Alberto Costantino


La Colombara
di Trapani


la copertina del libro

- la copertina -
Colombara, notturno
foto di
Andrea Gigante







Essais
Collana di saggi
diretta da
Alberto Costantino
1


© Ignazio Grimaldi Editore S.a.s.
via Palermo 116
Trapani

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

LA COLOMBARA DI TRAPANI
di Alberto Costantino


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Fonti storiche e letterarie - Fonti documentarie

Fonti storiche letterarie:

Zonara Giovanni (scrittore bizantino, morto al Monte Athos nel 1130ca. Fattasi monaco dopo avere preso parte attiva alla vita della corte, scrisse opere giuridiche e teologiche e soprattutto una Epitome storica fino al 1118, che è una delle poche fonti sicure a nostra disposizione per ricostruire le vicende d’oriente del XI e XII secoli.) VIII 16
“Narra Zonara di Numerio Fabio Console Romano, aver insidiato nell’assedio di Trapani l’isolae la rocca Colombara, che avevano in prima occupato i Cartaginesi, mandate nottetempo delle truppe, che ucciso il presidio la tenessero: ciò udito, soggiunge, Amilcare, col mattino contro quelle si partì, alle quali non potendo Fabio apprestare ajuto Trapani medesima assalse. Di ciò poi atterrito Amilcare, si raccolse dentro le mura; Fabio indi occupò la Colombara, e l’angusto frapposto spazio palustre unì con argini al continente, acciò più facile l’oppugnazione riunisce. Occuparono i Romani Colombara, sotto il consolato di Lucio Metello e M. Buteano Consoli.” (Dizionario Topografico della Sicilia di Vito Amico, Palermo Salvatore Di Marzo Editore 1858)


