Un libro scritto alla memoria di Vincenzo Maria Cassarà, voluto dalla moglie Francesca Rizzo, per ricordare la vita del suo compagno e voluto anche dal caro amico Carlo Cataldo con il quale ha collaborato per diverso tempo. Edito da “Edizioni CAMPO – Alcamo 2008″
UNA VITA PER LA MUSICA
Dalla prefazione di Carlo Cataldo:
Quando, nel 1999, il Maestro Vincenzo Maria Cassarà, in un nostro incontro, mi lesse alcune pagine autobiografiche, restai favorevolmente impressionato dalla singolarità delle circostanze e delle esperienze narrate, dall’incisività delle vicende accadutegli, dalla forza del suo realismo espressivo. Lo esortai a una sollecita pubblicazione. Purtroppo, ciò non avvenne. Così mi trovo oggi a scrivere la prefazione di quest’opera, per la quale la vedova del Maestro, Sig.ra Francesca Rizzo, mi ha affidato l’incarico della supervisione stilistica e della cura tipografica.
Sono grato alla sua fiducia. E sono lieto che quest’opera, scritta da un’Anima sensibile e appassionata, veda finalmente la luce. Essa ci appare quasi il testamento spirituale di una grande personalità, che tanto lustro ha dato alla città di Alcamo.
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“Una vita per la musica” è un testo che dovrebbe essere letto soprattutto dai giovani. Per apprendere come una forte e inflessibile volontà conduca al premio determinante per una riuscita professionale e per successi esistenziali. Per rilevare come una scelta vocazionale possa, in impreviste situazioni critiche, offrire vie di rifugio o di salvezza. Per constatare come certe realtà da affrontare possano essere di gran lunga superiori alle invenzioni della più scaltrita fantasia di un romanziere. Per compiacersi della fortuna di non essersi trovati coinvolti in disperate avventure belliche, come quelle in cui è incorso il protagonista di questa autobiografia.
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Oltre che per le sue molte opere musicali, di cui ha tracciato un (forse incompleto) elenco nel capitolo X, il Maestro Vincenzo Maria Cassarà va ricordato per questo interessante libro autobiografico.
Con esso ci dice, autorevolmente, che un uomo di genio – così com’egli è stato – “non sente la vecchiaia che lo perseguita, mentre orgogliosamente rileva il tempo diviso tra la saggezza e la follia”, ma “china il capo e ripensa, senza accorgersene, a quante vicende lo hanno attraversato”. Di questo che definisco un affascinante romanzo di vita vissuta, evidenzio almeno un significativo monito: “La vita terrena è un attimo, in cui, in ogni Io superiore, resta il trionfo di un’idea. O, nel suo animo, immortale la speranza di esso”.
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