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 BUSSOLA: Trapani Nostra - Libri - Coro delle Egadi - 1935-2000 - 65 anni di storia

Coro delle Egadi
1935-2000 - 65 anni di storia

                                 Autore: Elio D'Amico



Quando qualche anno fa, alcuni amici mi chiesero di dare un contributo al rilancio di uno dei più antichi e prestigiosi cori folkloristici della Sicilia e forse anche d’Italia, rimasi un po’ freddo, quasi indifferente. Cercai di temporeggiare, ma poi, incalzato dalle insistenti pressioni, decisi per il sì. Iniziò così questa nuova esperienza che sto vivendo con il consueto entusiasmo di chi sa che comunque andranno le cose, ci saranno soltanto molti oneri e pochi onori.
Cominciai subito a curiosare fra le polverose carte archiviate fra i dossier dell’ENAL, un disciolto Ente Nazionale Assistenza Lavoratori che fino alla fine degli anni settanta aveva gestito anche l’attività del Coro. È stato stancante e piacevole al tempo stesso. Giorni interi trascorsi a spulciare documenti su documenti, fino a ricostruire un mosaico che dà netta la sensazione di come il Coro delle Egadi sia stato fedele interprete, per circa un secolo, delle tradizioni culturali e folkloriche del nostro territorio.
Siamo nel cuore del “ventennio” e si deve all’Opera Nazionale Dopo lavoro, che allora aveva il compito di soprintendere alla tutela delle tradizioni e del folklore, il primo vero impulso alla costituzione dei cori folkloristici.

Sono anni difficili per tutti. Si va tristemente verso la seconda guerra mondiale e le musiche ed i canti del nostro Coro riescono a portare il sorriso nelle piazze, nei centri sociali e nelle carceri di Favignana e della Colombaia, dove la tristezza supera ogni limite.
Il novecento, così, fu quasi interamente scandito dai ritmi melodiosi di una musica fatta di tamburelli, chitarre, fisarmoniche, marranzani, azzarini e bummali. Non ci fu festa o grande manifestazione nazional-popolare in cui il Coro delle Egadi non fosse invitato ad esibirsi, facendolo sempre su più fronti: dalla solidarietà alla cultura, alla musica, alle tradizioni popolari, al folklore.
Per questa sua pregevole attività, ottenne numerosi riconoscimenti che fanno bella mostra di sé nelle pareti della sua sede storica in Via Gatti a Trapani. Anche il Ministero della Cultura Popolare, nel lontano 1937, gli volle concedere uno speciale contributo di L.5.000.
È dunque una storia che va raccontata per intero, istante dopo istante, con molta enfasi. Sì, con tanta enfasi, perché tutto ciò che è contenuto in questo libro è il frutto di una ricerca minuziosa di reperti, di articoli, di memorie, di riconoscimenti, di trofei, di ... trionfi. È una storia autentica, vera, vissuta giorno dopo giorno da tanta gente accomunata da una passione travolgente, dallo spirito di sacrificio e da una grande abnegazione.
Il passato c’è ed è glorioso. C’è anche il presente. Il futuro, invece, bisogna costruirlo su basi ancora più solide.Bisogna attrezzarsi per superare indenni i momenti di difficoltà, siano essi di natura organizzativa o economica.
Gli enti territoriali preposti alla tutela delle tradizioni popolari hanno un bel da fare con la quadratura dei loro bilanci ed i contributi erogati, quando ci sono, si contraddistinguono soltanto per la loro esiguità.
Eppure sarebbero tante le motivazioni che potrebbero stimolare questi organismi a guardare con più rispetto all’attività del Coro delle Egadi che nel tempo non si é limitato a portare nei teatri o nelle piazze del mondo soltanto il messaggio proprio della tradizione e del modo di essere dei gruppi folklorici. Il Coro ha pure sviluppato, attraverso convegni e seminari di ogni genere, un progetto culturale che ha guardato sì al documento “scritto” che ci é stato tramandato, ma anche e diremmo principalmente al protagonista vivente, al “documento umano”; una fonte, quindi, ancora da codificare, ma viva e aperta a quanti, come noi, si adoperano ancora oggi per scoprirla, ufficializzarla, “scriverla”.
Il compito non é stato per niente agevole, anzi. Ogni fatto folklorico, infatti, è un fenomeno che vive nel complesso delle diverse manifestazioni della vita di un popolo e quindi legato fortemente alle varie vicende storico-culturali del passato e del presente. La nostra ricerca è andata proprio in questa direzione, giungendo fino alle radici della nostra storia.
Ecco cos’è il Coro delle Egadi: é il fedele interprete di alcuni aspetti della vita popolare, di usi, di costumi e di determinate vicende storiche locali, che assieme costituiscono l’humus entro cui il canto nasce e si diffonde.

Roald Vento
Presidente Coro delle Egadi



Quasi impossibile scrivere una pagina di presentazione sul Coro delle Egadi: perchè in poche righe si devono raccontare la storia, le tradizioni, il folklore di un intero territorio; perchè in poche parole si devono compendiare gli usi, i costumi, i centenari modi di fare di un’intera Provincia; e soprattutto sviscerare i valori di un Popolo che ha sulle spalle oltre tremila anni di civiltà.
Perchè il Coro delle Egadi rappresenta tutto questo. I suoi 65 anni di vita sono soltanto anagrafici: in realtà esso incarna la civiltà di questa Terra, di questo Popolo, che si è andata sedimentando attraverso secoli di storia.
Il Coro non rappresenta Trapani, ma l’intera Provincia; non a caso, pur essendo radicato nel Capoluogo, porta il nome di quelle isole che spesso assurgono a bandiera dell’intero territorio.
E quando, così in Italia, come all’estero, porta i suoi canti ed i suoi balli, non si identifica solo con il nucleo abitativo di Trapani: racconta il canto dei cacciatori di Salemi, le nenie dei salinai dello Stagnone, i canti di lavoro dei tonnaroti di Bonagia e di Favignana, i canti d’amore delle belle donne di Paceco.
Tante volte il Gruppo è stato testimonial d’eccezione del nostro territorio, esportando all’estero un’immagine sana, gioiosa, laboriosa, positiva, della nostra Provincia; la sola immagine che ci rappresenta.
Il Coro delle Egadi è un gruppo in cui ritroviamo i valori dell’intera Provincia ed in cui tutti noi, Trapanesi in senso lato, ci identifichiamo; e ci auguriamo che esso continui a crescere con noi, socialmente e culturalmente, come finora ha fatto nei suoi 65 anni di attività.

Giulia Adamo
Presidente Provincia Regionale di Trapani



Sono lieto di potere annoverare tra i miei primi atti da Sindaco di Trapani la partecipazione ai festeggiamenti del sessantacinquesimo compleanno del Coro delle Egadi. Mi appare simbolico e beneaugurante.
Il Coro delle Egadi è la continuità di questa città: di una collettività che ha attraversato momenti esaltanti, economicamente e culturalmente, ma anche momenti bui in cui ha saputo mantenere la propria dignità, orgogliosa del suo passato e fiduciosa in un avvenire ancora migliore.
Il Coro delle Egadi ha sempre incarnato questa grande forza, aggrappato alle sue radici, proiettato nel futuro: ha rappresentato la parte migliore dei Trapanesi, quella produttiva e laboriosa, quella dei sentimenti sani. In sessantacinque anni di storia, sono centinaia i cittadini che hanno dato il loro contribuito per la sopravvivenza delle nostre tradizioni: ma lo spirito è rimasto sempre uno.
É l’anima popolare di questa città, un’anima che non ha colore politico: e per questo rappresenta tutti; abbracciando i suoi componenti di oggi è come se abbracciassi ad uno ad uno tutti gli abitanti di questa città; ed identificandomi con la sua storia, con la sua tradizione, è come se facessi un viaggio senza tempo tra le strade del Centro Storico, ad assaporare quei valori che mai, fortunatamente, si sono persi.

Mimmo Fazio
Sindaco di Trapani

Un ringraziamento particolare all'autore Elio D'Amico
per il lavoro di ricerca minuziosa durato circa 2 anni
e per la realizzazione di questo meraviglioso volume
che rimarrà nella storia della nostra Città.

Nel Coro anche dei canterini in erba: la piccola Anna Di Giovanni in uno spettacolo al Teatro di Segesta nel 1937.

