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Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
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LA MATTANZA pesca sacra di Beatrice Torrente
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Cap III - La mattanza "atto sacrificale"
5 - Il sacrificio nell'antico testamento
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Nell'antico testamento era in uso sacrificare diversi
animali, ma siamo in presenza di una Religione Monoteista
e Rivelata che ha perduto ogni appiglio con riti di tipo
naturali e per lo meno questi hanno subito un'inculturazione
alla luce della Rivelazione.
Allorquando Abramo patriarca, capostipite del popolo
ebraico, ha lasciato la terra di Ur per seguire fiducioso la
voce del vero Dio, si è lasciato dietro qualsiasi tipo di
ritualità e fede di origine naturale e politeista.
Il popolo ebraico, una volta insediato nella Terra Promessa,
è diventato, da nomade sedentario.
Qui egli ha strutturato il calendario secondo le festività
religiose in cui il concetto di sacrificio era comune ed
era rivestito di diversi significati.
Ma la festa più importante per gli Ebrei era ed è la
Pasqua il cui termine Pesah ha il significato di "passaggio",
memoriale della liberazione dalla schiavitù egiziana.
Ma il termine è rivestito anche di altri significati come
passaggio dalla Tribolazione alla gioia, dal lutto alla festa
e dalle tenebre alla luce.
All'origine della festività sta l'evento storico della liberazione
dall'Egitto, quando Dio diede l'ordine alle famiglie
Ebree di immolare un agnello che doveva avere delle caratteristiche
ben precise e di tingere con il sangue gli stipiti e
l'architrave delle loro case, per evitare l'uccisione dei primogeniti ebrei,
cioè quella che fu la decima piaga d'Egitto.
Sul modello di quella Pasqua, la Torah prescrive la celebrazione
della festa che fonde insieme la "festa degli azimi"
(dove si mangia il pane non lievitato) e la "festa della primavera".
Tale festività, abbiamo detto, è propria del popolo
ebraico allorquando diventa sedentario, quando cioè si stabilisce
nella Terra Promessa.
Ma alcuni riti che fanno parte della celebrazione e che
nel libro dell'Esodo vengono riportati, facevano parte del
rituale Preisraelita della Pasqua, culti naturali che i pastori
nomadi conoscevano e praticavano.
Nel periodo primaverile infatti si uccideva un agnello e si
tingeva con il sangue le tende degli accampamenti, e questo
rituale doveva servire per tenere lontano gli spiriti maligni
che minacciavano il gregge e la famiglia. Ed ecco che questo
rito di origine naturale entra a far parte della festività pasquale
e viene rivestito di un significato più alto.
Ebbene tale premessa ci serve per fare una sorta di parallelismo
con la mattanza, e questo non vuole essere una
forzatura interpretativa, quanto piuttosto constatare quegli
elementi che caso strano troviamo in comune e che
richiamano il confronto.
Ebbene l'uccisione del tonno, il suo arpionamento,
come un rito d'immolazione, il sangue che tinge di rosso
tutto, barche, mare, e tonnarati, richiama alla memoria l'immolazione
dell' agnello, prima da parte dei pastori nomadi
e poi come rituale della Pasqua ebraica.
La scena, cruda e drammatica, vede la morte dei grossi e
bellissimi pesci che colpiti dai potenti uncini vengono issati
e depositati uno per uno nei grandi battelli. E a mattanza
ultimata, quando tutto tace e gli animi si sono acquietati,
rimane lì solo il rosso colore del sangue, segno manifesto
dell'avvenuta immolazione. Oggi molti turisti e curiosi
vanno appositamente a vedere la mattanza che di solito si fa
nella tarda primavera, periodo in cui tutto il regno animale
obbedisce all'istinto per perpetuare la specie.
Certamente il cruento massacro, il vociare concitato e
il rosso del sangue che domina dappertutto, possono anche
sconcertare qualche animo sensibile, mentre ad altri la
cosa può lasciare indifferente. Ma non possiamo vedere
nel tutto qualcosa di semplicemente folcloristico, guardando
la scena si è come suggestionati a guardare oltre,
vedere cioè in quello spettacolo qualcosa di segreto, di
sacrale che ha radice antichissime e che giunge fino ai
nostri giorni carico di quell'alone di mistero che il tempo
non è riuscito a scalfire.
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I quadernetti
Collana "CLIO"
BIBLIOTECA D'ARTE E CULTURA
diretta da Marco Lucio Papaleo
ASSOCIAZIONE CULTURALE INTERNAZIONALE "THALIA"
Ringrazio l'amico
Nino Barone, poichè parlando di mattanza mi ha proposto questo libro.
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