NOTA DELL' AUTORE


NUN CHIAMATIMI "PUETA"

"Nun chiamatimi pueta... lu pueta è lu me cori!" così ho chiuso il mio intervento nel corso della presentazione del mio primo libro tre anni or sono e da lì, è iniziato il mio progetto per questa seconda "antologia".
Credo però, che da allora poco sia cambiato, nel senso che, non penso di aver stravolto il modo di porgermi (espressione, tecnica, lo scrivere - esclusivamente in rima - concetti, lirismo...) che mi ha regalato il nomignolo di "poeta antico", spero solo di essermi migliorato, riuscendo a dare ai miei testi, quel "quanto basta..." dei tempi antichi, che renda le mie poesie "appetitose" e incisive al tempo stesso.
In questa mia nota, non voglio assolutamente parlare della lingua siciliana né di me, tanto meno delle mie poesie, poiché il tutto è stato già, a mio parere, brillantemente documentato nelle pagine precedenti, da persone che ritengo preparate a farlo e che ringrazio per aver accettato il mio invito.
Voglio però puntualizzare che questo libro, nasce dalla voglia di cantare la mia "Sicilia", con i suoi pregi ed i suoi difetti; di parlare della mia terra nel mio tempo, con i fatti e le peculiarità che la rendono "viva", "vera", a volte "invidiabile" ... eternamente "unica"!
Per questo troverete temi e forme variegate tra loro: canti, proverbi antichi, poesie descrittive, religiose, sentimentali e ironiche, tutto quanto, come prima detto, fa parte del mio vivere d'ogni giorno, come nell'ultima parte, dedicato ad amici o parenti che hanno positivamente invaso la mia vita, senza però togliere importanza, a tanti altri che esistono, pur non essendo "poeticamente" menzionati.
Chiudo, ringraziando di cuore, tutte le persone che hanno collaborato per la realizzazione di questo testo alzandone per certi versi lo spessore, l'Editore Angelo Parisi ed il suo gruppo, per aver ancora una volta dato spazio ai miei testi ed a quanti vorranno utilizzare gli stessi, per portare in giro il mio messaggio e con questo, la mia Sicilia.
Infine mi scuso, con quanti aspettano un mio rimodernamento (almeno poetico ... per il resto non c'è proprio speranza ...), nel caso in cui non dovessi riuscire, ci proverò, con tutte le mie forze, ma quel che scriverò, sarà sempre frutto del mio cuore, delle emozioni che provo e cerco di trasmettere, tratte dalla vita che ogni giorno mi circonda, senza costruzioni o forzature di sorta, del resto ... modernizzarmi potrebbe significare far parte del "branco" ed allora, preferisco continuare ad essere appellato come "cugino vecchio di Matusalemme" e lasciare dietro di me, nel bene o nel male, piccole impronte ma ... mie!
Dedico questo libro ai miei figli, perchè li sento come la cosa più preziosa che si possa chiedere alla vita, consapevole di esseme perdutamente innamorato.

Giuseppe Vultaggio