Con pazienti ricerche effettuate su giornali d’epoca, d’archivi fotografici di privati e dalla memoria di coloro che vissero quelle giornate, siamo riusciti a “ricostruire” i nomi di quasi tutti i componenti del “Coro” edizione Opera Nazionale Dopolavoro del P.N.F.. Non essendo nella possibilità, però, di dare a ciascun volto il proprio nome, (sono trascorsi 65 anni...) elenchiamo quì di seguito, in ordine alfabetico quei “pionieri”. Michele Alastra, Lidia Bruno, Enzo Basciano, Nicolino Barraco, Anna Bortolotto, M° Settimo Bulgarella, Francesca Cardella, Giovanni Casano, Giuseppe Corso, Stefano Cosentino, Diego Candia, Gelsomina Calderaro, Dante D’Amico, i fratelli Sebastiano e Maurizio D’Amico, le sorelle Armanda, Nuccia ed Ines Era, Girolamo Favara, Vincenzo Fiorino, Anna Ferrante, le Sorelle Ester, Giuseppina e Laura Gallo, Francesco Lombardo, Atanasio la Barbera, Andrea Lombardo, Vincenzo Manzo, Francesco Mondello, Irma Migliori, Giuseppina Marrone, Michele Maida, Giuseppe Poma, Maria Antonietta Rizzo, Mario Ruggirello, Pina Salvo, Giuseppina Scinia, Maria Salvo, Alberto Torre e Giuseppe Valenti. Al nostro elenco ci sono altri quattro cognomi di giovani di cui non siamo riusciti a rintracciare il nome di battesimo. Per dovere di cronaca li riportiamo: sono tutti di sesso maschile: Carpitella Napoli, Sorrentino e Torre.



Il popolare “Zu Mommo Favara”
in una foto del 1939, attorniato da alcuni canterini.

Il Coro delle Egadi di Trapani rappresenta oltre sessantacinque anni di storia e tradizione popolare.
Il gruppo è nato nel mese di Maggio del 1935, quando l’Opera Nazionale Dopolavoro, che allora organizzava il tempo libero degli Italiani, diede il via ad una campagna per la riscoperta e valorizzazione delle radici etnologiche, tendente a salvare e tramandare la tradizione ed il folklore. Nell’ambito di questa iniziativa provvide ad inquadrare i vari gruppi dilettantistici che, più o meno ufficialmente, ancora proponevano, spesso in maniera improvvisata ed approssimativa, i canti popolari.
A Trapani il Direttore dell’E.N.A.L. (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori) Giuseppe Parisi, raccolse un gruppo di appassionati e diede vita alla prima struttura ufficiale di un gruppo che, pur essendo sorto a Trapani, si volle chiamare “Coro delle Egadi”, dal nome dell’incantevole arcipelago che sorge dinanzi al capoluogo.
Ciò è sintomatico della mentalità “aperta” che fin d’allora caratterizzò il Gruppo che, nella sua impostazione, doveva essere un Coro che affondasse le sue basi non solamente nelle radici contadine della città, ma che guardasse, anche e soprattutto, alle tradizioni marinare. In pratica, doveva rappresentare non solamente le tradizioni della città di Trapani, ma dell’intero suo territorio.
Per l’impostazione musicale Parisi si rivolse alla massima autorità siciliana nel campo dei canti popolari: Girolamo Favara, autore di un “corpus” comprendente la più voluminosa raccolta di canti popolari della Sicilia Occidentale (a cui obbligatoriamente è costretto ad attingere chiunque voglia fare folklore), di cui il Coro delle Egadi divenne presto il cantore ufficiale.

Il Maestro Peppino Burgarella dirige il gruppo vocale del Coro.

Davanti ad un pubblico strabocchevole, il 2 Maggio 1937 il Coro delle Egadi fa la sua prima rappresentazione ufficiale presso il Teatro Greco di Segesta.

Nell’immediato dopoguerra ogni mezzo era buono per raggiungere il luogo dell’esibizione.

Enzo Basciano e Maurizio D’Amico in prima fila sfilano nel 1956 per le strade di Merano.

Questa la prima testimonianza scritta sulla esistenza del Coro: un ritaglio del giornale “L’Ora”, quotidiano di Palermo, del 16 settembre 1937.

1960, Sagra del Mandorlo in Fiore di Agrigento: tra gli altri, i giovanissimi Giovanni Ventimiglia, Toruccio e Totò Tartaro, Franco Infranca, Salvatore Buscemi, Maurizio D’Amico e Nino De Luca.



Il M° Peppino Burgarella

Peppino Burgarella non era, in realtà, un maestro di musica: era un tabaccaio che aveva la sua rivendita alla fine di Via delle Arti, e che, essendo un buon pianista, era solito arrotondare le entrate suonando il pianoforte durante i matrimoni o accompagnando gli spettacoli di varietà al Teatro Garibaldi.
Ma in quel momento era l’unico a cui potere affidare la gestione di un neonato gruppo di musica popolare come il Coro delle Egadi.

Il M° Settimo Burgarella

Ancora oggi, quando nel Coro delle Egadi si cita il M° Burgarella, si dice soltanto “il Maestro”, perché lui non si è limitato ad impostare musicalmente il Coro, ma ne è stato l’anima, incarnandone lo spirito. Settimo Burgarella era già un nome famoso in tutta la Sicilia per la sua Grande Orchestra che, al ritmo di Tom Dorsey, faceva ballare non solamente i giovani trapanesi. Non c’era matrimonio importante, o serata danzante alla moda, o manifestazione musicale di rilevanza, in cui potesse mancare l’Orchestra Burgarella; e lo stesso E.N.A.L. lo utilizzava quale colonna sonora negli spettacoli che organizzava al Teatro Garibaldi, successivamente distrutto nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
A lui venne affidato il Coro affinché ne facesse uno strumento musicale raffinato. Lo impostò a più voci, infondendovi tutta la sua esperienza e professionalità, ma soprattutto vi profuse l’amore per le tradizioni musicali, la sua carica di umanità e il suo entusiasmo, forgiando per sempre i suoi componenti. Come un bambino diventa un bravo studente se ha avuto un buon maestro alle elementari, così il Coro deve certamente gran parte dei suoi successi all’impostazione che gli diede “Il Maestro”.
Uomo di grande carisma, fuori dalla scena Settimo Burgarella era il trascinatore della compagnia, sempre pronto a tirare scherzi ai ragazzi del Coro, ma anche a subirli con altrettanto buonumore; ma sulla scena si trasformava, divenendo burbero e severo. Nella sua assoluta fedeltà allo spirito della musica popolare, egli la interpretava alla lettera così come era stata tramandata, per trasmetterne la genuinità e l’originalità; nonostante utilizzasse gli spartiti del Maestro Favara, accusava sovente questi di averli trascritti a modo suo, non rispettando talvolta i tempi o le cadenze originali. Se non aveva il solista in grado di interpretare quel canto nell’esatta tonalità in cui era stato concepito, si rifiutava di fare eseguire la canzone.
Ma il Maestro Burgarella fu anche compositore sopraffino, scrivendo le musiche, su testo di Enzo Basciano, di quella stupenda canzone che è “A Pacicota”, dedicata alle belle donne del Comune limitrofo.

Il M° Giuseppe Reina

Il M° Reina è stato l’erede di Settimo Burgarella, guidando il Coro delle Egadi dal 1954 al 1956; furono solo due anni, ma bastarono per dare al gruppo un’impronta indelebile. Diplomato al conservatorio, Primo Violino al Teatro Massimo di Palermo, Reina era anche il Direttore della Banda Municipale di Trapani che d’estate, ogni domenica pomeriggio, alla Marina, su un palchetto di legno situato in Piazza Garibaldi, allietava il passeggio dei Trapanesi; ma Reina aveva anche la passione per la musica tradizionale, e così accettò volentieri la direzione del Gruppo, ma portandovi i suoi metodi e la sua professionalità derivata dagli studi musicali.
Egli introdusse una lettura quasi scientifica dello spartito, una rigorosità interpretativa che restituì al folklore la dignità di canto popolare, impostando il Gruppo con una professionalità quasi professionistica.

Il Coro delle Egadi, da sempre è stato veicolo di solidarietà verso chi soffre: eccolo impegnato in spettacoli per i reclusi della Casa Circondariale di Favignana.

Il M° Giuseppina Adamo

Il M° Giuseppina Adamo, per tutti Pina, approdò al Coro giovanissima, con scarsa esperienza in campo folkloristico, a prendere sulle spalle la pesante eredità dei suoi due illustri predecessori, Burgarella e Reina.
Gli inizi, ovviamente, non furono facilissimi, ma la Adamo diede fondo a tutta la sua grinta e, con grande umiltà, a poco a poco cominciò ad addentrarsi, con professionalità, nei meandri della musica popolare.
Pina Adamo ha diretto il Coro per oltre vent’anni con energia e “passionalità”, diventando l’amica di tutti, senza mai perdere la sua figura carismatica di Maestro. Ha attraversato anche periodi amministrativamente difficili, che non potevano non lasciare una traccia anche nell’impostazione artistica, e che hanno rischiato anche la stessa sopravvivenza del Coro; ma Pina ha saputo fare fronte a fughe e stravolgimenti societari, rimanendo sempre un punto di riferimento sia per l’Associazione che per i componenti, portando il gruppo a strepitosi successi internazionali.
I componenti del Gruppo hanno soprattutto trovato in lei un elemento catalizzatore ed un’amica con cui dividere sia i successi che i momenti difficili.

