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Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
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LA MATTANZA pesca sacra di Beatrice Torrente
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Introduzione di Rosa Maria Ancona
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Scrive Vincenzo Consolo in "biblioteca dei luoghi"
a proposito di Marettimo (arcipelago delle Egadi):
"...aspra, forte, impervia: questa granitica, alta
fortezza sopra il mare d'una bellezza
impareggiabile ... questa terra delle acque e delle
erbe, del timo, del mirto, delle api e del miele, degli
uccelli, profondamente s'incide nel cuore, nella
memoria di chi va e di chi resta".
Ed infatti ciò che Beatrice Torrente (nativa di
Marettimo) ci porta a rilevare, a priori, in questo
breve saggio è la riconferma dell'ipotesi d'una
"sacralità" dei luoghi, dei gesti, dei rituali che incidono
solchi indelebili nella memoria singola e collettiva.
L'autrice, analizzando "en passant" il simbolismo
della "grotta" quale ventre della Grande Madre,
ci ricorda che l'uomo primitivo dovendo passare
per cunicoli stretti, per necessità strisciava per
terra e si univa con gli animali all'ascolto di misteriosi
silenzi. Per dire, infine, l'autrice, attraverso
l'analisi ed il filtro della sua preparazione teologica
e delle sue conoscenze bibliche - forzando o non
l'ipotesi - che "la mattanza è una pesca sacra".
Di archetipi è piena la Trinacria...
Noi conosciamo, di più, attraverso la memoria e
la documentazione orale la tradizione sicula che
avanza, di generazione in generazione.
In questo saggio di Beatrice Torrente abbiamo
"raccolto" e "ritrovato" il valore della cultura
popolare che si conserva attraverso la memoria ed
in questo caso - ancor meglio - nei gesti e nei canti
della collettività marinara.
Nel tempo, che passa carico di fatica e di speranza,
la storia degli uomini lentamente avanza...
I ricordi, si rannodano come le corde di mare,
guizzano, come nelle reti i pesci del mare...
Ma la salvezza dell'uomo "biblicamente" passa, ieri come oggi, attraverso il quotidiano e gira
lentamente come la bobina d'un filmato.
I canti, i gesti, i rituali, il duro e pericoloso lavoro
del mare (in quest'angolo di Sicilia uno dei
pochi sostentamenti) sono consacrati a Dio, dagli
uomini...
***
Dunque, il fulcro di questa monografia è il riverente
omaggio della gente di mare che, nei suoi
eventi quotidiani, si genuflette a Dio e riconosce,
nell'Ordine dell'Intelligenza, la potenza irresistibile
dello Spirito Creatore che supera e comprende
ogni cosa creata.
L'uomo di mare interpreta, loda e accetta Dio
nel quotidiano e fa del proprio lavoro un rito collettivo
che deve "compiersi" con perfetta sacralità
nella sequela dei ritmi iniziatici perfetti.
I marinai sono "ora" a diretto contatto con la
Divinità, attraversano con il canto l'Eternità, creano
il proprio destino e - pertanto - si ingraziano il Signore
dei Cieli e dei Mari, dei Tempi e della Storia.
"Un Credu o Signuri...
una Salve Regina a Maronna di Trapani..."
Così cantavano i marinai lungo la costa che va
dall'emporio Segestano a S. Vito lo Capo e che
sin dai Greci e dai Romani era "appellata"
Cetaria(1).
Una richiesta di protezione ai Santi a testa bassa,
a capo coperto: "Chiedevano l'aiuto di Dio, di
Gesù Cristo, della Santa Vergine, di S. Giuliano,
di tutti i Santi..."
***
La vicenda diventa collettiva, quadro di potenza
sconvolgente. E la mattanza diventa "pesca
sacra": perchè "dedicata". Dal concetto di sacrificio
animista e naturale si passa al concetto di sacrificio
come nella fede ebraica, monoteista e rivelata.
