Alberto Costantino


La Colombara
di Trapani


la copertina del libro

- la copertina -
Colombara, notturno
foto di
Andrea Gigante







Essais
Collana di saggi
diretta da
Alberto Costantino
1


© Ignazio Grimaldi Editore S.a.s.
via Palermo 116
Trapani

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

LA COLOMBARA DI TRAPANI
di Alberto Costantino


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Struttura e Architettura


Così la descrive il Massa (v. II, p. 43): “ottagonale, rotonda, alta canne 20 con 8 di diametro, chiusa in quel tempo con mura di forma ovale, che distendevasi per lo circuito di canne ottanta... (ampliato dal viceré Vega) accrescendo di nuove mura, e di validi baluardi l’antica torre, la ridusse in forte, e ben fornito Castello". Da ciò ne deriva la doppia classificazione di torre e castello che ne fanno parecchi testi tra cui quello del Giuffré nel suo libro Castelli e del Portolano del 1844 di Luigi Lamberti.
Della lunga storia di questo Castello, ch’è racchiusa nel detto «chiu vecchiu di la Culummara» e supportata da vari storici, tra cui alcuni autori di classici latini e greci, restano visibili solamente alcuni elementi, ma non certo databili a quell’epoca. La parte più antica è sicuramente quella rivolta verso l’imboccatura del porto dove è sita una piccola torre poligonale la cui attribuzione è dubbia, anche se alcuni architetti, la collocano nel periodo arabo-normanno, altri come Vincenzo Scuderi la datano ai primi del XIII secolo. Questa torre si trova agganciata all’ellittica cinta muraria del castello. Entrando nel vano terra, il visitatore ha un segnale di meraviglia: “le bocche di ventilazione nelle vele della copertura e una lacuna pavimentale forse riconducibile ad una fontanella, rivelerebbero l’esistenza di un sistema di microclimatizzazione, che riporta alle stanze dello scirocco, e ambienti orientali, date anche le forme del bastione marcapiana a becco di civetta, la finestra ad arco acuto collocata sopra la porta di ingresso e i profili delle volte interne" (Descrizione fatta dall’arch. G. Vultaggio).
L’elemento centrale è la grossa Torre che tutti vediamo e ammiriamo. Di forma ottagonale, attribuita dai più al periodo svevo, è stata costruita presumibilmente tra la metà del duecento e la metà del trecento. Non mancano comunque elementi che possano spostare la data di costruzione al periodo del conflitto tra gli Aragonesi e gli Angioini (tra il 1284-86). Costruita nel punto più alto dello scoglio (m. 3,50 slm), la torre, a cui non si può negare un notevole influsso svevo, è alta 32 m., ed è stata edificata in un unica fase. Notevoli le somiglianze delle torri del Castel del Monte (Puglia) alla torre del «Castel di Federico» ad Enna e al più vicino castello di Salemi, nonché alle torri campanarie trecentesche catalane.

Torre della Colombara:
la porta di legno che si apre sul torrione.

Nella seconda metà del trecento la fortezza, con la costruzione della cinta ellittica delle mura, assunse forma di Castello. Esse si possono accostare, per tecnica alla realizzazione del castello di Alcamo (Conti Modica). La cinta delle mura infatti convogliarono in un unico plesso tutte le strutture preesistenti con un grande cortile centrale e un gran mastio ottagonale. E’ invece del XVII secolo (1671-72) la piattaforma orientale, fortificata per ordine del principe Ligné, da De Grunembergh, al fine di proteggere, porto e canale. Tuttavia c’è da osservare come questo bastione abbia stravolto la fisionomia del Castello, in quanto fu solo un'opera di difesa per un temuto assalto dei Turchi, “Trapani era molto importante, perché vicina alla Barberia, e, di fronte ad essa, stava l’isola di Favignana, che debolmente fortificata, poteva diventare facilmente turca". (F. L. Oddo - La Sicilia sotto gli assalti Barbareschi e Turchi p. 108). A sua volta dalla nota del libro si desume essere tratta da S.V. Bozzo (Corrispondenza particolare p. 40, doc. XLVII, 27 settembre 1574).
Per questa eventualità fu costruita la vicina Torre Ligné, ancora intatta, anche se priva delle postazioni d’artiglieria. L’ultimo progetto, quello della trasformazione da lanterna (essa risale al 1700) a faro risale al 1853, e sono stati anche la causa del cedimento della Torre e per cui si è dovuto intervenire nell’ultimo decennio, con l’alleggerimento e lo smantellamento dello stesso faro. La torre è in muratura con quattro elevazioni inframmezzate in travi di legno e la liberazione della lanterna le ha tolto un peso di settanta tonnellate. Il successivo adattamento a carcere con conseguente ricavo di celle e cellette (piccolissime quelle d’isolamento, tanto da non permettere di stare in piedi) ha certamente deturpato tutto l’interno del castello, e il grande cortile centrale ne diventò lo spazio d’aria dei detenuti. Ancora oggi tutto ciò è ben visibile, con le stanze del direttore, la cappella (ormai distrutta) e i lunghissimi capannoni che hanno ospitato le armerie delle due guerre mondiali.

Donjon
La forma ottagonale del donjon ha un portale inserito proprio tra essa e una sezione della fortezza con una finestra ad arco. Nel primo piano vi è come detto un sistema di microventilazione che ricorda le stanze del vento arabe. Nel secondo livello, disposto allo stesso modo del primo, si aprono tre finestre in asse con uguale profilo. Una si affaccia nel cortile sinistro, l’altra sul lato destro, l’ultima a nord. Sono tutte coronate da un architrave retto. I solai sono costruiti da travi di legno. La scala o meglio le scale, perché di diverse dimensioni, la prima più grande, la seconda piccola arriva fino all’ultimo livello.
Il terzo livello ha un ampio vano unico, con sei finestre ad arco a tutto sesto. La volta è costituita da una volta stellare costollonata da nervature che partono da ogni angolo dell’ottagono e convergono prospetticamente verso il centro, proprio con una stella.


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Ringrazio l'autore
Alberto Costantino
per avermi concesso
di pubblicare
questo libro











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