La costituzione del Coro, il reclutamento e l’impostazione dei canti fu lunga e laboriosa, ed occupò quasi due anni di oscuro lavoro: tanti, infatti, ne intercorsero tra il 1935, data di costituzione ufficiale, ed il 1937, anno del suo debutto: particolarmente difficile fu il reclutamento delle voci femminili, soprattutto per l’ora tarda (per quei tempi) delle prove. Poichè il Coro era composto prevalentemente da impiegati, artigiani ed operai, non si poteva provare prima delle ore 20, orario allora proibitivo per le signorine di buona famiglia, a meno che non venissero accompagnate dal padre.
Il repertorio affondava le sue radici sia nella tradizione contadina che in quella marinara della nostra gente, spaziando a 360 gradi e dando un panorama completo di ciò che era l’anima popolare degli ultimi tre secoli. Il programma comprendeva canti di lavoro, serenate, canti e duetti d’amore, canzoni popolari, canti per solisti e per coro, danze popolari.
Ma non si curò solamente la tradizione, si cercò anche la qualità del canto e la sua ricerca armonica; il coro venne quindi impostato a più voci, raggiungendo immediatamente elevatissime vette artistiche.
Amministrativamente il Coro fu allora affidato ad un giovane funzionario dell'ENAL, il Cav. Giacomo Basciano, che successivamente avrà un ruolo determinante nella vita del Gruppo; musicalmente invece, fermo restando il contributo di impostazione etnologica dato da Mommo Favara, il Coro fu affidato a Peppino Burgarella che, ufficialmente, può essere considerato il primo Maestro ad aver diretto il Coro delle Egadi.
Nel Maggio del 1937 il Coro va finalmente in scena, secondo solo al Gruppo di Messina, e precedendo quelli di Siracusa, Catania e Palermo, che pur lo avevano anticipato nella costituzione: il 4 Aprile il Coro fa la sua prima prova esterna presso i ruderi di Selinunte, quindi, di ritorno, un’altra prova presso il Teatro Selinus di Castelvatrano. Il 18 Aprile prova generale presso il Teatro Greco di Segesta dinanzi a pochi spettatori, e Giovedì 2 Maggio il debutto, sempre a Segesta, dinanzi a migliaia di spettatori: si inizia con “Sicilia Bedda” e si termina con l’immancabile, fascista, “Inno a Roma”.
Il secondo spettacolo fu il 26 Giugno a Favignana, ed in Agosto il debutto a Trapani, alla Villa Margherita, in onore di S.A.R. il Principe di Piemonte, presente in città per assistere alle Grandi Manovre che il territorio ospitava.
Qualche giorno dopo, il 18 Agosto, il Coro si esibì davanti la Prefettura di Trapani, avendo come spettatore illustre il Duce Benito Mussolini, che in mattinata aveva inaugurato la direttissima ferroviaria Alcamo-Segesta-Trapani e che, al termine dell’esibizione, invitò i componenti del Coro a raggiungerlo in Prefettura, dove si prestò a farsi fotografare assieme a loro e con loro intonando il consueto “Inno a Roma”.
Di quegli anni è la prima testimonianza scritta sulla vita del Coro: un ritaglio del giornale “L’Ora” di Palermo del 16 Settembre 1937 in cui si dava notizia di una sovvenzione di lire 5.000 concessa dal Ministero della Cultura Popolare.
Ma ben presto il Maestro Peppino Burgarella lasciò il coro, affidandolo alla persona a lui più vicina, il figlio Settimo. Giacomino Basciano, consegnandogli il Coro, costituì quel binomio che avrebbe dato al gruppo trapanese i suoi anni migliori.
Il maestro, assieme alla sua sperimentata professionalità, portò anche la sua immensa umanità e la sua straboccante carica di entusiasmo che fecero del gruppo, oltre che un sodalizio musicale di altissimo livello, anche una fucina di valori e di sani ideali; la sua direzione durò oltre vent’anni, nel corso dei quali il Coro colse forse i suoi più lusinghieri successi, sia in Italia che all’estero.
Il clima di profonda amicizia e solidarietà che si creò all’interno del Coro, ne fece una formazione compatta dentro e fuori dalla scena, cosi che i familiari spesso erano autorizzati a seguire il Gruppo gratuitamente, affidando loro dei fittizi incarichi formali; venivano pure corrisposti contributi (10 lire giornaliere, per un massimo di cinque giorni) a chi, operaio, perdava la giornata lavorativa per gli spettacoli del Coro.
Ma nel 1941 l’attività del Coro venne interrotta, poiché gli uomini erano quasi tutti al fronte e le donne sfollate in campagna con le famiglie; terminato il conflitto si ricominciò a ricostruire il Coro, ma gli sforzi furono ancora maggiori che per la sua costituzione. Molti dei costumi tradizionali e dell’attrezzeria era stata rubata e si ricominciò da quei pochi costumi che alcuni coristi avenano conservato nelle proprie case e che riportarono a disposizione del gruppo.
L’attività ricominciò nel 1950, ma il Maestro Burgarella cominciava ad essere stanco e dopo pochi anni cedette la bacchetta ad un giovane violinista, il Maestro Giuseppe Reina, primo violino al Massimo di Palermo. Reina porto nel Coro soprattutto un grande rigore artistico, curando attentamente la parte squisitamente musicale.
Ma dopo qualche anno, a causa dei suoi importanti impegni artistici, il Maestro fu costretto a lasciare il Coro, che venne temporaneamente riaffidato al M° Burgarella, nelle more di individuare il nuovo Direttore. La scelta cadde su Giuseppina Adamo, una giovane insegnante di musica.
La Adamo portò nel coro la sua irruente passione giovanile, avvicinandosi ai canoni della tradizione musicale popolare con una carica di modestia ed umiltà che le hanno fatto sempre onore, guidando per tanti anni il Coro con energia e "passionalità”.
Nella storia del Coro non è da trascurare l’apporto che diede un grande uomo di cultura, appassionato di storia e tradizioni popolari: il Prof. Salvatore Fugaldi, che ha contribuito in maniera determinante alle scelte artistiche. Egli scrisse, in un articolo pubblicato all’inizio degli anni ‘60 sulla rivista "Trapani" edita dall’Amministrazione Provinciale: “Il segreto di un tale successo sta non soltanto nella validità dei testi interpretati, ma anche nel modo con cui essi sono stati interpretati. Chi ha avuto occasione di assistere ad una sola delle rappresentazioni del Coro ha riportato la convinzione che esso interpreta a fondo l’anima del popolo siciliano e ne ripropone i modi con misura e fedeltà; è uscito dal teatro con l’anima inebriata di luci e di colori, di suoni e di armonie, ha sentito la voce di un popolo che gode e che soffre, che ama e dispera; e, ascoltando quei canti, si è sentito portato a incominciare a riudire, subendo egli stesso quel processo di educazione sociale che nel popolo che canta è autoeducazione della volontà pura”.
Nel 1978 la grande rivoluzione: l’E.N.A.L. viene soppresso quale ente inutile, ed il Coro delle Egadi rischia di scomparire assieme all’organismo che l'ha generato. Sono anni difficili, non solamente per i componenti il Gruppo, ma anche per tutti quegli appassionati di folklore che temevano di perdere uno dei più prestigiosi simboli delle tradizioni cittadine.
L’unico mezzo per sopravvivere era quello di rendersi autonomo e così il Coro, già affiliato alla F.I.T.P. (Federazione Italiana Tradizioni Popolari), decideva di organizzarsi in cooperativa. Con atto del notaio Dr. Giuseppe Fodale, n. 17901 di repertorio, nasceva così la "Cooperativa Coro delle Egadi - Soc. a r.l." con sede a Trapani.
Poiché si è trattato di un momento di fondamentale importanza per la storia del Gruppo, riteniamo giusto citare i nomi dei Soci Fondatori che credettero fermamente nel valore artistico del Coro, permettendogli così di giungere fino ai giorni nostri: Giuseppa Adamo, Mimmo Adamo, Adriano Buscemi, Leonardo Figuccio, Accursio Gerardi, Enzo Lipari, Caterina Pizzardi, Pietro Romito, Antonino Schifano, Giovanni Ventimiglia, Salvatore Xhilone. L’atto non segnò solamente un formale cambio societario, ma una vera e propria rivoluzione nell’amministrazione e nella conduzione artistica. Al Coro fu dato un taglio manageriale più confacente alla nuova struttura societaria, cosa che finalmente gli permise di autogestirsi economicamente e di svolgere la propria attività a 360 gradi, non limitandone quindi l'attività al solo campo musicale.

Per le strade di Cefalù, si è sfilato sopra i caratteristici carretti siciliani.

Il M° Giuseppina Adamo durante uno spettacolo.

Una suggestiva foto dall’alto vede il Coro impegnato nella tradizionale tarantella.

Un avvenimento mondano: il Coro è invitato a Roma per la presentazione della nuova FIAT 600.

Una foto ricordo davanti la sede R.A.I. di Via del Babbuino, a Roma; siamo nel 1956, ed il Coro prese parte alla trasmissione “L’ora dell’agricoltore”, nonostante a Trapani ancora non arrivasse il segnale televisivo.

Una foto storica: alcuni componenti del Coro, tra cui si riconoscono Maurizio e Sebastiano D’Amico, fermi alla stazione ferroviaria di Reggio Emilia in occasione della prima tournée del Gruppo. Siamo nel 1938.

