Il popolare “Zu Mommo Favara”
in una foto del 1939, attorniato da alcuni canterini.
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Il Coro delle Egadi di Trapani rappresenta oltre sessantacinque anni di storia e tradizione popolare.
Il gruppo è nato nel mese di Maggio del 1935, quando l’Opera Nazionale Dopolavoro, che allora organizzava il tempo libero degli Italiani, diede il via ad una campagna per la riscoperta e valorizzazione delle radici etnologiche, tendente a salvare e tramandare la tradizione ed il folklore. Nell’ambito di questa iniziativa provvide ad inquadrare i vari gruppi dilettantistici che, più o meno ufficialmente, ancora proponevano, spesso in maniera improvvisata ed approssimativa, i canti popolari.
A Trapani il Direttore dell’E.N.A.L. (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori) Giuseppe Parisi, raccolse un gruppo di appassionati e diede vita alla prima struttura ufficiale di un gruppo che, pur essendo sorto a Trapani, si volle chiamare “Coro delle Egadi”, dal nome dell’incantevole arcipelago che sorge dinanzi al capoluogo.
Ciò è sintomatico della mentalità “aperta” che fin d’allora caratterizzò il Gruppo che, nella sua impostazione, doveva essere un Coro che affondasse le sue basi non solamente nelle radici contadine della città, ma che guardasse, anche e soprattutto, alle tradizioni marinare. In pratica, doveva rappresentare non solamente le tradizioni della città di Trapani, ma dell’intero suo territorio.
Per l’impostazione musicale Parisi si rivolse alla massima autorità siciliana nel campo dei canti popolari: Girolamo Favara, autore di un “corpus” comprendente la più voluminosa raccolta di canti popolari della Sicilia Occidentale (a cui obbligatoriamente è costretto ad attingere chiunque voglia fare folklore), di cui il Coro delle Egadi divenne presto il cantore ufficiale.
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Il Maestro Peppino Burgarella dirige il gruppo vocale del Coro.
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Davanti ad un pubblico strabocchevole, il 2 Maggio 1937 il Coro delle Egadi fa la sua prima rappresentazione ufficiale presso il Teatro Greco di Segesta.
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Nell’immediato dopoguerra ogni mezzo era buono per raggiungere il luogo dell’esibizione.
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Enzo Basciano e Maurizio D’Amico in prima fila sfilano nel 1956 per le strade di Merano.
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Questa la prima testimonianza scritta sulla esistenza del Coro: un ritaglio del giornale “L’Ora”, quotidiano di Palermo, del 16 settembre 1937.
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1960, Sagra del Mandorlo in Fiore di Agrigento: tra gli altri, i giovanissimi Giovanni Ventimiglia, Toruccio e Totò Tartaro, Franco Infranca, Salvatore Buscemi, Maurizio D’Amico e Nino De Luca.
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Il M° Peppino Burgarella
Peppino Burgarella non era, in realtà, un maestro di musica: era un tabaccaio che aveva la sua rivendita alla fine di Via delle Arti, e che, essendo un buon pianista, era solito arrotondare le entrate suonando il pianoforte durante i matrimoni o accompagnando gli spettacoli di varietà al Teatro Garibaldi.
Ma in quel momento era l’unico a cui potere affidare la gestione di un neonato gruppo di musica popolare come il Coro delle Egadi.
Il M° Settimo Burgarella
Ancora oggi, quando nel Coro delle Egadi si cita il M° Burgarella, si dice soltanto “il Maestro”, perché lui non si è limitato ad impostare musicalmente il Coro, ma ne è stato l’anima, incarnandone lo spirito. Settimo Burgarella era già un nome famoso in tutta la Sicilia per la sua Grande Orchestra che, al ritmo di Tom Dorsey, faceva ballare non solamente i giovani trapanesi. Non c’era matrimonio importante, o serata danzante alla moda, o manifestazione musicale di rilevanza, in cui potesse mancare l’Orchestra Burgarella; e lo stesso E.N.A.L. lo utilizzava quale colonna sonora negli spettacoli che organizzava al Teatro Garibaldi, successivamente distrutto nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
A lui venne affidato il Coro affinché ne facesse uno strumento musicale raffinato. Lo impostò a più voci, infondendovi tutta la sua esperienza e professionalità, ma soprattutto vi profuse l’amore per le tradizioni musicali, la sua carica di umanità e il suo entusiasmo, forgiando per sempre i suoi componenti. Come un bambino diventa un bravo studente se ha avuto un buon maestro alle elementari, così il Coro deve certamente gran parte dei suoi successi all’impostazione che gli diede “Il Maestro”.
