Alberto Costantino
La Colombara di Trapani
- la copertina - Colombara, notturno foto di Andrea Gigante
Essais Collana di saggi diretta da Alberto Costantino 1
© Ignazio Grimaldi Editore S.a.s. via Palermo 116 Trapani
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Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
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LA COLOMBARA DI TRAPANI di Alberto Costantino
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Fonti storiche e letterarie
Fonti documentarie
La storia delle fortificazione inizia sempre da quella rupestre, passando inevitabilmente, almeno per
le coste occidentali, da Fenici e Cartaginesi fino al castrum romano. La Colombara per secoli è stata
ritenuta, almeno da parte degli storici classici un mito, lasciando così che non fosse il donjon a fare
storia ma la letteratura. Si spiega così come un bastione unico, costruito su uno scoglio, sia stato, almeno
negli ultimi secoli, sottovalutato e quasi emarginato dal contesto di studi seri e soprattutto di
scavi archeologici mai fatti e ancora lontani da essere concepiti. Si tratta dell’unico esemplare, situato
in uno scoglio e, che è cresciuto nel tempo, fino a tramutarsi in un castello e in una prigione borbonica.
A oggi la sua forma ottagonale viene datata in maniera arcaica e senza valore scientifico, in base a
fasi di costruzione che possono risalire attorno alla fine del XIII e l’inizio del XIV, dando per scontato,
forse anche giustamente, come costruzione Sveva. Il primo documento trovato è del 1223. Si tratta
un documento di Federico I per la concessione ad Alberto di Milo della capitaneria di guerra per
Trapani e del titolo di castellano sia per castrum, castello di terra, che la turris Columbarie, castello
di mare. A un esame attento il documento non sembra essere viziato da alcunché, tanto che a suo
tempo fu reputato autentico da E. Winkelmann e Giuseppe Agnello. Tuttavia alcune particolari, soprattutto
alcune inconcludenze di date, ne fanno dubitare, ma lo slittamento di esse non può superare
un periodo troppo lungo di anni, e neanche un esame al radiocarbonio potrebbe risolvere, il rebus. Il
documento può quindi ritenersi vero per il secolo in cui fu emesso, e forse in parte falsificato (il capitano
potrebbe essere di origine aragonese (sic!) nella datazione per permettere a qualcuno di occupare
una carica in tempi diversi. Una prassi deplorevole ma normale anche a quel tempo. E. Winkelmann,
Acta Imperia, I p. 208 doc. 224. 1223 mar. 4 ind. XI, Siracusa. Scrive: «Hier ist an falschung
wohl nicht zu zweifeln». Si esclude espressamente dubbi circa un’eventuale falsificazione. Anche G.
Agnello ne L’architettura Sveva, p. 21, nota 3, conferma la veridicità del documento.
Bartolomeo da Neocastro, cronista dell’epoca dei Vespri, Historia Sicula. Una notizia appena accennata
ai gemini castra che difendevano la città nel racconto dello sbarco di Pietro III a Trapani, testimonierebbe
come a Trapani ci fossero nel 1282 due castelli. Uno sicuramente è quello normanno
cioè quello di terra, l’altro la Colombara, o comunque un fortilizio in quello posizione. Scrive il prof.
Ferdinando Maurici: “si tratta proprio della Colombaia e del castello di terra ubicato sull’angolo
NE della cinta muraria. Una datazione fra la fine del XII secolo e primi del XIV, d’altra parte,
sembra per la Colombara la più probabile, tanto per ragioni stilistiche che in considerazione della nuova
importanza assunta dopo il Vespro” (da Kalòs 1997).
Chiaramente le ragioni stilistiche e architettoniche nella torre sono veramente ambigue, anche se vicinissima
allo stile svevo, ma in considerazione della stanza del vento che pochi hanno notato, soprattutto,
per chi non ha fatto una ricognizione de visu. Ritornerò sull’argomento nello studio architettonico.
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Ringrazio l'autore Alberto Costantino per avermi concesso di pubblicare questo libro
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