“TOTO’, PRINCIPE DELLA RISATA”
Nota di presentazione
Per Peppino Dell’Aquila, ideatore e costruttore di questo spettacolo, non è stato assolutamente difficile mettere in piedi un colorito racconto artistico sulla vita, sulle rime e sulle canzoni del grande, indimenticabile ANTONIO DE CURTIS, in arte semplicemente TOTO’.
Il nostro amico Autore, che è anche lettore, dicitore e anima della serata, è partito dal punto di forza della sua napoletanità (ma questo non è merito suo, bensì dei suoi genitori!); dall’amore per la sua gente, per la sua terra e per chi l’ha saputo degnamente rappresentare e porgerla agli altri, nel ruolo di lettori o spettatori tra i quali ci siamo anche noi. La scelta è molto ampia, ma Peppino ha inquadrato, come obiettivo del suo racconto, colui che ci ha insegnato a ridere, con semplicità, con simpatia, con battute fulminanti e mossette inimitabili.
Nell’Italia dell’immediato dopoguerra, quando ancora non avevamo imparato a lagnarci del nostro attuale benessere e non tutte le tavole da pranzo registravano la presenza della bistecca, il sabato o la domenica anche la classe operaia spremeva dalle proprie tasche le 80 o le 100 lire per andare al cinema a vedere “Totò cerca casa”; “Totò Tarzan”; “Totò al giro d’Italia” e tanti, tanti altri film che riempivano le sale di fumo e di spettatori sganasciati dalle risate. Si rideva di cuore, si rideva sonoramente, si rideva insieme.
Andando avanti con gli anni (mi riferisco ai nostri), abbiamo cominciato ad apprezzare anche Totò autore di raffinatissime poesie, di delicate e struggenti canzoni d’amore, insomma, Totò grande ineguagliabile artista.
Ebbene siamo sicuri che anche il buon Peppino Dell’Aquila, a suo tempo, era stato colpito da quelle espressioni artistiche, per cui, un bel giorno, ha deciso di fare un compendio di quelle sensazioni che ci fa rivivere nel suo racconto della vita del principe Antonio De Curtis. A partire da quando quello scugnizzo napoletano scorazzava per i vicoli del ” rione Sanità” o dei “Quartieri spagnoli”della sua città, magari senza una grande voglia di studiare, ma con l’idea fissa di far ridere la gente, andando, tutte le volte che poteva, a rubare il mestiere ai guitti e ai comici,che gli furono, senza volerlo, maestri di palcoscenico. E così avanti fino al modesto avanspettacolo delle compagnie cosiddette “scavalca-montagne”, attraverso impresari, talvolta furbastri, qualche altra volta più aperti e generosi. Si succedono gli amori di Totò, quelli stabili, quelli fugaci, altri travolgenti, altri ancora dimenticati.
Ma queste cose ve le racconterà -meglio di me- Peppino Dell’Aquila, attraverso la sua calda voce vesuviana, con le rime di Totò, col supporto della proiezione di immagini pertinenti e, soprattutto, con il notevole sostegno musicale e canoro di altri tre artisti competenti ed appassionati: Salvatore Perniciaro con la sua chitarra, Michelangelo Barraco con la sua voce e Gaetano Coppola con il suo flauto.
In definitiva è opportuno che si vada a seguire la serata perché, lo sanno tutti, le descrizioni e le recensioni sono, a volte, importanti, ma ciò che conta per davvero è ascoltare, vedere e godere del racconto teatrale “dal vivo”.
Giuseppe Passalacqua
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