Uomo di grande carisma, fuori dalla scena Settimo Burgarella era il trascinatore della compagnia, sempre pronto a tirare scherzi ai ragazzi del Coro, ma anche a subirli con altrettanto buonumore; ma sulla scena si trasformava, divenendo burbero e severo. Nella sua assoluta fedeltà allo spirito della musica popolare, egli la interpretava alla lettera così come era stata tramandata, per trasmetterne la genuinità e l’originalità; nonostante utilizzasse gli spartiti del Maestro Favara, accusava sovente questi di averli trascritti a modo suo, non rispettando talvolta i tempi o le cadenze originali. Se non aveva il solista in grado di interpretare quel canto nell’esatta tonalità in cui era stato concepito, si rifiutava di fare eseguire la canzone.
Ma il Maestro Burgarella fu anche compositore sopraffino, scrivendo le musiche, su testo di Enzo Basciano, di quella stupenda canzone che è “A Pacicota”, dedicata alle belle donne del Comune limitrofo.
Il M° Giuseppe Reina
Il M° Reina è stato l’erede di Settimo Burgarella, guidando il Coro delle Egadi dal 1954 al 1956; furono solo due anni, ma bastarono per dare al gruppo un’impronta indelebile. Diplomato al conservatorio, Primo Violino al Teatro Massimo di Palermo, Reina era anche il Direttore della Banda Municipale di Trapani che d’estate, ogni domenica pomeriggio, alla Marina, su un palchetto di legno situato in Piazza Garibaldi, allietava il passeggio dei Trapanesi; ma Reina aveva anche la passione per la musica tradizionale, e così accettò volentieri la direzione del Gruppo, ma portandovi i suoi metodi e la sua professionalità derivata dagli studi musicali.
Egli introdusse una lettura quasi scientifica dello spartito, una rigorosità interpretativa che restituì al folklore la dignità di canto popolare, impostando il Gruppo con una professionalità quasi professionistica.
Il Coro delle Egadi, da sempre è stato veicolo di solidarietà verso chi soffre: eccolo impegnato in spettacoli per i reclusi della Casa Circondariale di Favignana.
Il M° Giuseppina Adamo
Il M° Giuseppina Adamo, per tutti Pina, approdò al Coro giovanissima, con scarsa esperienza in campo folkloristico, a prendere sulle spalle la pesante eredità dei suoi due illustri predecessori, Burgarella e Reina.
Gli inizi, ovviamente, non furono facilissimi, ma la Adamo diede fondo a tutta la sua grinta e, con grande umiltà, a poco a poco cominciò ad addentrarsi, con professionalità, nei meandri della musica popolare.
Pina Adamo ha diretto il Coro per oltre vent’anni con energia e “passionalità”, diventando l’amica di tutti, senza mai perdere la sua figura carismatica di Maestro. Ha attraversato anche periodi amministrativamente difficili, che non potevano non lasciare una traccia anche nell’impostazione artistica, e che hanno rischiato anche la stessa sopravvivenza del Coro; ma Pina ha saputo fare fronte a fughe e stravolgimenti societari, rimanendo sempre un punto di riferimento sia per l’Associazione che per i componenti, portando il gruppo a strepitosi successi internazionali.
I componenti del Gruppo hanno soprattutto trovato in lei un elemento catalizzatore ed un’amica con cui dividere sia i successi che i momenti difficili.
