Dalla introduzione di: Sergio Pattavina: Non è facile presentare o introdurre una silloge poetica di Antonino Contiliano. In parte perché l’autore gode già di una buona bibliografia critica (Maria Patrizia Allotta, Domenico Cara, Giovanni Cornmare, Valerio Cuccaroni, Donato Di Stasi, Stefano Lanuzza, Eugenio Lucrezi, Mario Lunetta, Francesco Muzzioli, Giuseppe Panella) e si rischia perciò di ribadire o chiosare ciò che altri hanno già detto e scritto prima e meglio di chi scrive, in parte – o dovrei dire soprattutto – perché, come i volumi precedenti, l’ultima fatica di Contiliano, Ero(5)diade, presenta percorsi linguistici e ideologici spiazzanti, depistanti, un labirinto di immagini e di suoni, in cui il lettore-Teseo rischia di perdersi senza l’aiuto di Arianna.