Un momento di pausa nel corso di raduni internazionali: a Chamonix il Coro nella casa di ghiaccio.

Un momento di pausa nel corso di raduni internazionali: foto di gruppo davanti al Parlamento di Belgrado.

1985 - Il Coro festeggia il suo 50° anniversario.



Il M° Agostino Mighali

Agostino Mighali è l’attuale responsabile musicale del Coro delle Egadi.
Agostino viene dalla gavetta, poiché è entrato nel gruppo, appena diciottenne, come semplice canterino: autodidatta, ha imparato a suonare la chitarra ed a leggere la musica, avvicinandosi gradatamente al folklore.
Lo sorregge una grande forza di volontà, la grande passione per la musica popolare ed una dedizione assoluta al Coro, che ormai dirige con il piglio e l’autorità di un vero professionista, ma con l’apertura mentale tipica dei giovani.
Grazie anche alla collaborazione dei più anziani, sotto la sua guida il Coro ha raggiunto, in campo internazionale, i più prestigiosi successi della sua non breve vita.

1978 - L’Italia, grazie al Coro delle Egadi, è presente al Festival Internazionele del Folklore dei Paesi del Bacino del Mediterraneo che si è svolto a Tangeri in Marocco.

Il Coro delle Egadi a Zakopane (Polonia) e a Bevery Hills (Villa Italia), in occasione delle Olimpiadi di Los Angeles del 1984.


Il Coro si esibisce sul palcoscenico del Teatro dell’Università, in occasione della rassegna Internazionale “Il Mulino d’argento”.

Vennero rifatte ex novo quasi tutte le attrezzature. Il Coro si dotò di un impianto di amplificazione tarato per le proprie esigenze musicali, rinnovò il corredo a tutti i componenti, acquistò strumenti ed attrezzature nuove ed infine comprò anche due pulmini per consentirsi maggiore autonomia nelle trasferte.
Dopo una pausa di riflessione di un paio d’anni in cui si è autogestito musicalmente, il Coro è stato affidato ad Agostino Mighali, un giovane autodidatta che, imparato a suonare la chitarra, dirige il gruppo con l’entusiasmo di un giovane, ma con la fermezza e l’autorità di un veterano.
Elencare i numerosi raduni nazionali ed internazionali a cui ha partecipato il Coro delle Egadi è un'impresa titanica e forse anche impossibile, a causa della sua lunga attività e della soppressione dell'ENAL che ne custodiva tutti i documenti più significativi. Tuttavia lo facciamo lo stesso, tentando almeno di non dimenticare le più importanti manifestazioni internazionali e le tappe più significative di questi sessantacinque anni straordinariamente coinvolgenti.
Iniziamo con la tournée che nel 1938 porta il Coro delle Egadi ad esibirsi al Teatro Adriano di Roma, al Comunale di Bologna ed al Lirico di Milano e nel 1939 a Piazza di Siena a Roma.
Nel 1949 il Coro è a Bordighera, nel 1950 a Roma e Rimini, nel 1952 a Napoli, nel 1953 a Taormina e Pescara, nel 1954 a Merano e nel 1956 è ospite della RAI a Roma. Nel 1957 la prima trasferta all’estero lo porta a Chamonix, in Francia; nel 1959 a Saint Vincent, nel 1961 a Torino a rappresentare la Sicilia per le celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia e quindi ancora in Francia, ad Angers.
Nel 1963 il Coro compie una lunga trasferta in Tunisia, esibendosi a Monastir, Cartagine e Tunisi, davanti al Presidente Habib Bourghibba; nel 1967 va a Saumur (Francia) e nel 1969 prende parte al Festival Internazionale del Folkore di Belgrado.
Il 1971 è l’anno di Nizza e nel 1977 ancora una tournée in Francia, a Saintes. Il 1978 è l’anno del cambio della struttura sociale del Coro, ed il Gruppo si muove soprattutto in due direzioni:
- nel portare il folklore e lo spettacolo nei quartieri più degradati, negli angoli più sperduti del territorio, nei centri sociali dove assolve una funzione anche educativa, eseguendo pure canti popolari religiosi;
- nell’inserirsi sempre più nei circuiti internazionali, per promuovere l’immagine più positiva della Provincia di Trapani e della Sicilia tutta. Sempre nel 1978 il Coro delle Egadi porta il folklore locale nelle città del Marocco, nel 1979 è a Taormina e nel 1980 a Zakopane, in Polonia.
Nel 1981 il Coro ritorna in Jugoslavia, a Ohrid; nel 1982 ancora a Saintes e nel 1983 si esibisce a Vienna; il 1984 è l’anno delle Olimpiadi di Los Angeles ed il Coro delle Egadi porta una fetta di italianità agli atleti azzurri impegnati nella partecipazione ai Giochi.
Nel 1986 tre sono gli impegni internazionali: il Coro si reca a Warffum, in Olanda, per prendere parte al 21° “Op. Roakeldais”, partecipa al XIX Festival del Mediterraneo a Murcia e Lorca (Spagna), e dal 2 al 14 Novembre è a Tel Aviv, in Israele; nel 1987 si esibisce a Malta e nel 1988 effettua una lunga tournée in Brasile, dove prende parte a numerose manifestazioni per celebrare il 1° Centenario dell’Immigrazione Italiana.
Nel 1989 il Coro è ancora in Francia, a Le Mainoir sur la Senne, nel 1990 organizza a Trapani il “Mulino d’argento”, nel 1992 a Budapest e nel 1993 ancora una lunga e fortunata trasferta a Toronto, in Canada; nel 1994 prende parte alla trasmissione televisiva di Mediaset “Stranamore” e nel 1995, dopo una tournée in Sardegna, il gruppo è a Moita e Santarem, in Portogallo, dove torna nel 1997, alle Isole Azzorre. L’anno si conclude in Tunisia, a Monastir e a Tunisi, dove il Coro è ospite del Presidente della Repubblica Zine El Albine Ben Alì e dove torna anche l’anno dopo. Nel 1999 il Coro compie una delle tournèe più importanti della sua storia: è a Damasco, in Siria, unico rappresentante della cultura occidentale; nel 2000 è invece a Milano, ad inaugurare la Fiera Internazionale dell’Artigianato.
Questa la cronologia degli avvenimenti; ma vi sono episodi, spettacoli, manifestazioni, incontri, che vanno ben al di là dell’esibizione ben riuscita o della tournée di successo. Ci sono cose che segnano non solamente la vita di un gruppo folkloristico, ma anche quella dei suoi componenti. É il caso dell’udienza ricevuta a Roma da S.S. Paolo VI nel 1967, di ritorno da Samour, o dell’incontro festoso a Palermo con S.S. Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita in Sicilia. In questa occasione il Coro rappresentò l’intera Sicilia ed il Santo Padre si unì ai canterini trapanesi quando questi gli dedicarono un canto religioso polacco.
E che dire dell’incontro e dei complimenti del Presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro, in visita ufficiale nel 1997 a Trapani? E dei numerosi premi e riconoscimenti assegnati al Coro in ogni parte del mondo? E delle manifestazioni di prestigio internazionale, come la Sagra del Mandorlo in fiore di Agrigento o la Zampogna d’oro di Erice, di cui il gruppo è stato praticamente ospite fisso? E di come sia di casa al Centro Studi Ettore Majorana di Erice?
Bisogna pure fare attenzione a non dimenticare la capacità organizzativa del Coro delle Egadi che per tanti anni ha proposto il Mulino d’Argento e la Rassegna degli strumenti popolari; come non va dimenticato il costante contributo che il Gruppo ha dato a manifestazioni di carattere culturale, sportivo, di beneficenza e di volontariato.
Da ciò si desume che il Coro delle Egadi è molto più che un semplice testimone della cultura e della tradizione trapanese; rappresenta infatti un impegno sociale per i singoli e per la collettività; guarda attentamente alla tutela delle tradizioni ed è un indispensabile strumento di trasmissione di memorie alle generazioni future; è l’allegria dei duetti d’amore ed il sudore dei canti di lavoro, è il più fedele ambasciatore della storia e della cultura trapanese nel mondo.
Il Coro delle Egadi non è un semplice elemento della trapanesità; è Trapani stessa; è le sue radici; è parte integrante del suo DNA e come tale non potrà mai scomparire.

Il Coro rappresenta l’Italia all’8° Festival del Mediterraneo di Malta e si esibisce allo Stadio Nazionale di Budapest.

Il Coro al Festival Internazionale di Monastir.

Al Festival di Damasco, è l’unico gruppo europeo.

“Chin International Picnic”, a Montreal (Canada).

Palermo, 21 novembre 1982 - Piazza Politeama: l’incontro più emozionante e più caro per i componenti del Coro. Papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita alla città, unisce la Sua voce a quella dei canterini del Coro che, per l’occasione, accennano un famoso canto polacco.

Non solo folklore: nella ricca chiesa di Custonaci, il Coro delle Egadi esegue i suoi tradizionali canti di Natale.

1997 - Il Coro delle Egadi è salutato dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.

