popolare è stato elaborato dalla assemblea di Roccamena, radunata ininterrottamente nella piazza del paese, nei giorni 21 e 22 ottobre '68, e stato convalidato dalle delegazioni degli altri paesi a conclusione della marcia a Capparrini il 23 ottobre.


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