Sulla Ciesa di VITA: DON GIUSEPPE MARCHELLO, Arciprete
Gradatamente che questa terra di Vita si andava popolando, costruito il palazzo baronale e le abitazioni per i primi residenti, il Barone don Vito Sicomo volle provvedere all’edificazione della prima chiesa di questa sua terra. Sarà una cappella di Palazzo, dedicata a San Vito martire, patrono di questa terra, in cui officerà un cappellano da lui scelto: il sac. Giacomo Quaglino. Ivi sarà amministrato il primo battesimo il 16 dicembre 1612. Ben presto il Barone manifestò la volontà di costruire una chiesa più ampia che sarebbe state destinata a Matrice di questa sua terra. Nel frattempo si preoccupava di chiamare a Vita un ordine monastico per meglio servire alle necessità spirituali dei suoi villici e provvide alla costruzione di un convento. Nel 1619 si ha già notizia della fondazione del convento dedicato a Nostra Signora della Concezione affidato alla cura dei Frati Minori Conventuali dell’ordine di San Francesco d’Assisi. La nuova Chiesa Madre verrà costruita, per volontà dei baroni di questa terra, molto tempo più tardi; iniziati i lavori nella prima metà del 1700 verra benedetta il 26 febbraio 1774. Oggi possiamo solo fare memoria di questo: gli eventi dopo il terremoto del 1968 determineranno il suo abbattimento, poiché si sperava ad una rapida ricostruzione di un nuovo edificio. Al suo posto venne edificato un prefabbricato baracca che funzionerà fino al 1999. Il popolo di Vita però pur avendo perduto l’edificio materiale ha cercato di mantenere saldo quello spirituale. La fede di questo popolo non ha subito distruzione ma quale edificio spirituale costruito sulla roccia ha lavorato per mantenere vive le tradizioni dei propri padri. Nella loro fede semplice e fervorosa i vitesi continuano a riservare particolare omaggio di amore verso Geù Crocifisso e la Beata Vergine (nei suoi titoli di Immacolata e di Tagliavia) e allo stesso tempo speciale devozione vengono a esprimere al Santo patrono San Vito martire, a San Giuseppe (in onore del quale vengono allestiti spettacolari altari di pane intagliato), a San Francesco da Paola, ai Santi Cosma e Damiano, a Sant’Antonio da Padova e Santa Lucia.
Don Giuseppe Marchello,
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