I personaggi

Nei suoi 65 anni di vita, il Coro delle Egadi è stato fucina creativa di personaggi che, entrati giovanissimi tra le sue fila, si sono poi affermati professionalmente e culturalmente anche nella vita; ma è stato anche la naturale meta di tanti che, già personaggi nella vita, hanno visto nel Coro una loro naturale collocazione, per meglio estrinsecare la propria personalità.
Molti di questi, purtroppo, non ci sono più; ma il loro ricordo è giunto fino a noi ed è destinato a perpetuarsi ancora nelle future generazioni per quanto hanno disinteressatamente dato al Coro delle Egadi.
“U zu Mommu Favara” (nella foto, il primo da destra) è il fondatore del Coro. Favara è certamente ancora oggi il massimo studioso dei canti popolari siciliani; la raccolta che ne curò, trascrivendo parole e musica, che registrava dalla viva voce degli anziani, è tutt'oggi il punto di riferimento di quanti, dilettanti e professionisti, vogliono avvicinarsi alla musica popolare.
La seconda citazione non poteva essere che quella di Giacomino Basciano, dagli anni ’40 al 1975 Presidente dell’ENAL e del Coro: egli diresse il gruppo con grande fermezza, con spirito di sacrificio e con rara professionalità, prendendo per mano il Coro negli anni di rodaggio fino a portarlo, in tempi difficili, alle più esaltanti soddisfazioni internazionali. É tutt'ora ricordato come il manager che diede l’impostazione al Coro.
La terza colonna portante è stato il M° Settimo Burgarella, uomo di grande dirittura morale, che sapeva unire alla professionalità del musicista, l’arte e la fantasia dell’uomo di spettacolo; sciampagnone e amante degli scherzi, era il primo a divertirsi con gli altri componenti il Coro; ma, salito sul palcoscenico ed imbracciata la fisarmonica, non conosceva più nessuno e pretendeva da tutti la massima applicazione e serietà. E’ stato, semplicemente, “Il Maestro”.
Tra gli interpreti spicca la simpatia di “u zu Pippinu Corso”, sempre pronto alla battuta e allo scherzo, con le sue due belle figliole Giovanna ed Adua.
Tra le persone che non ci sono più, un posto speciale nella memoria spetta anche allo “zu Maurizio D’Amico”, bandiera del Coro per 40 anni, interprete unico di “Chi masculu, chi masculu”, amato ancora per la sua carica di simpatia e di umanità; lo vediamo in una foto scattata nel 1959 al carcere di Favignana.
Tra le voci più belle si ricordano ancora quella di Enzo Basciano, tra l’altro autore delle parole de “La Pacicota”, una delle più belle canzoni del repertorio del Coro, musicata dal Maestro Settimo Burgarella, ancora nel repertorio del Coro; la foto che apre il capitolo è del 1952 a Napoli, con Margherita Bosco. Di Enzo si ricorda pure che, per il suo personale costume popolare, veniva chiamato come uomo-immagine in sagre e manifestazioni in tutta la Sicilia.
Giovanni Casano, famoso oltre che per la sua stupenda voce di tenore drammatico, anche per il suo insaziabile appetito... e Stefano Cosentino, tenore lirico, grande amico e rivale di Casano.
Totò Tartaro con il suo celebre “sciccareddu” si faceva comprendere in ogni parte del mondo.
Nino Schifano, indimenticato interprete di “Arsura”, dotato di una voce dolcissima.
Anche le donne hanno avuto un ruolo determinante nella vita del Coro: è il caso di Maria Pia Marascia, una delle più belle voci nella storia del Gruppo.
Pina Scinia, nella foto, alla bravura ed alla bellezza accoppiava uno stupendo costume che era stato ricamato appositamente per lei.
E come dimenticare Salvatore Termini (pagina accanto con il bummalo), mattatore con il Coro ed in tutti gli spettacoli teatrali della Provincia. Tutti personaggi di grande professionalità ed umanità, che hanno contribuito in maniera determinante alla crescita artistica e spirituale del Coro.
Il friscalettaro più famoso è stato certamente Salvatore Buscemi.
Santino Arceri, Capogruppo e Presidente del Coro dal 1987 al 1990.
Salvatore Xhilone, tenore detto Schipa (foto a destra), faceva e fa ancora coppia con Nino De Luca, baritono detto Bechi (foto sotto).
Ma del gruppo ancora fanno parte personaggi che sono già un mito: prima tra tutti Cinzia Fugaldi, decana per simpatia e non per età, presentatrice ufficiale del Coro.
Uno dei personaggi più importanti degli ultimi anni è certamente Baldo De Vincenzi che, oltre ad una bella voce, ha apportato anche la sua esperienza amministrativa nei primi anni difficili della cooperativa.
Sarebbe impossibile elencare tutte le persone che, in questi 65 anni di vita del Coro, hanno dato un apporto determinante e disinteressato: sono tanti. Ma, in ogni caso, ogni componente, anche solo per una stagione, ha pur sempre dato un personale contributo degno di merito, poiché con la sua opera, per quanto di breve durata, ha contribuito in maniera decisiva alla sopravvivenza ed alla crescita del Coro e delle tradizioni folkloristiche della nostra terra.
Nella foto: Maranzano, Tamburello maschile, bummalo e friscaletto - tutti assieme li suonano rispettivamente Santoro Sebastiano (detto Nuccio), Adriano Buscemi, Giovanni Ventimiglia e Vincenzo Gulino.

Il "maranzano", tipico strumento dell'area contadina, suonato nella foto da Settimo Di Giovanni.


Ricchi burgisi.

Il tradizionale costume del marinaio trapanese.

I costumi che le donne e gli uomini del Coro delle Egadi indossano in scena sono il frutto di accurate ricerche nei testi sulle tradizioni popolari e sono ricavati soprattutto dalle testimonianze del Pitrè. Pur essendo un po' simili a tutti i costumi tipici della Sicilia, essi sono comunque caratterizzati da qualche elemento che li riconduce alla Provincia di Trapani o, comunque, alla Sicilia Occidentale.
Sia gli uomini che le donne non indossano tutti lo stesso costume, ma rappresentano i vari ceti sociali della realtà trapanese: molti presentano il costume del "burgisi", ricco proprietario terriero, che indossava un vestito di velluto a coste con pantaloni lunghi e stivaletti, fiocco rosso al collo e fascia ai fianchi dello stesso colore. Il "contadino", invece, non ha giacca, e sotto la camicia indossa un paio di pantaloni alla zuava con calzettoni bianchi; simile a questo è il costume dei "marinai", ma con i calzettoni a righe.
Caratteristico delle zone montanare, per ripararsi dal freddo, è lo "scapularu", largo e pesante mantello di panno con cappuccio.
L’abito delle donne, invece, è quello delle "popolane", delle "contadine" e della "sposa". Tutte hanno una camicia bianca con le maniche a sbuffo, un corpetto che le stringe a vita, ed un grembiule bianco di pizzo sull’ampia gonna. Popolane e contadine si differenziavano proprio in quest’ultimo indumento: le prime indossavano una gonna di panno di unico colore, mentre le seconde le avevano di colori più vivaci, con dei nastri multicolori sull’orlo; tutte si coprivano con uno scialle, "u mantu", di seta d’estate e di lana d’inverno. Le spose aggiungevano un prezioso velo di merletto sulla testa.

Il tradizionale “scappularu”, grosso mantello di panno con cappuccio, indossato sia dalle donne che dagli uomini, nella zona del Monte Erice, durante le giornate fredde e nebbiose.