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La costituzione del Coro, il reclutamento e l’impostazione dei canti fu lunga e laboriosa, ed occupò quasi due anni di oscuro lavoro: tanti, infatti, ne intercorsero tra il 1935, data di costituzione ufficiale, ed il 1937, anno del suo debutto: particolarmente difficile fu il reclutamento delle voci femminili, soprattutto per l’ora tarda (per quei tempi) delle prove. Poichè il Coro era composto prevalentemente da impiegati, artigiani ed operai, non si poteva provare prima delle ore 20, orario allora proibitivo per le signorine di buona famiglia, a meno che non venissero accompagnate dal padre.
Il repertorio affondava le sue radici sia nella tradizione contadina che in quella marinara della nostra gente, spaziando a 360 gradi e dando un panorama completo di ciò che era l’anima popolare degli ultimi tre secoli. Il programma comprendeva canti di lavoro, serenate, canti e duetti d’amore, canzoni popolari, canti per solisti e per coro, danze popolari.
Ma non si curò solamente la tradizione, si cercò anche la qualità del canto e la sua ricerca armonica; il coro venne quindi impostato a più voci, raggiungendo immediatamente elevatissime vette artistiche.
Amministrativamente il Coro fu allora affidato ad un giovane funzionario dell'ENAL, il Cav. Giacomo Basciano, che successivamente avrà un ruolo determinante nella vita del Gruppo; musicalmente invece, fermo restando il contributo di impostazione etnologica dato da Mommo Favara, il Coro fu affidato a Peppino Burgarella che, ufficialmente, può essere considerato il primo Maestro ad aver diretto il Coro delle Egadi.
Nel Maggio del 1937 il Coro va finalmente in scena, secondo solo al Gruppo di Messina, e precedendo quelli di Siracusa, Catania e Palermo, che pur lo avevano anticipato nella costituzione: il 4 Aprile il Coro fa la sua prima prova esterna presso i ruderi di Selinunte, quindi, di ritorno, un’altra prova presso il Teatro Selinus di Castelvatrano. Il 18 Aprile prova generale presso il Teatro Greco di Segesta dinanzi a pochi spettatori, e Giovedì 2 Maggio il debutto, sempre a Segesta, dinanzi a migliaia di spettatori: si inizia con “Sicilia Bedda” e si termina con l’immancabile, fascista, “Inno a Roma”.
Il secondo spettacolo fu il 26 Giugno a Favignana, ed in Agosto il debutto a Trapani, alla Villa Margherita, in onore di S.A.R. il Principe di Piemonte, presente in città per assistere alle Grandi Manovre che il territorio ospitava.
Qualche giorno dopo, il 18 Agosto, il Coro si esibì davanti la Prefettura di Trapani, avendo come spettatore illustre il Duce Benito Mussolini, che in mattinata aveva inaugurato la direttissima ferroviaria Alcamo-Segesta-Trapani e che, al termine dell’esibizione, invitò i componenti del Coro a raggiungerlo in Prefettura, dove si prestò a farsi fotografare assieme a loro e con loro intonando il consueto “Inno a Roma”.
Di quegli anni è la prima testimonianza scritta sulla vita del Coro: un ritaglio del giornale “L’Ora” di Palermo del 16 Settembre 1937 in cui si dava notizia di una sovvenzione di lire 5.000 concessa dal Ministero della Cultura Popolare.
Ma ben presto il Maestro Peppino Burgarella lasciò il coro, affidandolo alla persona a lui più vicina, il figlio Settimo. Giacomino Basciano, consegnandogli il Coro, costituì quel binomio che avrebbe dato al gruppo trapanese i suoi anni migliori.
Il maestro, assieme alla sua sperimentata professionalità, portò anche la sua immensa umanità e la sua straboccante carica di entusiasmo che fecero del gruppo, oltre che un sodalizio musicale di altissimo livello, anche una fucina di valori e di sani ideali; la sua direzione durò oltre vent’anni, nel corso dei quali il Coro colse forse i suoi più lusinghieri successi, sia in Italia che all’estero.
