16 Luglio grande festa a Buseto Palizzolo, cominciata già nella mattinata presso la Chiesa Madre, con la Celebrazione Eucaristica officiata da Sua Ecc. il Vescovo Francesco Miccichè e la “scinnuta” della statua della Madonna del Carmelo, alle ventuno dalla Chiesa di Piano Neve la processione. In questa pagina oltre che alle foto della processione leggerete un articolo fatto apposta dal caro amico nonchè storico di riti religiosi, Giovanni Cammareri.
Devozione e sentita partecipazione a Buseto Palizzolo, durante la ricorrenza patronale della Madonna del Carmelo fissata da circa venticinque anni ormai, al 16 luglio come da calendario.
L’uscita della statua originale ricominciò invece ad essere effettuata solo nell’anno 2009 dopo circa sessant’anni, quando contestualmente al divieto di uscire la Madonna anche la festa si fermò.
Esiste in paese una foto d’epoca, non esattamente datata, ma risalente comunque a quel periodo e verosimilmente a una delle ultime uscite della statua originale della Madonna del Carmelo, o del Carmine, Patrona del posto.
La storia che in un certo senso costrinse all’inamovibilità l’originale simulacro è sempre la stessa: problematiche riguardanti l’integrità della statua.
Ma la memoria dei Busetani non cancellò mai completamente quella festa.
Nel 1975, in occasione dell’elezione a sindaco di Francesco Candela, i festeggiamenti ripresero. Nella circostanza un’immagine di Maria Ausiliatrice, protettrice dell’Ordine dei Salesiani, venne trasformata in Madonna del Carmine; bastò togliere lo scettro e sostituirlo con gli scapolari che identificano la tipica iconografia carmelitana.
La festa fu unica. Nel senso che non ne seguirono altre fino a circa venticinque anni fa.
Per la rinnovata processione venne intanto utilizzata una statuetta di poco valore, mentre il corteo, allo scopo di cercare di coinvolgere l’intera comunità busetana (Buseto Palizzolo consta infatti di sei contrade più o meno distanti l’una dall’altra) cominciò a essere avviato da Piano Neve alla volta della Madrice sita in Buseto Centro.
La statua della Madonna, piccola, probabilmente fabbricata in serie, venne posta all’interno di una grossa vara lignea a tempietto, dotata quindi di colonne, quasi a voler sopperire la bellezza mancante dell’immagine.
Nasce però una processione particolare nel suo genere.
Il suo percorso si dipana infatti lungo uno stradone fiancheggiato dalle campagne in un suggestivo corteo notturno, e la processione cominciò a inserirsi in termini sempre più marcati fra le celebrazioni estive dell’interland trapanese.
Il suo carattere particolare legato quindi proprio al percorso, la distacca dalle classiche processioni metropolitane e anche da quelle definite campestri come quelle del SS. Crocifisso a Bilici o di san Giuliano a Pollina. In questi due centri, per ovvi motivi propiziatori, i simulacri vengono condotti esattamente dentro le campagne, nei campi; a Buseto Palizzolo invece le campagne fanno semmai da sfondo, fiancheggiano il corteo che da Piano Neve scende lungo lo stradone fino a raggiungere, verso la mezzanotte, la Chiesa Madre.
L’opera originale della Vergine, una statua in legno di cipresso eseguita dall’eccellente firma di Rosario Bagnasco – facente parte di una grande famiglia di artisti cui vennero affidati in Sicilia la committenza di numerose immagini a soggetto sacro – è datata 1893.
Restaurata a Palermo nel 2008 dal professore Antonino Pedone, i lavori (conservativi e strutturali) vennero ultimati nel giugno dello stesso anno.
Già prima della consegna, a essere precisi da qualche anno, ad alcuni busetani frullava l’idea di ricondurre l’antica statua in processione, idea e soprattutto desiderio condiviso da molti e concretizzato ufficialmente nel corso del Consiglio Pastorale dell’8 maggio 2009.
La giornata festiva viene frattanto preceduta da una “quindicina” peraltro abbastanza partecipata.
Il 16 luglio, finalmente, la giornata festiva.
La scelta di tale data, dettata come si è detto dal calendario e per la quale molto si deve alla sagacia e all’intuito di Matteo Vasco, ha rappresentato un imprescindibile punto di ripartenza per la buona riuscita della festa e soprattutto per la partecipazione collettiva e corale oggi riscontrabile. Inizialmente infatti, la processione non aveva una cadenza fissa. Talvolta la prima, altre volte la seconda domenica di luglio. Si comprese finalmente che solo una data fissa e precisa poteva tradursi in un punto di riferimento corretto, atto soprattutto a non fare confondere la gente. Sedici luglio quindi, giorno della Madonna del Carmelo e conferimento alla giornata del carattere speciale di ricorrenza patronale.
Tutto immediatamente cambiò. I punti fermi dimostrarono la loro giustezza e la gente, giungendo perfino da fuori paese, cominciò a partecipare puntuale e numerosa.
Ai nostri giorni la mattinata prevede l’omaggio da parte delle autorità municipali che si recano in chiesa dove viene celebrata una massa solenne officiata dal Vescovo della Diocesi di Trapani.
Al termine l’immagine viene scesa dall’altare per essere poi condotta nella chiesa di Piano Neve da dove, a partire dalle ore ventuno, seguita dalla solita banda musicale, viene finalmente condotta in processione: una teoria lunghissima di candele sempre più numerose di anno in anno.
Giovanni Cammareri
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