dalla Prefazione di Salvatore Costanza
Solitro non pensa, certo, che il diffuso pentitismo di questi anni, spinto da furore iconoclasta, possa usurare, e travolgere, quel mio giudizio. Ma pensa che il ricordo della “buona fede” di un giovane fascista come lui possa avere oggi onesto riscontro nella revisione di un giudizio omologo che si assegna al fascismo, accomunandolo alla parte moderata e conservatrice del paese. I giovani che formarono, nel luglio/ottobre del ’43, il gruppo dei “Fedelissimi del Fascismo” – testimonia Solitro – non erano solo dei legittimisti del passato regime, ma rappresentavano, insieme col fervido patriottismo nazionalista, l’inappagato sogno di una “rivoluzione sociale” e anticapitalistica che il fascismo aveva proclamato nella sua fase iniziale e, poi, in quella terminale del ventennio. — Apri la pagina per visualizzare le foto della presentazione
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