Tolomeo: Emporium Segestanorum, cioè il mercato dei Segestiani, e aggiunge che essa è lontana dal promontorio di Lilibeo circa trentotto miglia.
Citata come Drepanum da Polibio, Strabone, Livio, Plinio, Cicerone, Virgilio, Silio, Tolomeo.
Scrisse il bolognese Leandro Alberti (Descrittione dì tutta l’Italia et isole pertinenti ad essa. Venezia presso Paolo Ugolino 1596): “Il qual nome essa ebbe dalla figura della falce, essendovi gettata la falce di Saturno, con la quale gli era stato tagliato il membro genitale, sì come vuole Strabone. Altri dicono, che ella acquistasse cotal nome dalla curvità del luogo ove è posta, simile ad una falce, imperoche i Greci addimandano la falce Drepano. Nel vero, che quando si dice di Saturno, non è dubbio, che è favola”.
Tucidide La Guerra del Peloponneso, VI, 2: “Espugnata che fu Ilio, alcuni dei Troiani sfuggiti agli Achei approdarono con le loro imbarcazioni in Sicilia, ove si stabilirono ai confini con i Sicani; e tutti insieme ebbero il nome di Elimi: Erice e Segesta furono le loro città. Ad essi si aggiunsero, e con loro abitarono, alcuni dei Focei che, al ritorno da Troia, erano stati dalla tempesta sbattuti prima in Libia e di là poi in Sicilia”.
Plinio lib. I: “questa città, per essere sin da quel primo momento molto ragguardevole, e famosa, fu assai a quella Impresa accomodata” (fortificata dai Cartaginesi). “Essendo stato mandato Attilio Calatino da’ Romani in Sicilia contra i Cartaginesi, egli cacciò i presidj de’ forti de’ nemici d’intorno ad Enna, Trapani, Lilibeo, città grandi, e ben munite.
Cornelio Nepote nel suo Libro degli Uomini illustri scrive: “Che essendo stato inviato da Romani in Sicilia, questi cacciò i Presidj de’ porti de’ nemici intorno a Trapani e Lilibeo, Città sin da quel tempo grandi, e ben munite”.
Diodoro Siculo - Biblioteca Storica volgarizzata dal cav. Compagnani. Palermo presso la tipografia dei soci librai Pedone e Muratori 1831.
Lib. V cap. XXXII: Imperiociocchè dopo gli onori stabiliti da Erice, Enea figliolo di Venere, approdato in Sicilia nel suo viaggio per l’Italia, molte cose presentò in dono a quel tempio, consacrato a sua madre.” Lib.13: “Amilcare cartaginese communì Drepano, vi stabilì la città, e trasferitivi gli ericini diroccò Erice”.
Scrive Virgilio nel libro III dell’Eneide vv. 707-715: “Hinc Drepani me portus et inlaetabilis ora accipit. Hic pelagi tot tempestatibus actis heu genitorem, omnis curae casusque lavamen, amitto Anchisen; hic me, pater optime, fessum deseris, heu tantis nequiquam erepte periclis! Nec vates Helenus, cum multa hottenda moneret, hos mihi praedixit luctus, non dira Celaeno. Hic labor extremus, longarum haec meta viarum. Hinc me disgressum vestris deus appulit oris.
Virgilio - Eneide libro V vv. 124-128: Est procul in pegalo saxum spumantia contra litora, quod tumidis submersum tunditur olim fluctibus, hiberni condunt ubi sidera cori; tranquillo silet immotaque attollitur unda campus et apricis statio gratissima mergis.
Molti si sono chiesti se esistono questi luoghi descritti da Virgilio o se sono solo d’invenzione letteraria. Leggendo bene il testo comunque si nota che Virgilio conosceva personalmente i luoghi che descriveva e, ciò è dimostrato anche dalla precisazione sia del nome della città, sia per quel saxum, da molti riconosciuto come lo scoglio degli Asinelli. Esso si trova proprio di fronte a Pizzolungo, non lontano da Trapani e va a puntellare la descrizione del lato nord di Trapani. Da notare che il professore Giusto Monaco colloca i Ludi invece proprio nel porto di Drepano.
Vincenzo Nobile «Il Tesoro Nascosto» Palermo per Costanzo 1698.
“La quinta la Colombaia, della quale eccoti ò Lettore una breve contezza. Persequi tardosi ostilmente con reciproche armate i Greci, e i Cartaginesi, questi sopra gl’alpestri scogli d’un’isoletta meridionale alquanto discosta da trapani edificarono una Torre detta Colombaia, per le colombe quivi nidificavano, acciò col fuoco acesavi sopra servisse di faro alle Navi straniere per non investire que’ sassi. Alcuni dicono esser stata à tempi de’ Troiani. V’hà quivi immensa cisterna piena d’acque piovane per proveder l’armata. Aggiungesi à detta Torre dal Viceré Giovanni De Vega un forte propugnalo per difesa di lei, e della Città, munito di cannoni, e Soldati, e così trasformassi in b. guarnito Castello, cinto nel di fuori d’altro bel baluardo. Di quest’Isoletta scrive Zonata, che Numerio Console di Roma assediò Trapani, e la Colombaia, di cui s’impatronì, & all’hor s’unì la secca, che giace nel mezzo della Colombaia, e del pietro Palazzo.”
