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Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
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LA MATTANZA pesca sacra di Beatrice Torrente
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Cap III - La mattanza "atto sacrificale"
3 - È l'ora della mattanza
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Ogni barca è al suo posto, con lenti movimenti i
tonnaroti compiono le manovre affinché le tre camere della
rete e cioè "bordonaro", "bastardo" e della "morte"
siano fra di loro comunicanti, facendo sì che i pesci imboccando
la prima camera vadano a finire nella terza.
Ad un tratto il silenzio è rotto da una voce che annunzia
che i tonni sono già nella camera della morte.
Siamo nel momento culminante della pesca, quel momento
per cui sono stati fatti tanti preparativi e auspicato
le più rosee attese; ora i tonni sono là e aspettano di essere
pescati mentre si dimenano disperati a colpi di coda.
Al grido del rais "assumma!" si comincia ad issare la
porta della camera della morte.
Il rais indossa un impermeabile di gomma nero e un
cappuccio sul capo; egli sembra proprio un sacerdote di
strani riti, che impartisce gli ordini con solenni gesti delle braccia.
I tonnaroti sono più che mai tesi e la tensione è mista
ad un vociare concitato, solo il rais non perde la calma e
con solennità sacerdotale sa dominare gli animi e gli istinti
per incanalare ogni energia in modo costruttivo.
Ed è proprio ora che si leva la voce del "cialomatore"
e tutto ad un tratto il vociare concitato viene trasformato
in un gran coro potente.
"Spara a Tunnina" qualcuno grida mentre i tonni sono
là pronti per essere pescati nella camera della morte e in
quel momento ogni canto si spegne.
Gli uomini urlanti si sono armati dei terribili arpioni e
si dispongono secondo una precisa simmetria ai bordi della
barca aspettando l'ordine da parte del rais.
Alcuni tonni si sono uccisi tra loro a colpi di coda e
l'acqua è rossa di sangue, ma in mezzo al frastuono e al
vocio ecco arrivare il fischio del rais che da il via alla
mattanza finale.
I tonnaroti sono ora pronti con i potenti uncini e si
sporgono dai bordi delle grandi barche, i tonni vengono
agganciati e quella lacerazione delle carne, mentre le acque
si tingono sempre più di rosso, sembra proprio un atto
sacrificale.
Tutto ha il colore della porpora, mentre grida strozzate
fanno apparire la scena come una lotta selvaggia e primitiva.
L'uomo incarna in quel momento la ferocia dei suoi
arcaici predecessori, quando lottavano e vincevano la forza
bruta dell' animale.
Il rais è lì solenne e calmo, ritto sulla sua barca, punto
focale della strage e a braccia alzate dirige e guida la
mattanza con lunghi e decisi fischi che sembrano proprio
le trombe del giudizio.
Alla fine l'ultimo pesce, bellissimo nella sua pelle d'argento,
viene issato nel vascello, mentre il rais dà il segnale
della fine della mattanza.
I tonnaroti si tolgono il berretto gridando in coro:
"E sempre sia luratu u nomu di Gesù!" mentre gli ultimi
colpi di coda si acquietano dentro i vascelli. Improvvisamente
la scena è avvolta da un profondo silenzio, mentre
le barche, in fila indiana si dirigono composte verso lo
stabilimento. Solo ora la stanchezza per tanta fatica cala
nei muscoli e nella mente dei tonnaroti, artefici in prima
linea del cruento massacro.
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I quadernetti
Collana "CLIO"
BIBLIOTECA D'ARTE E CULTURA
diretta da Marco Lucio Papaleo
ASSOCIAZIONE CULTURALE INTERNAZIONALE "THALIA"
Ringrazio l'amico
Nino Barone, poichè parlando di mattanza mi ha proposto questo libro.
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