Il numero 157 di Lumie di Sicilia è quello di fine anno, un anno difficile, certo; consoliamoci con il confronto con il 2020 che registra un miglioramento anche delle prospettive.
Nel sommario presentiamo il trapanese Valerio Valenti che (la coincidenza!) è stato chiamato a reggere la prefettura di Firenze esattamente160 anni dopo il suo concittadino Vincenzo Fardella, primo prefetto della città.
Si celebra il Natale nelle forme possibili ed adeguate ai tempi nuovi. Noi, di una…certa età, non possiamo sottrarci ad un malinconico ritorno al passato con i suoi riti ed usanze.
Uno spazio suggestivo occupano gli zampognari (i ciaramiddari), ai quali è dedicata la copertina con un collegamento (un link) che ci consente di riascoltare i suoni, da loro prodotti con semplici strumenti pastorali, densi di capillare sonorità, di luminosa solarità, di coinvolgente coinvolgimento nella festosità natalizia. Su di loro (a pag. 15/16) un’interessante nota di Anthony Di Pietro.
Ina Barbata ci riporta (6/7) all’atmosfera che regnava nelle case, con la partecipata preparazione del presepe, un rito con le sue regole inderogabili, culminante nella serata della “vigilia” che riuniva l’intera famiglia attorno alla turbinosa “tombola”: inevitabilmente saltavano, (le “finestrelle” sulle caselle non erano ancora arrivate!) i precari chicchi di grano posti a segnare sulla cartella i numeri tirati fuori dal sacchetto da un capotombola depositario della “smorfia: e qui la serie di imperiose richieste di chiarimenti… .sciu u vintisetti? e u trentacinqu?
Lo rivedo come fosse ora il rotolare di quei chicchi di grano, mentre in sottofondo la “Voce del padrone” gracchiava un pur suggestivo Tu scendi dalle stelle..!
Maria Nivea Zagarella si addentra (2/3) in una brillante “rilettura” delle rime religiose di Antonio Veneziano convenzionalmente presentato nei suoi aspetti di uomo violento, sensuale, scialacquatore, carico di debiti … (Sciascia)
Siriana Giannone lancia ancora una volta il suo graffiante e coinvolgente grido di ribellione impietosamente calandosi pietosa nel dramma delle donne, spose e madri, che la guerra ha reso orfane del loro uomo (4/5).
A pagina 8, Rosario Salone ci riferisce sulla sua ricerca della data di nascita dell’ammiraglio trapanese Marino Torre (1585-1633).
Piero Carbone da una serenata in notturna trae spunto per renderci partecipi del fascino del dialetto siciliano (9). Da notare che il nostro amico, con Antonio Zarcone, proprio in questi giorni ha ricevuto in Campidoglio il Premio Nazionale “Salva la tua lingua”.
A pagina 10 i vespi siciliani e una poesia natalizia tratta dalla raccolta del Pitrè.
Marco Scalabrino, dopo avere illustrato la poesia di Mario Gori (11/13) associa la consorte, Maria Pia Virgilio, nella lettura della figura di Salvatore Vento, emigrato siciliano (13/14).
Anthony Di Pietro, che abbiamo già citato per la sua nota sui ciaramiddari, ci illustra (16/17) la figura di Joe Petrosino, il poliziotto siciliano di New York, ucciso dalla mafia nel 1909 a Palermo.
Impensati spunti di riflessione ci sono offerti dalle letture citate da Adolfo Valguarnera nel suo Amarcord (18/19).
Con Santo Forlì un’interessante escursione nel territorio della Rocca di Cefalù (20).
Da 21 a 23 Vito Di Bella, emerito giuslavorista, ci intrattiene con uno studio su “L’intervento dello Stato nella lotta alla povertà e la Sicilia tributaria”.
Buona lettura, con auguri di un sereno dicembre con le sue festività e un cordiale saluto da
Mario Gallo
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