Alberto Costantino
La Colombara di Trapani
- la copertina - Colombara, notturno foto di Andrea Gigante
Essais Collana di saggi diretta da Alberto Costantino 1
© Ignazio Grimaldi Editore S.a.s. via Palermo 116 Trapani
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Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
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LA COLOMBARA DI TRAPANI di Alberto Costantino
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Fonti storiche e letterarie - Fonti documentarie
Altre Fonti
Pero Tufur, (Siviglia 1405 o 1409 - ?) nobile viaggiatore Andaluso, venne in Sicilia e scrisse il resoconto del suo viaggio in Sicilia durato tre anni (1436-1439): “Andanças e viajes por diversas partes del mondo avidos”. Scrive Tufur: “Trapani è una città gentile con una buona configurazione del porto dove c’è una torre che chiamano Colombaia attorno alla quale si pesca il corallo”
William Henry Smyth, La Sicilia e le sue Isole, 1824.
Scrive lo Smyth: “Trapani è una città fortificata sulla punta d’una bassa lingua di terra ai piedi di Monte San Giuliano, e occupa il sito dell’antica Drepanum, così chiamata dal dorico Drepano in quanto assomigliava ad uno strumento navale greco a forma di falce. Qui Enea sbarcò durante il suo viaggio da Cartagine per celebrare i giochi funebri in onore di Anchise; e lo scoglio della Columbara attesta l’esatta conoscenza geografica di Virgilio: Questo è ancora chiamata Colombara, e vi si riconosce subito Peliade dei Greci, sul quale venne piantato il ramo d’una quercia come traguardo per le galere contendenti. Fu dietro questa roccia che Adertale stava con la sua flotta, nella notte della sorpresa architettata da P. Claudius Pulcher nel 237 a. C. Non ho dubbi sul fatto che le secche, che si estendono dalle saline opposte alla punta di Nubia, sono quelle sulle quali tanti vascelli romani vennero sbattuti durante il disastroso conflitto del giorno seguente, nel corso del quale oltre a quelle affondate, vennero catturate 93 navi, uccisi 8.000 uomini, e presi 20.000 prigionieri, mentre i Cartaginesi non persero neanche un uomo o una nave ed ebbero pochissimi feriti. Columbara venne successivamente unita alla terraferma per mezzo di un molo, sopra un canale profondo tre o quattro piedi, da Numerio Fabio, con lo scopo di disturbare la guarnigione di Drepanum durante il duro assedio da loro sostenuto”. […] “Trapani è interamente circondata da mura e bastioni, in buone condizioni, con pivellini e con spalti, che si estendono dal castello, alla fortificazione sul lato interno, la quale tuttavia non è adeguatamente protetta alla base. L’ingresso del porto, è sorvegliato dalla torre Sigia sulla punta, il cui tiro a breve distanza è incrociato dalla batteria sulla Colombara; le opere sul lato terra hanno dei punti di fuoco contro la città, tattica non sempre da condividere. Il castello si trova nell’angolo est (il Castello di terra di cui parla lo Smyth, si trovava a nord dove oggi esiste solo un rudere dalla parte del lungomare Dante Alighieri. Esso comprendeva sia il Palazzo della Prefettura che le Poste e Palazzo D’Alì) ma non merita il nome di cittadella con il quale è designato”.
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Ringrazio l'autore Alberto Costantino per avermi concesso di pubblicare questo libro
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