Il numero 169 di Lumie di Sicilia – dicembre 2022
La ricorrenza del Natale è oggetto della copertina e di alcuni versi di Maria Nivea Zagarella a pagina 7.
Col sommario, a pagina 2, tre foto di Emanuela Orbosuè.
A pagina 3/4 condivido con Giovanni Vultaggio un suo ritorno ai luoghi della giovinezza e il richiamo alla figura di Saverio Minucci, indimenticato maestro ed educatore nel triste periodo fascista.
Anche in questo numero non mancano le recensioni:
Maria Nivea Zagarella entra (5/7) con passo disinvolto e deciso nello scivoloso mondo di Domenico Tempio, considerato il maggiore poeta riformatore siciliano, conosciuto e apprezzato dai contemporanei, ma presto censurato e bollato come poeta pornografico, prendendo spunto solo da una parte dei suoi componimenti. Ne prende in esame due ditirambi: un gioco divertito e beffardo della Verità che trova esiti più o meno convincenti, più o meno caustici.
Marco Scalabrino ripercorre (13/15) con un’approfondita disamina il percorso francescano di Alessio Di Giovanni; egli modella il suo ideale di fede e di poesia, sublimando l’angoscia esistenziale con l’amore-passione per l’Arte, vissuta e patita come un calvario-martorio
Gaspare Agnello dedica un ricordo (16) a Pino Di Silvestro, incisore, pittore, fotografo, scrittore e raffinato germanista.”…Probabilmente era l’ultimo artista che usava il ‘torchio a mano’ per stampare le sue meravigliose incisioni…
Carmelo Aliberti riserva ampio spazio (17/20) alla figura e all’opera di Emilio Isgrò …Intellettuale poliedrico, dissacratore ed eccentrico, … ogni sua opera rappresenta un diverso capitolo dei drammi e delle distorsioni dell’Italia di oggi, di cui esplora euforie effimere, smagliature, malversazioni e insidie di categorie sociali e politiche furbesche che, sotto la maschera del perbenismo, coprono vizi, camaleontismi e follie di vario genere..
Bia Cusumano, ancora una volta, col suo coinvolgente timbro narrativo ci trascina (8/9) ad Itaca, metafora di amore, di amicizia, di dolore, di vita: una lettura sconvolgente!
Ina Barbata fruga nella cassapanca dov’è conservata l’inesauribile raccolta dei ricordi del suo piccolo mondo antico per raccontarci (11/12) le traversie procurate dalle spine dei fichidindia del nonno,
A pagina 10 la rubrica ‘i vespi siciliani con l’aggiunta di detti filosofici siciliani raccolti qua e là.
Una pagina (21) è riservata al nostro siculo-americano Anthony Di Pietro, che ci erudisce sulla coffa.
Santo Forlì, implacabile, ci trascina (22/23) in una delle sue escursioni di fine settimana, lasciandoci stanchi, ma sodisfatti.
Da pagina 24 a 28 il sesto libro dell’Iliade tradotta in siciliano da Luigi Nastasi.
Finiamo (29/36) con una chicca: “Uomini tra mare e cielo”, analisi critica condotta dal prof. Fabio Cusimano su: “Ustica, il vescovo Agatone e il miracolo narrato da Gregorio Magno nel Libro IV dei Dialogi”, pubblicato sul bollettino del Centro Studi dell’Isola di Ustica (che ringraziamo con l’Autore).
Buona lettura, auguri e un cordiale saluto,
Mario Gallo
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