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Gli alunni della scuola media incontrano gli anziani del paese che raccontano...
TESTA CHI NUN PARLA SI CHIAMA CUCUZZA
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Quando avevo circa dieci anni sono andato sotto padroni al Baglėo Tangi per fare il vaccaio.
I padroni, pur avendo una dispensa piena di formaggi e salami, mi mettevano ogni mattina nella bisaccia un tozzo di pane
o un lėmone o una frittella di grasso di maiale e quello, secondo loro, doveva costituire il mio pranzo giornalėero.
Ma io un giorno mi sono fornito di un barattolo di latta e non appena mi allontanavo dal baglėo mungevo una vacca e aggiungevo
al latte qualche goccia di latte di fico che serviva per fare la caglėata che io mangiavo per il pranzo.
Un giorno uno dei padroni si accorse del barattolo e mi chiese a che cosa mi servisse, io glė risposi che per un giorno andava
bene il lėmone ma per due no.
E mi nutrivo con il latte, e con il lėmone che ne fai? Mi chiesero, glė risposi cne se si fossero affacciati sul cortile quando
mungevo le vacche si sarebbero accorti come lo tiravo sulle loro corna per farle rigare dritte.
E fu cosė che da quel giorno comparvero nella mia bisaccia i salumi e i formaggi della dėspensa.
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LE TESTIMONIANZE SONO STATE RILASCIATE DA:
Augugliaro Francesco, Scuderi Filippa, Salerno Salvatore, Mangiapane Giuseppe,
Fanzone Nicolō, Angelo Salvatore, Ditta Pietro, Melilli Giuseppe.
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