Ancora un libro da guardare e ringrazio il caro amico Giuseppe Ingardia che mi ha dato l’opportunità di conoscere questo catalogo e avendo parlato con l’artista mi ha permesso di pubblicarlo integralmente. Un Catalogo, come dice il nome, che mette in evidenza tutte le opere di questo artista che si cimenta con diverse tecniche e riesce sempre ad esprimere attraverso esse tutto ciò che il buon Dio gli ha donato.
CATALOGO 2009
Dalla prefazione del Prof. Giuseppe Ingardia:
…Il Catalogo 2009 di Bevilacqua si divide in tre parti, nelle quali è possibile anche vedere il “maestro” impegnato sul campo, ossia nel suo “atelièr” di Villa Rosina o presso “location” occasionali di estemporanee e persino assieme a personaggi della politica e dell’arte locale.
Nella prima parte – a cominciare dal 1976 – Bevilacqua spazia con l’olio su tela nel naturalismo e quindi con i primi passi nel surreale.
L’apertura se la merita un emblematico “Scugnizzo napoletano”, mentre chiude in perfetto filo logico “Scassapagghiara” (in cui il nostro autore entra nelle viscere delle problematiche giovanili).
Non mancano le nature morte che riproducono colori e sapori della nostra terra; avvenimenti drammatici come quello legato alle vittime della “Strage di Pizzolungo”; una personale interpretazione dei “Disoccupati trapanesi”, verosimilmente ripresi sullo scenario del Lungomare Dante Alighieri-Mura di Tramontana, o delle ricorrenti “Alluvioni” in Città. Danno spaziosità e brillantezza, cavalli in libertà o impazziti. Una incisione in ottone, una timida “mattanza” e poi l’inclita vena del “far ritratto” anche tra gli affetti familiari ed amici. Con punte di massima (ammirevoli particolari corporei riuscitissimi, nella pur decadente forma del “modello”, le cui mani sono tutte da leggere) per un grande artista stravagante ed estroso come Cristoforo Sparagna ed ancora per Tito Brandsma (carmelitano olandese, beatificato da Papa Wojtyla nel 1985).
Seconda parte con opere di Scultura in pietra calcarea, alabastro, perlato di Sicilia custonacese, onice, marmo di Carrara, ceramica bronzata.
Oppure in legno di fico, cipresso, ulivo, pino. Salgono sulla ribalta lavori di spessore e perspicace esaltazione come il “Cristo sofferente”, la “Metamorfosi”, “Vita vissuta”, “Sensazioni”, “la Dea e il Cigno”, “Maternità”, “Tritone tra le alghe”, “Ulisse”.
La Terza Parte è uno “spaccato” di opere che vanno dall’olio su tela alla sperimentazione su cartoncino della matita (vedi C.Dickens e Ornella Muti) o della china (vedi un fedelissimo ritratto di Karol Wojtyla). …
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