Dalla premessa: …Ventuno liriche ove l’insistita iterazione degli “occhi chiari e verdi” filtra amore, ricordi e speranze, ma anche sogni svaniti all’alba dell’arido vero frammisti a rimpianti e sofferenze ora che “(…) La corda pazza/ ha scalfito Anima … il mio corpo senza remi/sugli spigoli dell’angoscia ad aspettarti”. E, ‘angoscia’ è emblematicamente l’ultima parola con cui si chiude uno dei più sofferti e delicati idilli: “Volevo dirti che vivo giorni d’angoscia”. … Ma in quegli occhi chiari dell’anonimo (C.D.G.) c’è tutta l’estrema sintesi del mondo e della stessa poetica di Celeste Giaramidaro; c’è tutta la sua vita vissuta, sognata ed agognata.
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