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Festa della MADONNA DI TRAPANI – MARIA SS. AUSILIATRICE – Tra storia e leggenda

 
 

Siamo quasi al centro della grande festa per la nostra Città, festa dedicata alla nostra Madonna, venerata in molte parti del mondo. Penso che questo testo sia piacevole da leggere per capire il perché di questa festa.



TRATTO DAL SITO: www.madonnaditrapani.com
La leggenda più conosciuta, (e in un certo senso la più accreditata anche dalla tradizione perché riportata nel Rollo I delle scritture – 1736, conservato nell’archivio storico dell’Ordine), ci narra di un manoscritto del 1380 in idioma siciliano, nel quale, appunto, vengono riferite notizie raccolte dalla bocca del popolo e tramandate da padre in figlio.

L’Immagine – dice il manoscritto – era venerata in una chiesa di Siria, proprietà del cavaliere Templare pisano, certo Guerreggio. Alterne vicende politiche e cruenti battaglie ridussero nelle mani di Saladino, gran Sultano di Babilonia, tutta la Terra Santa. I cavalieri Templari, pertanto, dopo la sconfitta di San Giovanni D’Acri, decisero di tornarsene in patria. Guerreggio pensò bene d’imbarcare anche la sua Madonna per toglierla dalle mani degli infedeli; e con quel dolce carico fecero rotta verso Pisa, loro città di origine.

Dopo un viaggio più o meno sereno, giunti al largo di Lampedusa, li colse una furiosa tempesta tanto che a stento poterono raggiungere quell’isola. Tornata la bonaccia, ripresero il largo, ma una seconda tempesta, molto più furiosa, li costrinse a riparare nel porto di Trapani. Qui rimasero per alcuni mesi per riaversi dallo spavento e per riparare i danni alla nave. Ma non appena decidevano di salpare, si ripeteva la manfrina del maltempo.

Si convinsero allora che nella linea provvidenziale delle cose era previsto che dovevano lasciare a Trapani il dolce carico della Statua. Perciò la consegnarono al console pisano con la promessa di imbarcarla per Pisa alla prima opportunità. La Madonna fu riposta nella chiesa di S. Maria del Parto, dove i Carmelitani di recente e per un decennio avevano trovato accoglienza, prima di trasferirsi all’Annunziata fuori le mura.

Venne il giorno propizio di spedire la Statua a Livorno. Il console la fece deporre su un carro, trainato da buoi, per trasportarla al molo, dove un veliero era pronto per salpare. Ma gli animali, alla prima frustata, in modo sorprendente e con lena, presero la via della campagna quasi ubbidissero ad una guida invisibile. Il popolo in grande calca esplose in grida di esultanza, sicuro che l’oggetto della sua devozione voleva rimanere in questa città. I buoi si fermarono soltanto dinnanzi alla chiesina dell’Annunziata, e i Carmelitani uscirono processionalmente ad accogliere la Madonna con gioia grandissima.

Il cavaliere Guerreggio, informato di quella decisione soprannaturale, stabilì che l’Immagine restasse a Trapani e in quella chiesa, servita e venerata dai frati del Carmelo.


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