Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

L'odore della cera - di Giovanni Cammareri


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L'ESTATE DEI MIRACOLI - Monitor n° 25 - 8 luglio 2005


Palazzolo Acreide: Uscita di san Paolo (S. Brancati)

Prendiamo la Sicilia. Chi l'attraversa in piena estate ... va inevitabilmente incontro a paesi ornati da arcate e trofei di lampade, a lunghe file di bancarelle e mercati imponenti di animali, a bande musicali, orchestre e cantanti di grido, al rimbombo di mortaretti e splendidi fuochi d'artificio.
E' l'estate siciliana che si spegne del suo sempre piÙ raro verde frumento per riaccendersi dell'oro delle ristoppie, ma anche dell'oro dei f/tonili appesi al simulacro del Santo come offerta per grazia ricevuta...
Così la descrive Antonino Uccello, antropologo siracusano prematuramente scomparso.
Proviamo a percorrerla davvero. Il risultato sarà un esaltante viaggio nell'universo festivo distribuito fra città e paesi piccoli e grandi.
E' questa l'estate siciliana dei santi, dei surriscaldati appuntamenti per lo più patronali. Che in un quasi anacronistico richiamo ai ritmi di lavoro nel mondo contadino, separava il tempo del sacro e del profano, regalando la diversità di giorni altrimenti sempre uguali.
Ne sono già passati di giorni esaltanti avvolti nel fumo e dal fracasso delle moschetterie. Si stanno riposando le gole e le membra di quegli uomini dediti al trasporto in spalla dei fercoli accompagnati da urla ed evviva di foghe devozionali inconsuete per le nostre parti. Ma se ne stanno preparando altri, di uomini.
Così spolverano altre vare, scendono nuovi santi dagli altari, di nuovo e sempre pronti a sfidare le calure estive nelle strade squassate da soli infuocati, luminosissimi, impietosi e VIVI.
E molto spesso è luce assoluta.
Lo è stato il 29 giugno a Palazzolo Acreide durante il mezzogiorno di Saulo ~e tredici legali che di fatto lasciano ancora chiamare il momento dell'uscita di san Paolo, la più spettacolare di tutte, 'a sciuta'menziornu).
In effetti è mezzogiorno; perché soltanto il sole allo zenit può meglio omaggiare la divinità. Anche se ad Agrigento, per san Calogero, tengono conto dell'orario in vigore. Comunque sia è a quell'ora che escono. Scoraggiante, non c'è dubbio.
Tuttavia è la stessa ora riservata a san Sebastiano, ancora a Palazzolo Acreide, per san Bartolomeo, a Giarratana (Rg), rispettivamente il10 e il 24 agosto, con uscite alle 13,00 e alle 12,00 all'orologio. Da vedere entrambi.
Consiglierei quindi una passeggiata da quelle parti a quanti amano questi stupendi, sorprendenti retaggi del passato, sublimi misture di fede e credenze, di devozioni passionali impregnate di sudore e libere invocazioni.
Domenica 10 luglio, tanto per cominciare, è il giorno della seconda stiuta di San Calò, come familiarmente chiamano san Calogero ad Agrigento. Avviso però, non è la stessa cosa della prima. Zingarella (unica e sola marcetta eseguita nell'arco delle circa sei ore di processione) e tammuriniate a parte, già il percorso risulta meno popolare, imperniato sulla vie Atenea e Garibaldi nel giorno tradizionalmente riservato ai forestieri (per distinguerlo dalla prima sciuta alla prima domenica di luglio, riservata al sollazzo dei girgentani). Comunque, orario inizio bailamme, ore 13,00. Attenzione ai pani volanti lanciati, spesso con forza, verso il simulacro soprattutto al momento dell'uscita, sebbene in quantità minore rispetto alla precedente domenica.
Saltiamo al 26 luglio, ai cosiddetti miraculi d'i San Jacupo.
Occorre arrivare a Capizzi, sui Nebrodi. Uscire perciò immediatamente dopo Caronia e iniziare l'ascesa fino ai mille metri e qualcosa dove è ubicato il piccolo centro.
Ambiente particolarmente surriscaldato nonostante l'altura e l'effettuazione dei miracoli al tramonto. In che cosa consistono i miracoli? Semplice, almeno per i locali aficionados a san Giacomo. Un po' più complicato per lo spettatore casuale impegnato a comprendere il senso di certe veementi rincorse destinate a concludersi con tremendi impatti fra le estremità delle aste anteriori della vara e il muro di una vecchia casa.