Il clima di profonda amicizia e solidarietà che si creò all’interno del Coro, ne fece una formazione compatta dentro e fuori dalla scena, cosi che i familiari spesso erano autorizzati a seguire il Gruppo gratuitamente, affidando loro dei fittizi incarichi formali; venivano pure corrisposti contributi (10 lire giornaliere, per un massimo di cinque giorni) a chi, operaio, perdava la giornata lavorativa per gli spettacoli del Coro.
Ma nel 1941 l’attività del Coro venne interrotta, poiché gli uomini erano quasi tutti al fronte e le donne sfollate in campagna con le famiglie; terminato il conflitto si ricominciò a ricostruire il Coro, ma gli sforzi furono ancora maggiori che per la sua costituzione. Molti dei costumi tradizionali e dell’attrezzeria era stata rubata e si ricominciò da quei pochi costumi che alcuni coristi avenano conservato nelle proprie case e che riportarono a disposizione del gruppo.
L’attività ricominciò nel 1950, ma il Maestro Burgarella cominciava ad essere stanco e dopo pochi anni cedette la bacchetta ad un giovane violinista, il Maestro Giuseppe Reina, primo violino al Massimo di Palermo. Reina porto nel Coro soprattutto un grande rigore artistico, curando attentamente la parte squisitamente musicale.
Ma dopo qualche anno, a causa dei suoi importanti impegni artistici, il Maestro fu costretto a lasciare il Coro, che venne temporaneamente riaffidato al M° Burgarella, nelle more di individuare il nuovo Direttore. La scelta cadde su Giuseppina Adamo, una giovane insegnante di musica.
La Adamo portò nel coro la sua irruente passione giovanile, avvicinandosi ai canoni della tradizione musicale popolare con una carica di modestia ed umiltà che le hanno fatto sempre onore, guidando per tanti anni il Coro con energia e "passionalità”.
Nella storia del Coro non è da trascurare l’apporto che diede un grande uomo di cultura, appassionato di storia e tradizioni popolari: il Prof. Salvatore Fugaldi, che ha contribuito in maniera determinante alle scelte artistiche. Egli scrisse, in un articolo pubblicato all’inizio degli anni ‘60 sulla rivista "Trapani" edita dall’Amministrazione Provinciale: “Il segreto di un tale successo sta non soltanto nella validità dei testi interpretati, ma anche nel modo con cui essi sono stati interpretati. Chi ha avuto occasione di assistere ad una sola delle rappresentazioni del Coro ha riportato la convinzione che esso interpreta a fondo l’anima del popolo siciliano e ne ripropone i modi con misura e fedeltà; è uscito dal teatro con l’anima inebriata di luci e di colori, di suoni e di armonie, ha sentito la voce di un popolo che gode e che soffre, che ama e dispera; e, ascoltando quei canti, si è sentito portato a incominciare a riudire, subendo egli stesso quel processo di educazione sociale che nel popolo che canta è autoeducazione della volontà pura”.
Nel 1978 la grande rivoluzione: l’E.N.A.L. viene soppresso quale ente inutile, ed il Coro delle Egadi rischia di scomparire assieme all’organismo che l'ha generato. Sono anni difficili, non solamente per i componenti il Gruppo, ma anche per tutti quegli appassionati di folklore che temevano di perdere uno dei più prestigiosi simboli delle tradizioni cittadine.
L’unico mezzo per sopravvivere era quello di rendersi autonomo e così il Coro, già affiliato alla F.I.T.P. (Federazione Italiana Tradizioni Popolari), decideva di organizzarsi in cooperativa. Con atto del notaio Dr. Giuseppe Fodale, n. 17901 di repertorio, nasceva così la "Cooperativa Coro delle Egadi - Soc. a r.l." con sede a Trapani.