Contadine e il ricco costume dello sposo e della sposa

L’orchestrina è uno dei punti di forza del Coro delle Egadi. Con i suoi strumenti tipici non è solamente l’accompagnamento dei canti di solisti e coro, ma è essa stessa fonte di allegria e testimonianza della ricerca musicologica.
Al fianco di strumenti tradizionali, ma appartenenti un po’ al folklore di gran parte dell’Europa, come la chitarra e la fisarmonica, possiamo trovare strumenti arcaici appartenenti solamente alla tradizione siciliana: il più famoso è, probabilmente, il “marranzano”, antico strumento aerofono, composto da due barre di metallo che costituiscono quasi un cerchio, al cui centro è posta una lamina che, appoggiata alle labbra, viene fatta vibrare. La cassa armonica è costituita dalla bocca del suonatore.
Lo strumento, di origine araba, era originariamente di canna, ed usato principalmente dai pastori per farsi compagnia nelle lunghe giornate sui monti.
Anch’esso aerofono è il "bummulu": strumento improprio, è costituito da un vaso di terracotta vuoto, adatto a contenere vino o acqua. Il suono viene emesso soffiandovi dentro, per riprodurre il rimbombo di un suono cupo. L’etimo si collega alle voci greche “bombyliòs” o “bombylè”, voci onomatopeiche che riproducono il gorgoglio di un liquido, versato dal recipiente.
Il bummulu, oltre che uno strumento musicale, è anche un efficace mezzo coreografico, poiché chi lo suona si esibisce spesso in acrobazie, lanciandolo in aria e riafferrandolo al volo, per continuare a suonarlo senza mai perdere il ritmo.
Se i primi due sono strumenti tipicamente maschili, il "tammureddu" è indifferentemente maschile o femminile: strumento a percussione membranofono, è costituito da un cerchio di legno munito, ai bordi, di “cirimuli” (una specie di piccoli piattini di ottone), su cui viene tesa una pelle di asino o di montone. I tammureddi femminili sono piccoli e vivacemente decorati, mentre quelli maschili sono molto più grandi, e percossi con l’intera mano e con i gomiti.
Di origine ellenica è il "friscalettu", strumento a fiato in canna mediterranea con l’imboccatura a becco ed alcuni fori per modulare le note; elemento della cultura agro-pastorale, spesso è il solista dell’orchestrina, soprattutto nelle danze. E’ uno strumento allegro, che trascina pubblico e canterini, con cui i friscalettari siciliani spesso fanno sfoggio di virtuosismo, scatenandosi in passaggi impossibili a velocità sempre crescente.
Simile al classico triangolo delle orchestre è l’“azzarinu”, strumento a percussione dal suono acuto ed argentino, composto da bacchetta d’acciao di diversa lunghezza, tenute assieme a forma di triangolo e suonato percuotendo le bacchette con un mazzuolo di ferro.
Altro strumento popolare usato dal Coro è la fisarmonica o l’organetto, comune alle orchestre popolari di tutto il mondo, e che rappresenta la versione volgare e semplificata del pianoforte.
Come si intuisce, sono tutti strumenti che non necessitano di uno studio approfondito ma che, proprio perché utilizzati da popolani spesso incolti, necessitavano solamente di ritmo e buon orecchio.


L’orchestrina al completo davanti la Madrice di Erice.

Bummalo

Il “friscaletto”, allegro accompagnatore di travolgenti danze: nella foto, Piero Corso.

Una colorata esibizione del Coro a Murcia, in Spagna. Piero Romito, in primo piano, suona il “bummalu” e le ragazze agitano il tradizionale “tamburello”.

(Foto sopra): Il Coro delle Egadi nel 1968 con il regista Enzo Trapani, con cui ha registrato una trasmissione televisiva.

Il Coro delle Egadi ed il cinema. Non sono mancate le occasioni per una presenza artistica in occasioni di films girati nella nostra provincia. In questa foto il Coro con gli attori Renato Salvatore, Jacoob Lee e Gian Maria Volonté durante una pausa del lavoro “Radici” che una troupe italo-americana girò nel 1974 fra Erice e Castellammare.

Per comprendere davvero ciò che il Coro delle Egadi ha rappresentato in questi sessantacinque anni per il territorio di Trapani e per la sua cultura, per prima cosa dobbiamo senza indugio guardare alla sua fondazione: nasce nel 1935 per volontà dell’Opera Nazionale Dopolavoro, apparentemente per meglio gestire il tempo libero degli Italiani, ma in realtà inserito in un piano politico ben preciso.
Siamo in piena autarchia, quando è indispensabile alla stessa sopravvivenza tirare fuori tutto ciò che è italiano; è il momento in cui vengono esaltati tutti i valori tradizionali della gente italica – la famiglia, il lavoro, l’amore – per ricondurre la popolazione alla riscoperta della passata grandezza della nostra gente.
Il fine è quello di dimenticare le difficoltà dell’autarchia, ma in campo culturale questa riscoperta degli antichi valori permetterà la conservazione e la trasmissione ai posteri di vari aspetti della cultura popolare.

Il Coro delle Egadi con i cantanti Dory Ghezzi e Franco Leonardi con i quali ha partecipato ad una trasmissione televisiva.



Drammatizzazione durante i “Giochi fanciulleschi nella tradizione”, organizzati ad Erice a cura del Coro delle Egadi.

I VIP non disdegnano di fare una foto con il Coro: ecco Osvaldo Bevilacqua, conduttore della trasmissione televisiva “Sereno variabile”; con lui, da sinistra, Piero Corso, Salvatore Xhilone, Antonio Vivona e Agostino Mighali.

Il Coro delle Egadi non è soltanto folklore, ma ricerca delle tradizioni popolari a 360 gradi: eccolo impegnato nei canti di Natale presso la Cattedrale di San Lorenzo a Trapani.

Il bel frontespizio di una delle raccolte di canti e danze popolari donate dal Coro delle Egadi alla Biblioteca Fardelliana di Trapani.

Il Coro, dunque, nasce come paladino delle tradizioni popolari della nostra terra, come vestale dei canti e delle danze che, nei secoli, hanno scandito le giornate lavorative dei nostri contadini, dei nostri salinai, dei nostri tonnaroti; questo carattere, diremmo quasi sacro, il Coro non se l’è più scrollato di dosso, ergendosi ancora a tutore della cultura popolare trapanese, come una solitaria torre normanna.
Il Coro non ha mai abbandonato i sentieri della vera tradizione, rifiutando innovazioni ed arrangiamenti, pur pagandone le conseguenze in un mondo in cui si fa sempre meno cultura popolare e sempre più folklore asservito allo spettacolo.
Ma il Coro, pur rimanendo fermo nella difesa delle autentiche tradizioni popolari, in questi anni ha pur subito la sua evoluzione, affermandosi sempre più come mezzo propulsore per fare conoscere, sotto varie forme, l’antica cultura della nostra terra.
Se gli spettacoli, che hanno portato il nostro folklore nei quattro angoli del mondo, sono il mezzo più comune per far conoscere le nostre tradizioni popolari, altrettanto importanti sono i mezzi più moderni di cui il Coro si è servito: intendo l’incisione di un LP, “Ventu di mattanza”, che ha permesso alle nostre canzoni di volare lontano, dove i nostri stessi canterini non sono mai arrivati.
Ma non sono stati trascurati nemmeno altri mezzi più popolari, come la partecipazione a spot commerciali nazionali (Cirio, Ferrero ed altri) o l’esibizione, in maniera sempre consona alla tradizione, in trasmissioni televisive cosiddette “leggere” o a fine turistico, per la valorizzazione del nostro territorio: tra queste, agli inizi degli anni ’70, la trasmissione televisiva “Trapani a Trapani” per la regia di Enzo Trapani e con la partecipazione di noti cantanti della musica leggera quali Rocky Roberts, Sergio Leaonardi, Dori Grezzi e Silvie Vartan
A difesa della città, il Coro è sceso due volte in campo, in radio e televisione: alla fine degli anni ’50 nel “Campanile sera” presentato da un giovanissimo Mike Buongiorno, con Renato Tagliani e Silvio Noto, in cui Trapani vinse per tre settimane consecutive il titolo; e nel 1975 nella trasmissione “Il Gonfalone d’oro”, gara radiofonica tra i comuni siciliani presentata da Renzino Barbera, contribuendo in maniera determinante a fare arrivare la città al secondo posto, battendo le favorite Catania e Palermo.
Anche il cinema ha dato spazio al Coro delle Egadi, con la partecipazione al film italo-americano “Radici” girato nel 1974 tra Erice e Scopello e che ha avuto, tra gli interpreti, Renato Salvatori e Gian Maria Volontè; così come anche il teatro è stato un mezzo di divulgazione dei nostri canti, con la partecipazione ad un’edizione musicale di “Gatta ci cova” di Russo Giusti.
Ma il Coro ha spesso dato il suo contributo alla crescita della cultura popolare in città non solamente con la sua presenza in palcoscenico, ma fornendo anche i mezzi ad altri per approfondire questo campo: ne è esempio la donazione che il Coro delle Egadi ha fatto nel 1950 alla Biblioteca Fardelliana, a cui ha generosamente elargito un volume contenente una serie di canti e danze popolari siciliane del Maestro Carlo Maria Magno, edite dalla casa editrice “Triquetra” di Palermo. Ma spesso è stato il Coro, con il suo folklore e le sue danze, ad essere citato in numerosi libri: ne è ultimo esempio “Scusi, permette un ballo?” a cura di Emilio Vita edito dall’Editoriale Essegi di Ravenna, dove gli è stato dedicato un intero capitolo.
E non bisogna dimenticare l’impegno sociale del Coro, sempre pronto ad accorrere, gratuitamente, dove più si soffre: nelle carceri, negli ospizi, negli ospedali, negli orfanotrofi, per portare una nota lieta, che aiuti a dimenticare, almeno per un po' la triste realtà. Ed in quest’ottica vi sono anche i Concerti di Natale, sempre appartenenti alla tradizione popolare siciliana, che il gruppo porta in tutta la Sicilia.

Foto di gruppo con scienziato: il Coro attorno al Prof. Antonino Zichichi.



Lo staff organizzativo composto da Elio D’Amico, Baldo De Vincenzi, Maria Pia Basiricò e Roald Vento

“I giochi fanciulleschi nella tradizione”, un ulteriore impegno del Coro delle Egadi, alla ricerca del costante rapporto tra giovani e tradizione.

