Nell’aria fuochi e rulli di tamburi,
s’apre teatro di un’estate che muore,
e come lacrime di un triste Pierrot
dal cielo scende malinconico pianto.
Il sol non scalda più l’alte montagne,
le rondini s’apprestano ad andar via,
vanno verso il tepor a nuova dimora
scrivendo il volo, antica poesia.
Rami al vento, fanno lo streepteese
ed ogni foglia nel suo ultimo respiro
adagiandosi s’inchina a baciar terra,
rotolando sull’erba bagnata
spande polvere al dì che verrà.
Schiuma di mare sbatte su scogli
lava quei panni sporchi di sangue
a volte bravo a volte cattivo
abile mago che tutto inghiotte
e raramente restituisce.
Violacei tramonti chiudono il giorno,
lunga è la notte dell’ora legale
ma all’alba con occhiali tinti di rosa
posso vedere bella ogni cosa.
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