Poiché si è trattato di un momento di fondamentale importanza per la storia del Gruppo, riteniamo giusto citare i nomi dei Soci Fondatori che credettero fermamente nel valore artistico del Coro, permettendogli così di giungere fino ai giorni nostri: Giuseppa Adamo, Mimmo Adamo, Adriano Buscemi, Leonardo Figuccio, Accursio Gerardi, Enzo Lipari, Caterina Pizzardi, Pietro Romito, Antonino Schifano, Giovanni Ventimiglia, Salvatore Xhilone. L’atto non segnò solamente un formale cambio societario, ma una vera e propria rivoluzione nell’amministrazione e nella conduzione artistica. Al Coro fu dato un taglio manageriale più confacente alla nuova struttura societaria, cosa che finalmente gli permise di autogestirsi economicamente e di svolgere la propria attività a 360 gradi, non limitandone quindi l'attività al solo campo musicale.
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Per le strade di Cefalù, si è sfilato sopra i caratteristici carretti siciliani.
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Il M° Giuseppina Adamo durante uno spettacolo.
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Una suggestiva foto dall’alto vede il Coro impegnato nella tradizionale tarantella.
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Un avvenimento mondano: il Coro è invitato a Roma per la presentazione della nuova FIAT 600.
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Una foto ricordo davanti la sede R.A.I. di Via del Babbuino, a Roma; siamo nel 1956, ed il Coro prese parte alla trasmissione “L’ora dell’agricoltore”, nonostante a Trapani ancora non arrivasse il segnale televisivo.
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Una foto storica: alcuni componenti del Coro, tra cui si riconoscono Maurizio e Sebastiano D’Amico, fermi alla stazione ferroviaria di Reggio Emilia in occasione della prima tournée del Gruppo. Siamo nel 1938.
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Un momento di pausa nel corso di raduni internazionali: a Chamonix il Coro nella casa di ghiaccio.
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Un momento di pausa nel corso di raduni internazionali: foto di gruppo davanti al Parlamento di Belgrado.
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1985 - Il Coro festeggia il suo 50° anniversario.
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Il M° Agostino Mighali
Agostino Mighali è l’attuale responsabile musicale del Coro delle Egadi.
Agostino viene dalla gavetta, poiché è entrato nel gruppo, appena diciottenne, come semplice canterino: autodidatta, ha imparato a suonare la chitarra ed a leggere la musica, avvicinandosi gradatamente al folklore.
Lo sorregge una grande forza di volontà, la grande passione per la musica popolare ed una dedizione assoluta al Coro, che ormai dirige con il piglio e l’autorità di un vero professionista, ma con l’apertura mentale tipica dei giovani.
Grazie anche alla collaborazione dei più anziani, sotto la sua guida il Coro ha raggiunto, in campo internazionale, i più prestigiosi successi della sua non breve vita.
1978 - L’Italia, grazie al Coro delle Egadi, è presente al Festival Internazionele del Folklore dei Paesi del Bacino del Mediterraneo che si è svolto a Tangeri in Marocco.
Il Coro delle Egadi a Zakopane (Polonia) e a Bevery Hills (Villa Italia), in occasione delle Olimpiadi di Los Angeles del 1984.
Il Coro si esibisce sul palcoscenico del Teatro dell’Università, in occasione della rassegna Internazionale “Il Mulino d’argento”.
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Vennero rifatte ex novo quasi tutte le attrezzature. Il Coro si dotò di un impianto di amplificazione tarato per le proprie esigenze musicali, rinnovò il corredo a tutti i componenti, acquistò strumenti ed attrezzature nuove ed infine comprò anche due pulmini per consentirsi maggiore autonomia nelle trasferte.
Dopo una pausa di riflessione di un paio d’anni in cui si è autogestito musicalmente, il Coro è stato affidato ad Agostino Mighali, un giovane autodidatta che, imparato a suonare la chitarra, dirige il gruppo con l’entusiasmo di un giovane, ma con la fermezza e l’autorità di un veterano.