Ma ciò che ha più qualificato il Coro è stato l’incontro continuo con personalità del mondo politico e culturale: il Presidente della Repubblica Scalfaro, il Presidente della Repubblica tunisina, i Premi Nobel del Centro Ettore Majorana di Erice; e soprattutto l’udienza a Roma con S.S. Paolo VI e quindi l’incontro a Palermo con S.S. Giovanni Paolo II. In quest’ultima occasione è stato il Coro delle Egadi ad accogliere il Pontefice in rappresentanza della Sicilia, ricevendone l’onore di poterlo annoverare per qualche minuto tra le proprie fila, allorché si è unito al canterini trapanesi per cantare assieme a loro una canzone della “sua” Polonia che il Coro, affettuosamente, gli stava dedicando.
L’ultima iniziativa del Coro delle Egadi è stata la riproposizione, nell’eterna suggestione di Erice, dei “Giochi fanciulleschi della tradizione” in cui, per mezzo di mostre, convegni, dibattiti, giochi e spettacolarizzazioni, sono stati fatti rivivere giochi e giocattoli con cui sono cresciuti i ragazzi del secolo precedente. Ma altri orizzonti ancora si schiuderanno al Coro delle Egadi, quale giusto riconoscimento alla fedele interpretazione e custodia delle tradizioni popolari trapanesi, e sempre più parte integrante e motore essenziale della cultura della città.
Un’opera, dunque, a 360 gradi: un’evoluzione che l'ha portato ad essere sempre presente e vigile, sempre pronto ad adeguarsi alle nuove esigenze, per far sì che il folklore, le tradizioni e la cultura popolare non perdano mai la propria attualità.
Un’evoluzione che sin qui ha consentito ai Trapanesi, ai Siciliani, agli abitanti del Mondo, di conoscere a fondo le proprie radici, perché solo così una comunità può crescere serena ed orgogliosa di sapere che qualcuno riesce ad interpretarne perfettamente l'identità.
Il Coro è radicato nel suo territorio, non solamente come struttura fisica, ma ancor di più come mentalità, come espressione
della cultura locale. Il Coro nasce formalmente come veicolo per i canti e le danze della nostra terra; ma è molto di più, perché il Gruppo non è solamente l’espressione della cultura popolare, ma incarna i sentimenti, i valori, le caratteristiche, i pregi ed i difetti della nostra gente.
Dal territorio e dai suoi abitanti ha ricevuto tanto: l’affetto, la stima, l’identificarsi del popolo grezzo e dell’élite culturale in quelle che sono le sue manifestazioni artistiche.
Ma ha anche dato tanto: una presenza costante nella vita culturale e sociale, con la partecipazione a manifestazioni internazionali di grande richiamo, ma anche alle sagre di paese, alle feste rionali.
è stato dove la popolazione soffre, tra i baraccati del Belice, nelle carceri, nei centri per anziani, negli orfanotrofi.
è stato portatore della cultura del territorio all’estero; ma anche testimonial pubblicitario delle sue bellezze artistiche e paesaggistiche, del suo mare, della sua cultura, della sua ospitalità.
Ed il territorio gliene è grato, come il Coro delle Egadi è grato al suo territorio.




Da sinistra in piedi: Vivona Antonino, Venza Teo, Cernigliaro Ignazio, Xhilone Salvatore, Sugamieli Giuseppe, De Caro Giuseppe, Vento Roald (Presidente), Guaiana Cristoforo, Di Giovanni Salvatore, De Luca Antonino, Stinco Alessandro, Calcara Rocco, Xhilone Franco, De Vincenzi Baldassare, Corso Pietro, Todaro Antonio.
Da sinistra seduti: Di Giovanni Settimo, Lentini Rosanna, Barbiera Anna Maria, Furia Francesca, Fanara Vincenza, Fugaldi Vincenza, Tonni Tiziana, Ferro Donatella, Bertolino Laura, Fontana Vincenza, La Bruzzo Giuseppina, Xhilone Daniele.
Accosciati: Maltese Giovanna, Pappalardo Vita, Adragna Baldassare.
Altri componenti: Bertolino Anna, Marrone Antonino, Piccirilli Egidio.

Il Coro delle Egadi è oggi una Cooperativa in cui gli stessi canterini costituiscono, senza alcun supporto esterno, quella struttura amministrativa che ancora la regge.
Dalla sua costituzione il Coro è passato indenne tra scissioni e crisi economiche, ma sempre continuando a portare sul palcoscenico la trascinante allegria del popolo siciliano, senza mai fare trasparire sulla scena i problemi che lo travagliavano.
Da qualche anno il Coro delle Egadi naviga per mari sicuramente più tranquilli; merito soprattutto degli uomini che lo hanno diretto e che ancora lo dirigono e che sono riusciti a mantenerlo sempre ai vertici del folklore internazionale, nonostante troppo spesso le Istituzioni, per ignoranza o per incuria, lo abbiano colpevolmente trascurato.
Dall’Aprile del 2000 il Coro ha un nuovo Consiglio Direttivo, i cui programmi sono quelli di impegnare il Gruppo a 360 gradi, facendone il volano della cultura popolare della Provincia, con iniziative che vanno ben al di là del semplice spettacolo e tendenti sempre più a fare avvicinare soprattutto i giovani alla cultura popolare, per rigenerarsi continuamente e perpetuare nel tempo quelle che sono le proprie radici etniche.
Il programma è sicuramente ambizioso e di non facile realizzazione, soprattutto per l’impegno economico che esso comporterà: il primo obiettivo sarà quello di ristrutturare la sede sociale, per farla diventare un museo del Coro e per renderla più confortevole per i Soci e per i loro familiari.
Per meglio gestire artisticamente il Coro, il Consiglio d’Amministrrazione è intenzionato a costituire una Consulta tecnico-scientifica che, sotto la guida del Presidente, possa dare quelle direttive che costituiranno la base artistica su cui si muoverà l’intera vita del Gruppo.
A questo scopo il Coro si aprirà a nuove forme di spettacolo – il teatro, il cabaret – purchè siano anch’essi espressione della cultura popolare.
Un importante passo sarà fatto verso l’Amministrazione Comunale affinché dia in gestione al Coro la struttura liberty della Casina delle Palme, perché questa diventi un motore culturale per la rivitalizzazione del Centro Storico, nonché un primo palcoscenico per le giovani promesse artistiche locali.
Il Consiglio d’Amministrazione attualmente in carica è composto in massima parte da veterani del Coro che portano nel Direttivo il peso della propria esperienza, ma anche da neofiti con una grinta ed una carica di entusiasmo incredibili. Un amalgama che in poco più di un anno ha già dato i suoi frutti; ma i programmi futuri sono ancora tantissimi, e di grande ambizione.
I giornali di tutto il mondo si sono sempre occupati delle performances del Coro delle Egadi. Molti, purtroppo, non sono stati conservati ed altri, nel tempo, sono andati perduti: ecco una piccola selezione di giornali di diversi continenti che si sono occupati del Gruppo trapanese. Da notare la copia del “L’Ora” di Palermo del 16 Settembre 1937, che costituisce la più antica prova documentaria che riguarda il Coro. Seguono quotidiani e settimanali di Tunisia, Francia, Marocco, Jugoslava, Stati Uniti, Canada, Olanda, Ungheria e…naturalmente Italia. Al fianco della rassegna stampa abbiamo voluto mettere una parte dei riconoscimenti che il Coro ha ricevuto in ogni angolo del mondo: sono solamente una minima parte, altrimenti avremmo dovuto fare una pubblicazione ad hoc, ma bastano per fare comprendere con quale simpatia ed attenzione sono trattati i nostri rappresentanti in ogni loro esibizione.


A palazzo Ripa, prove generali prima della partenza per Angers.

Questo il lungo elenco di amici che hanno contribuito, giorno dopo giorno, a realizzare questa splendida favola che dura ormai da sessantacinque anni.
Molti non ci sono più, altri hanno riposto i costumi negli armadi, altri ancora perseverano in questa bellissima avventura.
Tutti rappresentano il nostro passato, il presente ed il futuro, perché ogni cosa, ogni gesto, ogni musica, ogni acuto ci riporta in mente qualcosa di infinito, di eterno.
Grazie a tutti.

