La mia città è molto particolare, è una signora distinta e nobile all'apparenza.
A casa in certe stanze ha anche i topi e la spazzatura indistinta e mescolata ai gioielli preziosi di famiglia.
Il suo salotto buono ha il pavimento lucido e vasi di fiori rosa, ma nelle antiche stanze ebraiche ha lavatrici
arrugginite e un servizio di piatti di plastica sporchi di sugo tutti per terra. In bagno, laggiù sotto l'arco,
i fiori crescono innaffiati di giallo. A volte coltiva sentimenti legati all'indifferenza, all'incredulità e alla superiorità.
Questa signora in abito lungo è stanca, non ha fede e non ha speranza.
La signora Trapani ha le mani sporche e unte e non ha ancora ben capito perché deve pensare alla sua "munnizza",
perché deve mettere la plastica separata dal vetro e dalla carta. Deve perdere tempo così con queste cose!
La signora Trapani dice sempre, sbagliando: "Tanto poi mettono tutto insieme!"
E poi queste campane per la differenziata sono così lontane dalla sua dimora.
Ce le ha sotto casa ma lei, con i suoi occhialoni neri da diva di Hollywood, non li vede.
La signora Trapani frequenta personaggi ambigui. Le capita a volte di avere atteggiamenti teocratici, densi come la nebbia.
A volte le sembra di stringere l'aria o di acchiappare le mosche. La signora Trapani pecca, dopo si batte il petto e si colpevolizza;
tanto poi sarà perdonata. La signora Trapani ama la vela, ma dove attraccano le barche non le interessa...
i moli potrebbero anche non essere di puro cemento. La signora Trapani "accuppuna" le magagne dei quartieri bronx,
come Villa Rosina e Fontanelle sud e preferisce chiudere gli occhi suoi azzurri come il suo mare.
Soffia lo scirocco, porta sabbia desertica, carte lasciate e dimenticate. Tradisce i suoi figli che le manifestano
amore incondizionato quando in "falare" sporco di salsa, come sangue versato, va a letto con uomini brutti e puzzolenti.
Tanto un compte rendu lo avrà sempre un giorno. La signora Trapani ama le coccole e la sua dolcezza è ammirevole,
ma sa anche sparare di notte al buio o uccidere in un pomeriggio un onesto lavoratore di 22 anni.
La signora Trapani dice che la cultura da lei non c'è, da lei non c'è mai niente.
Non c'è un teatro degno di questa parola, e anche quando accoglie spettacoli e concerti "chiddri veramente beddri", si stupisce e dice:
"Ma come mai questi artisti qui? Di Trapani?" La signora Trapani non s'interessa ai suoi lavoratori che perdono l'impiego,
predilige allattare cuccioli lontani. Lei i soldi ce li ha e non perde tempo con chi non ce li ha.
Si imbarazza quando i suoi parenti di Torino le dicono: "Ma quanti sportelli bancari da te!"
Non ama sapere che i suoi studenti fanno i capricci nella sua dimora ma sa essere generosa e regalare la sua casa con profonda fede religiosa.
Sta zitta, muta e medita. A casa sua non c'è criminalità organizzata, del resto si vive bene coltivando mentalità remote.
La signora Trapani, l'acqua ce l'ha, ma a volte si lava un giorno si e due giorni no. "Accendi il motore!" Grida alla figlia.
"Mamma oggi era giornata d'acqua ma si è rotto il dissalatore!"
Non può bere però dal rubinetto e continua a pagare il suo prezioso bene senza parlare.
La signora Trapani guarda la televisione e si sdegna quando la sua nobile immagine viene intaccata da fatti raccontati.
Ma come si permettono di sporcare tutti i figli suoi belli? Madame Trapani in trench bogartiano parte allora alla volta di Dublino.
Ma quando arriva nella capitale invece di assistere ad un omaggio teatrale a Samuel Beckett, si delizia di shopping e mangia lo stufato irlandese.
Il pesce suo buono, pescato di notte, è gioiello suo bello nel mare d'incanto. Pesce mai più allineato sulle vecchie "balate" di marmo dello storico mercato.
Ma dove sono finite quelle "balate"? Che peccato! Nel salotto buono, no! Il pesce poi puzza e i figli monelli "abbanniano" a squarcia gola.
No proprio no, che figura facciamo davanti il Re e la Regina, figli turisti tanto aspettati. Eppure a Venezia, il mercato poi chiude alle due.
Smontata e ripulita nello splendore, la piazza poi canta il fascino della laguna. La signora Trapani non ama cantare, bisogna tacere e dimenticare.
Madame Trapani è più bella però, pulita e lucidata. Il lifting funziona e le rughe nascoste non si vedono più.
La signora Trapani a volte non ha identità, anche se la sua forma geologica sembra una falce. Non ha una vera piazza dove accogliere i suoi figli-bambini.
Le sue vesti a volte griffate a volte modeste, si sporcano subito, ma tanto poi si lavano e le macchie non si vedono più.
La signora Trapani accoglie i turisti, i figli degli altri, con amore. Non partorisce più figli suoi però, buoni o cattivi,
puliti o sporchi, di destra o di sinistra, ricchi o poveri, bianchi o gialli, biondi o bruni, cattolici o protestanti,
la signora Trapani non ha più figli. Non ha un ospedale nel suo comune nel quale partorire.
Eppure di figli ne ha partoriti! Belli ed intelligenti, ingegneri nucleari, scienziati famosi, menti illuminate, artisti musicisti,
poeti e scrittori, politici illustri e lustrati, imprenditori onesti, magistrati, giudici ed avvocati, muratori, orefici ed artigiani, pescatori e fotografi.
Molti dei figli della signora Trapani sono donne e uomini che combattono ogni giorno per la legalità, sono anche cittadini all'estero,
che vengono a trovare la loro mamma solo per i bagni estivi. La signora Trapani ama tutti i suoi figli, famosi e non, criminali e onesti,
analfabeti e laureati.
Sa fare le torte, che buone! Le divide però solo con i figli più furbi. E il couscous? Ma certo! Quello di pesce.
Oggi c'è il sole e il cielo splende d'azzurro, il mare si adagia come un velo di morbida seta.
Signora Trapani, regala l'amore tuo grande a noi figli tuoi.
5 marzo 2008 - PLS
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