Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
LA MATTANZA pesca sacra di Beatrice Torrente


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Cap I - Origine sacra della mattanza


3 - Le raffigurazioni umane e loro significato

Il rituale magico si ripetè così migliaia di volte e misteriosamente queste tappe dello sviluppo umano si svolsero, nello stesso tempo, nell'intera umanità.
La rara presenza umana, tra le figure della grotta del Genovese, rappresentata in maniera stilizzata ci conferma l'ipotesi della sacralità del luogo.
Tre figure rappresentano un gruppo.
È una scena di danza come fanno pensare le due figure laterali più piccole che sembrano muoversi intorno ad una figura centrale molto alta.
Inoltre una delle figure più piccole ha il volto coperto da una maschera.
Il significato del gruppo è piuttosto misterioso, ma la figura centrale più importante può essere di aiuto nella interpretazione.
Si può pensare che si tratti di un capo o di una figura influente.
Con molta probabilità si può pensare che si tratti dello stesso capo sciamano, rappresentato in uno dei momenti rituali del processo iniziatico.
La maschera che copre il viso di uno dei danzatori ci parla dell'importanza del costume indossato per partecipare al rito e infatti sembra che abbia una pelle di animale o qualcosa che la imiti, come a voler catturare la forza dell' animale stesso.
Un altro gruppo di raffigurazioni umane è invece dipinto, mentre i primi sono dei graffiti, e si riferisce al neolitico cioè ad un periodo postumo.
In questo periodo ancora una volta uno sciamano scopre la grotta-santuario e ne fa il luogo sacro della tribù.
È sorprendente v'edere come gli iniziali graffi ti non appaiono manomessi nè sovrapposti dall'arte dei nuovi arrivati e tale rispetto è certamente una lezione di grande civiltà.
Stranamente le pitture neolitiche sono più goffe rispetto a quelle più antiche ma ciò ci fornisce un messaggio che non può andare perduto, perchè diversamente si spezzerebbe il filo conduttore degli sviluppi umani.
La figura umana appare stilizzata; l'uomo sembra un insetto e le donne degli strani piccoli fiaschi. L'uomo stava già inventando il simbolo.
Gli animali non compaiono più di fronte all'uomo come una sfida ma sono mescolati nella raffigurazione ed hanno un che di domestico.
Vi è un cane in attegiamento di fedeltà verso l'uomo e per la prima volta compaiono i pesci tra i quali si riconosce un tonno e un delfino.
Non c'è riferimento a difficoltà nella pesca come un tempo era per la caccia, questi ostacoli risultano ormai superati.
Si pensa allora che l'uomo neolitico ha superato lo stadio del suo predecessore e che praticasse oltre la caccia, anche la pesca, anche se non sappiamo con quali mezzi.




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Ringrazio l'amico
Nino Barone,
poichè parlando
di mattanza
mi ha proposto
questo libro.


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