Monsignor Gaspare Gruppuso, cappellano delle carceri di Trapani, non si poteva spiegare come mai quel bel crocifisso di legno stesse nei locali dell’Infermeria del carcere di san Giuliano e non al suo posto e cioè nella cappella di quell’Istituto. Pertanto, un giorno, mi chiese se era possibile rimuovere quel crocifisso dall’infermeria e trasportarlo nella cappella. D’accordo con il direttore, dott. Renato Persico, acconsentimmo alla richiesta del cappellano. Ma il crocifisso era un po’ malandato. Presentava qualche parte mancante e addirittura i polsi della statua erano stati incollati con del nastro adesivo.
Visto che in istituto si teneva un corso di restauratore riservato ai detenuti e diretto dal professore Roberto Tartamella, pensai che sarebbe stato il caso di effettuare un bel restyling al crocifisso, prima di portarlo nella cappella dell’Istituto.
Il Crocifisso proveniva dalla chiesa della Colombaia e successivamente all’atto della dismissione dell’immobile fu portato al carcere di San Giuliano unitamente a tutte le suppellettili e gli arredi e quindi, forse per la volontà di qualche medico finì in infermeria dove era stato dimenticato per ben 45 anni.
Chiaramente, trattandosi di un’antica opera d’arte fu necessario coinvolgere la dottoressa Nunzia Lo Bue della Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, che dopo un esame dell’opera che veniva datata al XVII secolo dava il benestare all’opera di restauro purchè avvenisse sotto la loro direttiva.
Di seguito la relazione del Professore Tartamella:
“Il crocifisso è databile intorno alla metà del XVII secolo. Si presume che sia stato da sempre all’interno delle diverse strutture carcerarie della città sin dai tempi della sua realizzazione quindi, dapprima al Castello della Colombaia, successivamente al carcere della Vicaria per giungere infine alle carceri di S. Giuliano dove è tutt’oggi custodito. E’ realizzato in legno di cipresso. Da un primo esame l’opera sembrava risalire alla metà del 1800 per proporzioni, tipologia e per invecchiamento del film pittorico ma, grazie ai successivi sondaggi è stato rilevato che al di sotto della dipintura visibile ne erano presenti altre tre. Dopo la loro rimozione, interamente tramite bisturi, è stato palese che l’opera fosse databile intorno alla metà del 1600 essendo il Cristo molto più patito fisicamente.
Alla rimozione è stato necessario affiancare un intervento di consolidamento per mezzo di colla di coniglio poichè (oltre all’elevato tasso di umidità dei luoghi dove è stato ospitato nei secoli) la progressiva e naturale stagionatura del legno e il conseguenziale ridimensionamento della statua ha provocato il distacco del film pittorico. La ferita sul lato sinistro del costato era totalmente ricoperta. Il film pittorico era notevolmente danneggiato soprattutto nella parte degli arti inferiori. Nelle parti ove risultava mancante il film pittorico è stato necessario dapprima l’applicazione di gesso di Bologna per poi procedere con la ridipintura mediante colori non permanenti.”
Il crocifisso, adesso è in fase avanzata di restauro e contiamo di presentarlo, al termine del restauro, alla cittadinanza trapanese durante una manifestazione che sarà organizzata per l’evento.
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