ABATE Orazio
ABITA Noemi
ACQUAVIVA Maria Concetta
ACQUAVIVA Silvana
ADAMO Cinzia
ADAMO Francesca Paola
ADAMO Girolamo
ADAMO Giuseppina (M°)
ADRAGNA Alberto
ADRAGNA Baldassare
AGOSTA Salvatore
ALEO Giuseppe
ALESTRA Armando
ALESTRA Giuseppe
ALESTRA Linda
ALESTRA Rosalia
AMICO Franca
AMOROSO Gemma
AMPOLA Paolo
ANASTASI Anna
ANASTASI Giuseppa
ANASTASI Vitalba
ARCERI Santo
AUGUGLIARO Giuseppina
AZZARO Vincenzo
BARBIERA Anna Maria
BARRACO Giovanni
BARRACO Giuseppe
BARRACO Margherita
BASCIANO Giovanni di Giacomo
BASCIANO Giovanni di Enzo
BELLAFIORE G. Francesca
BELLINA Angela
BERTOLINO Anna
BERTOLINO Irene
BERTOLINO Laura
BERTOLINO Leonardo
BERTOLINO Michelangela
BERTOLINO Sebastiano
BERTOLINO Stefania
BIONDO Giosella
BIONDO Liliana
BIONDOLILLO Francesco
BONAIUTO Anna
BOSCO Rita
BOSCO Rossella
BOSCO Vita
BRUNO Francesco
BRUNO Pietro
BUCARIA Umberto
BULGARELLA Settimo (M°)
BURZILLERI Anna
BURZILLERI Clara
BURZILLERI Ninni
BUSCEMA Elisa
BUSCEMI Adriano
BUSCEMI Erina
BUSCEMI Maria Leda
BUSCEMI Salvatore
BUTTICE' Emanuele
BUTTICELLI Emanuele
CALASCIBETTA Vito
CALCARA Rocco
CALVINO Domenico
CALVINO Gina
CALVINO Matteo
CALVINO Paolo
CALVINO Vito
CAMPO Caterina
CANINO Tiziana
CARAFFI Giuseppe
CARAFFI Roberto
CAROLLO Giovan Battista
CARRUBBA Pietro
CARUSO Maria
CARUSO Salvatore
CASANO Giovanni
CASCIANO Maria Pia
CASCIO Giuseppe
CASCIO Ivana
CASCIO Mariella
CASSARA' Salvatore
CASTELLANA Rosa
CENTONZE Michele
CERNIGLIARO Alberto
CERNIGLIARO Caterina
CERNIGLIARO Francesco
CERNIGLIARO Ignazio
CIPOLLA Giuseppe
CIPOLLA Marina Alba
CIPOLLA Vito
CIPOLLINA Mariuccia
CIRILLO Mariangela
CIRONE Gianpiero
CODUTI Caterina
COGNATA Vito
COMO Francesca
COMO Liborio
COPPOLA Isidoro
CORSO Adua
CORSO Anna
CORSO Germana
CORSO Giovanna
CORSO Pietro
COSTA Giuseppina
COSTA Loredana
COSTA Melina
CRAPANZANO Rino
CUSENZA Anna Maria
CUSENZA Giuseppe
D'AMICO Elio
D'AMICO Maurizio
D'AMICO Mirella
D'AMICO Palmina
D’AMICO Sebastiano
D'ANGELO Giuseppe
D'ANGELO Paola
DE CARO Giuseppe
DE LUCA Angela
DE LUCA Antonino
DE VINCENZI Baldassare
DE VINCENZI Danilo
DE VINCENZI Giuseppe
DECIMO Giancarlo
DI FERRO Leonardo
DI GIOVANNI Antonino
DI GIOVANNI Salvatore
DI GIOVANNI Settimo
DI SALVO Giuseppe
DONATO Anna
DONATO Franca
DONATO Francesco
DONATO Paola
DONATO Teresa
FERRANTE Maria
FERRANTES Giovanna
FERRANTES Maria
FERRO Antonello
FERRO Donatella
FERRO Giuseppe
FIGUCCIO Clizia
FIGUCCIO Leonardo
FONTANA Francesco
FONTANA Vincenza
FRISCIA Antonino
FRUSTERI Gianni
FUGALDI Carmela
FUGALDI Vincenza
FUGALDI Vincenzo
GABRIELE Gaspare
GABRIELE Vincenzo
GALLO Giuseppe
GALLO Michele
GALUPPO Stefano
GENNA Caterina
GENOVA Piero
GENOVA Pietro
GENOVESE Maria Teresa
GERARDI Accursio
GERVASI Paolo
GIACOMAZZI Agostino
GIACOMAZZI Salvatore
GIANQUINTO Giovanni
GIGANTE F.sco Paolo
GIGANTE Giacoma
GIGANTE Giuseppe
GRAMMATICO Nicola
GRECO Francesco
GRECO Gaspare
GRECO Salvatore
GRIMALDI Francesco
GUAIANA Cristoforo
GUERCIO Salvatore
GULINO Vincenzo
GULOTTA Vincenzo
INFRANCA Danilo
INFRANCA Francesco
INFRANCA Ippolita
INGARDIA Sebastiano
LA COMMARE Rosa
LA FRANCESCA Anna
LA RUSSA Rocco
LA RUSSA Vitalba
LABRUZZO Giuseppina
LABRUZZO Vincenza
LAZZARI Renato
LENTINI Maria Pia
LENTINI Rosa Anna
LICATA Vincenzo
LIPARI Vincenzo
LO SCHIAVO Renato
LOMBARDO Filippo
LOMBARDO Jannette
LOMBARDO Michele
MAGGIO Andrea
MAGGIO Santo
MAIORANA Luana
MAIORANA Nadia
MALATO Giovanni
MALTESE Giovanna
MANCUSO Lino
MANGIAPANE Leonardo
MANGIAPANE Vincenzo
MARASCIA Antonino
MARCECA Salvatore
MARRONE Antonino
MARTINELLI Francesco
MARTINES Anna
MAZZA Vincenzo
MAZZARELLA Fabio
MAZZARELLA Giuseppe
MAZZEO Mariuccia
MERCADANTE Sabina
MESSINA Anna
MESSINA Caterina
MESSINA Giovanna
MICELI Maria Angela
MIGHALI Agostino (M°)
MILAZZO Filippo
MINAUDO Calogero
MIONE Giuseppa
MONTALBANO Caterina
MONTANTI Sandra
MORANA Bartolo
MUCARIA Gaspare
MUCARIA Giovanna
MUSILLAMI Paola
NARBONA Carmelo
NAVETTA Pietro
NOLFO Anna
OCCHIPINTI Caterina
ODDO Delibera
OMBRELLO Pietro
ORLANDO Giovanni
PACE Angelo
PAPA Alfio Aldo
PAPA F.sco Paolo
PAPA Vincenzo
PAPPALARDO Maria
PAPPALARDO Vita
PATERA Giuseppa
PIACENTINO Agostino
PIACENTINO Antonino
PIAZZA Nicoletta
PIAZZA Patrizia
PICCIRILLI Ermenegildo
PICCIRILLI Roberta
PLACENZA Antonella
PRIOLO Giuseppina
PRIOLO Michela
PRIOLO Sergio
PROCACCIANTI Trento
PROSPERINI Giovanni
RANDAZZO Girolamo
REINA Anna
REINA Franca
REINA Giuseppe (M°)
RIBAUDO Rita
RIMPICI Franca
RIMPICI Salvino
RIZZO Bartolomeo
ROMITO Alessio
ROMITO Antonietta
ROMITO Pietro
RUGGIRELLO Giovanna
RUGGIRELLO Giuseppe
RUGGIRELLO Rosalba
RUSSO Ivana
SALVO Cristina
SANTORO Sebastiano
SCALABRINO Romina
SCARAMUZZINO Vincenzo
SCARCELLA Tanina
SCHIFANO Antonino
SCHIFANO Gemma
SCIACCA Maria Pia
SCUDERI Domenica
SCUDERI Salvatore
SCUDERI Vincenzo
SERRA Anna
SERRA Caterina
SILVESTRO Vito
SOLARO Vincenzo
SORRENTINO Pietro
SPADA Francesco
SPADA Graziella
SPADARO Alberto
SPITALERI Mauro
SPITALERI Roberto
STINCO Alessandro
STINCO Andrea
STINCO Rosa Elena
SUGAMELI Giuseppe
TARTAMELLA Alberto
TARTAMELLA Anna
TARTAMELLA Franca
TARTAMELLA Vincenzo
TARTARO Antonio
TARTARO Beppino
TARTARO Natale di Giuseppe
TARTARO Natale di Salvatore
TARTARO Salvatore
TERMINI Salvatore
TODARO Antonio
TONNI Tiziana
VACCA Giovanna
VACCA Silvia
VALENTI Giovanni
VENZA Antonino
VENZA Giovanna
VENZA Maria
VENZA Maria Grazia
VENZA Matteo
VENZA Vincenzo
VIVONA Elio
VIVONA Antonino
VULTAGGIO Angela
VULTAGGIO F.sco Angelo
VULTAGGIO Giuseppe
XHILONE Daniele
XHILONE Franco
XHILONE Giovanni
XHILONE Giuliano
XHILONE Maria
XHILONE Salvatore
ZAGONIA Domenico
ZOCCA Santina


pagina a cura di    Gigante Lorenzo Maurizio    per il Coro delle EGADI

(un sentito ringraziamento a Pietro Romito per avermi fatto conoscere il libro,
a Roald Vento che mi ha indirizzato verso chi poteva darmi una copia del libro,
ad Agostino Mighali (M° del Coro delle Egadi) per avermi consegnato una copia del libro.
Un ringraziamento particolare all'autore Elio D'Amico per il lavoro di ricerca minuziosa durato circa 2 anni
e per la realizzazione di questo meraviglioso volume che rimarrà nella storia della nostra Città.
A Gaspare Bertolino della Tipografia CORRAO per avermi fornito il supporto magnetico,
ed infine a Silvio Piazza e Giovanna Valenti della QUICK SERVICE per l'estrazione dei dati necessari alla pubblicazione)

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