Elencare i numerosi raduni nazionali ed internazionali a cui ha partecipato il Coro delle Egadi è un'impresa titanica e forse anche impossibile, a causa della sua lunga attività e della soppressione dell'ENAL che ne custodiva tutti i documenti più significativi. Tuttavia lo facciamo lo stesso, tentando almeno di non dimenticare le più importanti manifestazioni internazionali e le tappe più significative di questi sessantacinque anni straordinariamente coinvolgenti.
Iniziamo con la tournée che nel 1938 porta il Coro delle Egadi ad esibirsi al Teatro Adriano di Roma, al Comunale di Bologna ed al Lirico di Milano e nel 1939 a Piazza di Siena a Roma.
Nel 1949 il Coro è a Bordighera, nel 1950 a Roma e Rimini, nel 1952 a Napoli, nel 1953 a Taormina e Pescara, nel 1954 a Merano e nel 1956 è ospite della RAI a Roma. Nel 1957 la prima trasferta all’estero lo porta a Chamonix, in Francia; nel 1959 a Saint Vincent, nel 1961 a Torino a rappresentare la Sicilia per le celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia e quindi ancora in Francia, ad Angers.
Nel 1963 il Coro compie una lunga trasferta in Tunisia, esibendosi a Monastir, Cartagine e Tunisi, davanti al Presidente Habib Bourghibba; nel 1967 va a Saumur (Francia) e nel 1969 prende parte al Festival Internazionale del Folkore di Belgrado.
Il 1971 è l’anno di Nizza e nel 1977 ancora una tournée in Francia, a Saintes. Il 1978 è l’anno del cambio della struttura sociale del Coro, ed il Gruppo si muove soprattutto in due direzioni:
- nel portare il folklore e lo spettacolo nei quartieri più degradati, negli angoli più sperduti del territorio, nei centri sociali dove assolve una funzione anche educativa, eseguendo pure canti popolari religiosi;
- nell’inserirsi sempre più nei circuiti internazionali, per promuovere l’immagine più positiva della Provincia di Trapani e della Sicilia tutta. Sempre nel 1978 il Coro delle Egadi porta il folklore locale nelle città del Marocco, nel 1979 è a Taormina e nel 1980 a Zakopane, in Polonia.
Nel 1981 il Coro ritorna in Jugoslavia, a Ohrid; nel 1982 ancora a Saintes e nel 1983 si esibisce a Vienna; il 1984 è l’anno delle Olimpiadi di Los Angeles ed il Coro delle Egadi porta una fetta di italianità agli atleti azzurri impegnati nella partecipazione ai Giochi.
Nel 1986 tre sono gli impegni internazionali: il Coro si reca a Warffum, in Olanda, per prendere parte al 21° “Op. Roakeldais”, partecipa al XIX Festival del Mediterraneo a Murcia e Lorca (Spagna), e dal 2 al 14 Novembre è a Tel Aviv, in Israele; nel 1987 si esibisce a Malta e nel 1988 effettua una lunga tournée in Brasile, dove prende parte a numerose manifestazioni per celebrare il 1° Centenario dell’Immigrazione Italiana.
Nel 1989 il Coro è ancora in Francia, a Le Mainoir sur la Senne, nel 1990 organizza a Trapani il “Mulino d’argento”, nel 1992 a Budapest e nel 1993 ancora una lunga e fortunata trasferta a Toronto, in Canada; nel 1994 prende parte alla trasmissione televisiva di Mediaset “Stranamore” e nel 1995, dopo una tournée in Sardegna, il gruppo è a Moita e Santarem, in Portogallo, dove torna nel 1997, alle Isole Azzorre. L’anno si conclude in Tunisia, a Monastir e a Tunisi, dove il Coro è ospite del Presidente della Repubblica Zine El Albine Ben Alì e dove torna anche l’anno dopo. Nel 1999 il Coro compie una delle tournèe più importanti della sua storia: è a Damasco, in Siria, unico rappresentante della cultura occidentale; nel 2000 è invece a Milano, ad inaugurare la Fiera Internazionale dell’Artigianato.