Andrea Massa - La Sicilia in prospettiva Palermo 1709 Stamperia Francesco Cichè.
“Colombara. Lat. Insula Columbaria, Zonara, Briete, Cluverio, Aretio. Isola piccola o più tosto Scoglio ampio fu la bocca del Porto di Trapani per mezzodì, sul quale sorge una Fortezza munitissima, acponè inexpugnabilis a giudizio di Cluverio: aggiungono Inveges nel lib.1 cap.8 ed Orlandini nella Descr: di Trap. essere la Torre di fabbrica antichissima, e tenersi struttura de’ Trojani, venuti con Enea in Sicilia: ondo per esprimersi una grande antichità, nacque il Proverbio, Gli anni della Colombaja di Trapani. Altri però la fanno costruire de’ Cartaginesi, quando questi hostilmete trattandosi co’ Greci, passati a toglier loro la signoria di queste contrade occidentali, alzarono su l’alpestre Scoglio, di cui favellavano, la Torre, dove la notte per uso delle loro Armate si accendesse il Fanale. Numerio, Consolo Romano, come si legge appresso Zonara (già citato) “la tolse a’ Cartaginesi insulae Columbaria a Carthaginensibus praeoccupatae insidiatus est, noctu missis militibus, qui, occiso praesidio, Insulam caperunt.” Continua il Massa: “Vi è un’ampia cisterna, per raccogliere l’acqua piovana. Il Viceré Giovanni Vega accrescendo di nuove mura, e di validi baluardi l’antica Torre, la ridusse in forte, e ben munito Castello, tenuto come cennammo, da Cluverio per inespugnabile".
S.T.D.D. VITI M. AMICO «Lexicon Topographicum Siculum Pars prima, tomus secundus» Catania MDCCLIX (1759).
COLUMBARIA. Olim Pleiades, Insula parva, seu scopulus in Drepanensi portu, urbs extima parti ab austro adjacens, arcem munitissimam, ac pene inespugnabilem veteri aevo conditam, & Fazelli aetate instauratam sbstinet. Putant veterem turrim Trojanorum opus esse, qui cum Aenea in hanc oram delati, loca proxima tenuere; hinc antiquum aliquod ut exprimant incolae, Columbara Drepanensis annes habere passim dicunt. Alii Carthaginiensibus eandem adscribunt, ibique illos Pharum locasse tradunt, quum Graecis, aut Sicanis e Drepano pulsis, urbem occcuparunt. Zonaras: Numerium Fabium, tradit, Romanum Consule in Drepanensi obsidione insulae Colombaria & arci, quam Peni preoccupaverant, esse insidiatium, missis noctu militibus, qui occiso praesidio, illam tenerent: Hoc audito, subdit, Amilcar, mane contraillos prosectus est, quibus, quum opem ferre Fabius nequiret, ipsum Drepanum aggressus est.
Vito Amico «Dizionario Topografico della Sicilia» tradotto dal latino e continuato sino ai nostri giorni per Gioacchino Di Marzo .. vol. I. Palermo Salvatore Di Marzo Editore 1858:
Colombara. Lat. Colombaria. Sic. (dialetto siciliano) Palummara (V.M.) Un tempo Plejade. Piccola isola o scoglio nel porto di Trapani adjecente da Austro, alla parte estrema della città, con una rocca munitissima e quasi inespugnabile, sin da antichi tempi fabbricata e ristorata nell’età del Fazello. Stimano essere un’antica torre opera dei Trojani, che con Enea in questa spiaggia approdati, i luoghi vicini occuparono. Ne assegnano altri la fondazione ai Cartaginesi, dove affermano aver quelli collocato un faro, quando scacciati i Greci e i Sicani da trapani, occuparono la città. Narra Zonara di Nuberio Fabio Console Romano, aver insidiato nell’assedio si Trapani l’isola e la rocca Colombara, che avevano in prima occupato i Cartaginesi, mandate nottetempo delle truppe, che ucciso il presidio la tenessero: ciò udito, soggiunge, Amilcare, col mattino contro quelli si partì, alla quali non potendo Fabio apprestare ajuto Trapani medesima assalse. Di ciò poi atterrito Amilcare, si raccolse dentro le mura; Fabio indi occupò la Colombara, e l’angusto frapposto spazio palustre unì con argini al continente, acciò più facile l’oppugnazione riuscisse”.
Tommaso Fazello «Della Storia di Sicilia deche due vol. I» Palermo Giuseppe Assenzio 1817
Cap. II. “Questa città ha un bellissimo porto nobilitato dalla venuta di Enea, secondo che dice Virgilio nel III. Dell’Eneide, dove uno scoglio non molto piccolo diede luogo per fabbricarvi una fortezza antichissima, ma al mio tempo è stata restaurata, ed è detta la Colombaja.


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Ringrazio l'autore
Alberto Costantino
per avermi concesso
di pubblicare
questo libro











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