La singolare performance avviene in piazza sant' Antonio, detta appunto, dei miracoli. Ogni impatto è un miracolo.
Fino al crollo del muro. Il muro della casa dell'infedele! E che il muro crolli, altrimenti sarebbe di cattivo auspicio. Ma non troppo presto. Pochi mira culi non soddisfano il popolo di Capizzi.
Decisamente più distensiva la processione di san Basilio, il 2 agosto a San Marco D'Alunzio, un bel posto montano e medievaleggiante, ancora sui Nebrodi, da dove si domina la costa immediatamente dopo S.Agata di Militello. Peraltro vi è un buon ristorante e si mangia bene.
Uscita del santo a mezzogiorno dalla chiesa Madre nella quale viene condotto la sera prima. Elemento predominante della festa il basilico che col suo pungente profumo inonda la chiesa e le strade del paese. Le donne in duplice fila che precedono e seguono il fercolo reggono fiori e variopinti foulards appuntati nei mazzi di basilico che fungono da supporto. Caratteristica della processione è il suo frequente e lungo indietreggiare nel suo stesso percorso. Succede perciò che la banda musicale posta a chiudere l'intero corteo diventa la banda di testa, le donne in processione che seguono san Basilio finiscono col precederlo, mentre la banda musicale di apertura si ritrova a chiudere la carovana. Ovviamente fino al successivo dietrofront, quando tutto si ricapovolge.
Appuntamento finalmente meno assolato e in località più vicina, il 7 agosto - poiché quest'anno prima domenica di agosto, giorno fissato per la conclusione dei festeggiamenti in onore della Madonna del Mirto- a Villafranca Sicula, piccolo paese vicino Burgio, nell'Agrigentino.
Basta giungerci verso la mezzanotte, quando prendono avvio le cosidette rigattiate, momenti conclusivi e culminanti dei festeggiamenti. Giochi d'artificio a parte. Tra l'altro, incredibilmente, fra i più grandiosi e spettacolari dell'Isola.
Le rigatfiate consistono in corse e veementi, spericolati e selvaggi trastullamenti dei simulacri di san Michele e di san Giovanni Battista al suono, rispettivamente, d'a Sammichelata e d'a Sangiuvannata. Una vera ossessione per i timpani, meno però rispetto all'ascolto di Zingarella. Melodie tutte semiminime e crome imprimono il ritmo incessante della tarantella.
Durata di ciascuna rigattiata: circa tre quarti d'ora. Prima tocca ai sammichelari, quindi, dopo una breve sosta, ai sangiuvannan.
Corse e volteggi dei santi sono ovviamente accompagnati da assordanti deflagrazioni e giochi piro tecnici. Sconsigliabile perciò a deboli di cuore e benpensanti; consigliabile a quanti ignorano che le feste religiose possano essere anche così, e con giochi piro tecnici e girandole nella piazza principale dei paesi.
Accade a Novara di Sicilia (e non solo) in occasione della processione dell'Assunta. A un tratto, con lo splendido simulacro di scuola napoletana fermo in piazza Bertolami, ha luogo quella che lassù chiamano Apoteosi. Spegnimento di luci e luminarie e via alla santabarbara.
La processione ha luogo a Ferragosto (giorno di fatto dedicato all'Assunzione in Cielo di Maria) prendendo avvio dal Duomo alle ventuno in punto. Spettacolare la discesa dei ripidi gradini del tempio; suggestiva l'immagine sacra ingioiellata e circondata da circa centocinquanta candele disposte a scalare su più file; caratteristico il passo impreso dai portatori disposti sotto tre brazzori} le travi cioè, atte al sollevamento del fercolo. Al ritmo della musica compiono tre passi avanti e due indietro, una vera danza carica di devozione e sentimento, cadenza che diventa ancora più marcata nell'ultimo tratto di strada che precede il rientro.
Perché forse, volendo concluderla alla Johan Heinrich Bartels, passato dalla Sicilia del XVIII secolo: l'entusiasmo delle feste fa di certi uomini dei folli) visto che manca loro l'occasione per essere eroi. E a Novara, a Capizzi, a Villafranca è così: si sentono eroi. Almeno per una notte all'anno. In numerosi altri posti, sotto il sole più cocente del giorno. Ma non vi è differenza alcuna. Andateli a vedere. E, se vi pare, credeteli pure pazzi; questi meravigliosi eroi delle infuocate devozioni estive.


Novara di Sicilia: Uscita dell'Assunta (R. Rossello)




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