Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
LA MATTANZA pesca sacra di Beatrice Torrente


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Cap II - Nasce al tonnara in Sicilia


2 - I Romani e la nascita della tonnara

Furono i Romani, in seguito, che si fecero eredi, tramite la trasmissione orale dell'esperienza di tale pesca, anche se nulla sapevano di Aristotele e di Eschilo.
E questa conoscenza determinò moltissimo la nascita della prima tonnara, che nasce appunto per opera dei Romani.
Diversi studiosi in epoca romana studiarono molto la vita del tonno: ne parlò Poli bio nel II secolo a.c., Strabone nello secolo a.c., Plinio il vecchio nello secolo d.c., Galeno e Oppiano nel II secolo d.c., Eliano nel 111 secolo d.c., e tanti altri.
Il mare di quel tempo era di una ricchezza particolare e Roma con l'abilità che le era propria, non ignorò l'importanza rappresentata dal tonno come fonte di sostentamento.
Sempre in epoca romana troviamo la denominazione di "Cetaria" data alla costa occidentale del Golfo di Castellammare ove si presume dovessero funzionare delle tonnare, anche se la legislazione di Roma vietava resistenza di costruzione o reti fisse nel mare che era considerato "res communis omnium", cioè bene di tutti.
Ma a proposito della pesca del tonno, vi erano delle concessioni particolari, anche se le reti delle tonnare non erano fissate sul fondo. Un poeta naturalista, del Il secolo d. c., Oppiano di Cilicia ci descrive molto bene una tonnara romana(7).
Dopo l'abbondante pesca i pesci più belli e grossi, venivano sacrificati in ringraziamento, al dio Nettuno.
In epoca romana, quindi, tutti gli elementi che caratterizzano le tonnare del nostro tempo, erano presenti, compreso quello a carattere religioso.
L'insieme delle reti, quello che i tonnaroti chiamano "rizza", dai romani era detta "magna retia", una terminologia quindi che ha le radici proprio in epoca romana.
Ma la caduta dell'impero romano e le invasioni barbariche misero, in seguito, a tacere anche l'umile mondo di questi pescatori.

(7) "Si calano nelle acque reti, la cui disposizione assomiglia a quella di una città. Vi sono camere e porte profonde, gallerie ed atrii e cortili. I tonni arrivano veloci, serrati come falangi d'uomini che marciano schierati: ve ne sono di giovani, vecchi, adulti. E nuotano innumerevoli dentro le reti e il movimento si ferma solo quando si vuole o quando non vi è più posto per i nuovi arrivati; allora si tira la rete e si fa ricca preda di eccellenti tonni".




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I quadernetti
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Ringrazio l'amico
Nino Barone,
poichè parlando
di mattanza
mi ha proposto
questo libro.


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