Murvusu, gnurantuni, sbasulatu;
l’occhi appizzati darrè sta vitrina
cu spinnu ‘n-cori e sguardu nnamuratu
supra ogni libru ed ogni cupirtina…
Meli, Martogliu, Tempiu, misi allatu,
li vegnu a trovu quasi ogni matina
ed ogni vota ci lassu lu ciatu
pirchì ci voli la sacchetta china…
Penzu, ripenzu, fazzu cunti e cunti;
nun l’addisìu no, mancu a li cani!...
Poi dicu: “Vitu meu, nun ci la spunti!
Secentu liri? Miih, su’ tri simani!
O scogghiu o ventu! Ammatula t’affrunti,
È chissa la realtà: o libru o pani!”
Ma l’uscita in pubblico sarebbe avvenuta soltanto nel 1980.
Pur avendo già “incassettato” centinaia di poesie, il suo primo libro è uscito nel 1994.
Se gli chiediamo chi sono per Lui i più grandi poeti di sempre, non ha dubbi.
“Primo maestro Dante Alighieri, fin da quando avevo problemi a comprare libri. Ma nel più profondo del cuore ci sta Giacomo Leopardi”.
Lumia si è accompagnato alla musica di Leopardi, per scrivere quella sua poesia moderna certamente, appena raggiunta la piena maturità.
Rifuggendo sempre però dalle imitazioni. “Buttitta una volta nel corso di un Convegno Letterario - confida Lumia -
disse che i veri poeti si contano sulle dita di una mano e “qualchi ditu resta puru smannu”. A me simile
affermazione, senza nulla togliere al grande saggio, sembrò subito una solenne “bacarata”.
Poeti - a mio parere - ne esistono tanti ed alcuni con la P maiuscola, li ho pure incontrati. Con loro ho parlato tanto
e collaborato con grandi motivazioni, sia che fossero provenienti da Catania e Palermo, che da Messina o Ragusa o Trapani e così via.
Ma non faccio mai classifiche, per rispetto di tutti”.
Da sinistra Franco Di Marco, Vito Lumia, Pietro Tumbarello, Aberto D’Angelo e Salvatore Di Marco: incontro a Marotta - Valderice
Esiste un momento topico del voler fare il poeta seriamente? “Prima devi arricchirti di conoscenze - sostiene
Lumia - Dopo gli “scherzetti” di gioventù, solamente quando senti quella voce imperiosa che ti spinge a scrivere, devi farlo.
Nel 1954 cominciai a sentire la voce misteriosa di qualcuno che mi ispirava e spronava a trasformare tutto in parole.
Ma queste mi mancavano ed era una sofferenza continua. Allora cominciai a… fare l’amore con i libri, da dietro le vetrine
delle librerie pubbliche a Mazara, preferendo i libri ai dolci e quant’altro!”
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