Solo così dopo questo rito iniziatico l'uomo
bambino ridiventa forte ed eroico e può sfidare il
pericolo, il suo stesso destino.
Tutto ciò ci avvicina ed accomuna alla sfida
della corrida in Spagna.
Come il matador nell'arena di Siviglia, come il
matador prima della corrida che si apparta nella
piccola cappella e rivolge occhi e cuore e mente
alla Materna Maria del Pilar, per similitudine troviamo
nelle "cialome" richiesta protetti va sotto il
manto di Maria SS. di Trapani, di Custonaci o Maria
della Scala(2).
La ciurma scandisce con il canto i tempi ed i
ritmi della "mattanza" che diventa "sacra" per la
sacralità del momento...
È un tempo psicologico che Shakespeare ha
descritto molto bene: "Il tempo corre con passo
diverso a secondo delle persone... trotta per una
ragazza... segna il passo con il sacerdote,... galoppa
col ladro verso il patibolo... e si ferma per
l'avvocato durante le pause del giudizio(3)".
Tutta la comunità è consapevole dell'importanza
del momento e con responsabile senso cristiano
ne scandisce la storicità e, dati i tempi fortemente
cristiani, si affanna contro "i turchi, i mori,
i saracini, i livantini, l'infedeli, chi nun cririnu a
la firi cristiana".
Le invocazioni sono a volte di difficile interpretazione,
oscillano fra il sacro ed il profano.
Se la traduzione delle "cialome" non ci inganna,
intonano contro lo stesso Allah, sull'altra sponda,
considerato un "Dio" lontano e "diverso" dal
Santissimo Salvatore, Gesù Cristo.
Il "rais" incarna l'aspetto sacerdotale, rappresenta
la collettività che si genuflette e richiede
"grazie" al Signore della Vita.
***
È lui, il "rais", che annunzia l'ora esatta della
mattanza: declama, scandisce i ritmi perfetti, i simboli
iniziatici della pesca.
C'è qui il significato magico del gruppo e poi
del capo sciamano. In questo primo piano, in questo
quadro il "Rais" è la figura ieratica che "dirige"
ed "ordina".
L'ora della mattanza è sacra...
***
Scrive Beatrice Torrente: "La scena, cruda e
drammatica, vede la morte dei grossi e bellissimi
pesci che colpiti dai potenti uncini vengono issati
e depositati uno per uno nei grandi battelli.
Ed a mattanza ultimata, quando tutto tace e gli
animi si sono acquietati, rimane lì solo il rosso
colore del sangue, segno manifesto dell'avvenuta
immolazione ".
***
Le tonnare sono, adesso, irrimediabilmente deserte...
Ogni cosa è abbandonata...
...Soltanto i gabbiani, anime dei marinai morti
(secondo le nostre leggende) passano e ripassano
in giri lenti sopra le nostre teste, nell'orbita del
nostro cielo, sopra il nostro mare azzurrissimo...
***
Questo è il canto, il luogo ed il senso del passato.
"Il tempo esatto della nostra memoria": il più
prezioso, sia esso lieto o triste...
"Ciò che si è dimenticato è vecchio" ha scritto
Erich Kastner "le cose indimenticabili sono appena accadute..."
(1) Si identifica, ora, con Scopello
(2) Maria SS. del Soccorso, Patrona di C.mare del Golfo
(3) (come vi piace, III, 2)
A MIO PADRE:
ALLA SUA INTELLIGENZA, ALLA SUA UMANITA'
CHE NELLA VITA
MI SOSTENGONO...
Beatrice Torrente

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I quadernetti
Collana "CLIO"
BIBLIOTECA D'ARTE E CULTURA
diretta da Marco Lucio Papaleo
ASSOCIAZIONE CULTURALE INTERNAZIONALE "THALIA"
Ringrazio l'amico
Nino Barone, poichè parlando di mattanza mi ha proposto questo libro.
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