Questa la cronologia degli avvenimenti; ma vi sono episodi, spettacoli, manifestazioni, incontri, che vanno ben al di là dell’esibizione ben riuscita o della tournée di successo. Ci sono cose che segnano non solamente la vita di un gruppo folkloristico, ma anche quella dei suoi componenti. É il caso dell’udienza ricevuta a Roma da S.S. Paolo VI nel 1967, di ritorno da Samour, o dell’incontro festoso a Palermo con S.S. Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita in Sicilia. In questa occasione il Coro rappresentò l’intera Sicilia ed il Santo Padre si unì ai canterini trapanesi quando questi gli dedicarono un canto religioso polacco.
E che dire dell’incontro e dei complimenti del Presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro, in visita ufficiale nel 1997 a Trapani? E dei numerosi premi e riconoscimenti assegnati al Coro in ogni parte del mondo? E delle manifestazioni di prestigio internazionale, come la Sagra del Mandorlo in fiore di Agrigento o la Zampogna d’oro di Erice, di cui il gruppo è stato praticamente ospite fisso? E di come sia di casa al Centro Studi Ettore Majorana di Erice?
Bisogna pure fare attenzione a non dimenticare la capacità organizzativa del Coro delle Egadi che per tanti anni ha proposto il Mulino d’Argento e la Rassegna degli strumenti popolari; come non va dimenticato il costante contributo che il Gruppo ha dato a manifestazioni di carattere culturale, sportivo, di beneficenza e di volontariato.
Da ciò si desume che il Coro delle Egadi è molto più che un semplice testimone della cultura e della tradizione trapanese; rappresenta infatti un impegno sociale per i singoli e per la collettività; guarda attentamente alla tutela delle tradizioni ed è un indispensabile strumento di trasmissione di memorie alle generazioni future; è l’allegria dei duetti d’amore ed il sudore dei canti di lavoro, è il più fedele ambasciatore della storia e della cultura trapanese nel mondo.
Il Coro delle Egadi non è un semplice elemento della trapanesità; è Trapani stessa; è le sue radici; è parte integrante del suo DNA e come tale non potrà mai scomparire.
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Il Coro rappresenta l’Italia all’8° Festival del Mediterraneo di Malta e si esibisce allo Stadio Nazionale di Budapest.
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Il Coro al Festival Internazionale di Monastir.
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Al Festival di Damasco, è l’unico gruppo europeo.
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“Chin International Picnic”, a Montreal (Canada).
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Palermo, 21 novembre 1982 - Piazza Politeama: l’incontro più emozionante e più caro per i componenti del Coro.
Papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita alla città, unisce la Sua voce a quella dei canterini del Coro che, per l’occasione, accennano un famoso canto polacco.
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Non solo folklore: nella ricca chiesa di Custonaci, il Coro delle Egadi esegue i suoi tradizionali canti di Natale.
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1997 - Il Coro delle Egadi è salutato dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
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Drammatizzazione durante i “Giochi fanciulleschi nella tradizione”, organizzati ad Erice a cura del Coro delle Egadi.
I VIP non disdegnano di fare una foto con il Coro: ecco Osvaldo Bevilacqua, conduttore della trasmissione televisiva “Sereno variabile”; con lui, da sinistra, Piero Corso, Salvatore Xhilone, Antonio Vivona e Agostino Mighali.
Il Coro delle Egadi non è soltanto folklore, ma ricerca delle tradizioni popolari a 360 gradi: eccolo impegnato nei canti di Natale presso la Cattedrale di San Lorenzo a Trapani.
Il bel frontespizio di una delle raccolte di canti e danze popolari donate dal Coro delle Egadi alla Biblioteca Fardelliana di Trapani.
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Il Coro, dunque, nasce come paladino delle tradizioni popolari della nostra terra, come vestale dei canti e delle danze che, nei secoli, hanno scandito le giornate lavorative dei nostri contadini, dei nostri salinai, dei nostri tonnaroti; questo carattere, diremmo quasi sacro, il Coro non se l’è più scrollato di dosso, ergendosi ancora a tutore della cultura popolare trapanese, come una solitaria torre normanna.
Il Coro non ha mai abbandonato i sentieri della vera tradizione, rifiutando innovazioni ed arrangiamenti, pur pagandone le conseguenze in un mondo in cui si fa sempre meno cultura popolare e sempre più folklore asservito allo spettacolo.
Ma il Coro, pur rimanendo fermo nella difesa delle autentiche tradizioni popolari, in questi anni ha pur subito la sua evoluzione, affermandosi sempre più come mezzo propulsore per fare conoscere, sotto varie forme, l’antica cultura della nostra terra.
Se gli spettacoli, che hanno portato il nostro folklore nei quattro angoli del mondo, sono il mezzo più comune per far conoscere le nostre tradizioni popolari, altrettanto importanti sono i mezzi più moderni di cui il Coro si è servito: intendo l’incisione di un LP, “Ventu di mattanza”, che ha permesso alle nostre canzoni di volare lontano, dove i nostri stessi canterini non sono mai arrivati.
Ma non sono stati trascurati nemmeno altri mezzi più popolari, come la partecipazione a spot commerciali nazionali (Cirio, Ferrero ed altri) o l’esibizione, in maniera sempre consona alla tradizione, in trasmissioni televisive cosiddette “leggere” o a fine turistico, per la valorizzazione del nostro territorio: tra queste, agli inizi degli anni ’70, la trasmissione televisiva “Trapani a Trapani” per la regia di Enzo Trapani e con la partecipazione di noti cantanti della musica leggera quali Rocky Roberts, Sergio Leaonardi, Dori Grezzi e Silvie Vartan
A difesa della città, il Coro è sceso due volte in campo, in radio e televisione: alla fine degli anni ’50 nel “Campanile sera” presentato da un giovanissimo Mike Buongiorno, con Renato Tagliani e Silvio Noto, in cui Trapani vinse per tre settimane consecutive il titolo; e nel 1975 nella trasmissione “Il Gonfalone d’oro”, gara radiofonica tra i comuni siciliani presentata da Renzino Barbera, contribuendo in maniera determinante a fare arrivare la città al secondo posto, battendo le favorite Catania e Palermo.
Anche il cinema ha dato spazio al Coro delle Egadi, con la partecipazione al film italo-americano “Radici” girato nel 1974 tra Erice e Scopello e che ha avuto, tra gli interpreti, Renato Salvatori e Gian Maria Volontè; così come anche il teatro è stato un mezzo di divulgazione dei nostri canti, con la partecipazione ad un’edizione musicale di “Gatta ci cova” di Russo Giusti.
Ma il Coro ha spesso dato il suo contributo alla crescita della cultura popolare in città non solamente con la sua presenza in palcoscenico, ma fornendo anche i mezzi ad altri per approfondire questo campo: ne è esempio la donazione che il Coro delle Egadi ha fatto nel 1950 alla Biblioteca Fardelliana, a cui ha generosamente elargito un volume contenente una serie di canti e danze popolari siciliane del Maestro Carlo Maria Magno, edite dalla casa editrice “Triquetra” di Palermo. Ma spesso è stato il Coro, con il suo folklore e le sue danze, ad essere citato in numerosi libri: ne è ultimo esempio “Scusi, permette un ballo?” a cura di Emilio Vita edito dall’Editoriale Essegi di Ravenna, dove gli è stato dedicato un intero capitolo.
E non bisogna dimenticare l’impegno sociale del Coro, sempre pronto ad accorrere, gratuitamente, dove più si soffre: nelle carceri, negli ospizi, negli ospedali, negli orfanotrofi, per portare una nota lieta, che aiuti a dimenticare, almeno per un po' la triste realtà. Ed in quest’ottica vi sono anche i Concerti di Natale, sempre appartenenti alla tradizione popolare siciliana, che il gruppo porta in tutta la Sicilia.
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