Alberto Costantino
La Colombara di Trapani
- la copertina - Colombara, notturno foto di Andrea Gigante
Essais Collana di saggi diretta da Alberto Costantino 1
© Ignazio Grimaldi Editore S.a.s. via Palermo 116 Trapani
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Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
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LA COLOMBARA DI TRAPANI di Alberto Costantino
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Trapani: breve nota storica
Secondo una favola mitologica l'esistenza di Trapani si deve alla falce caduta in mare alla dea dell'agricoltura Cerere, nel momento di staccarsi dalla Sicilia per correre in Africa a rintracciarvi la figlia rapita. Ancor non è chiaro come e chi abbia fondato Trapani anche e soprattutto per assenza di scavi archeologici. Tuttavia molti storici, tra cui Orlandini, Pugnatore, Sorba, pensano che Trapani sia stata abitata da una popolazione indigena quale quella sicana e successivamente conquistata dai Fenici che la chiamarono Camesene, cioè falce.
Il nome Drepanon compare in molti degli antichi autori greci, il primo tra tutti Omero, dando per scontato che essa esistesse già prima della guerra di Troia. Nei suoi primi tempi Trapani fu l'emporio ericino, alla cui prosperità contribuirono quelle colonie di mercanti fenici stabilitesi nei vari porti della costa occidentale, e che avviavano, e mantenevano, i traffici fra l'Isola e la non lontana costa libica, ove avevano le loro città e i principali stabilimenti. La fase ascendente della città, a differenza di tante altre della Sicilia occidentale che andarono in rovina, si deve alle guerre puniche. Fu il cartaginese, Amilcare Barca (231 A. C.), che conquistando la Colombara, baluardo militare posto all'ingresso del porto, fece in modo che gli abitanti dell'antica Erice scendessero a Valle fondando quindi la vera città. E proprio al largo delle Egadi fu combattuta la battaglia navale che mise fine al dominio cartaginese nella Sicilia occidentale. La disfatta della flotta cartaginese (241 a.C.) sotto il comando di Annone fu tremenda e dopo sedici anni di guerra, questa volta Cartagine fu costretta a cedere Palermo, Drepano, Erice e Lilibeo.
Di Trapani parla pure Virgilio nel terzo e nel quinto libro dell'Eneide, quando descrive la morte del padre Anchise e la sua sepoltura nel lido di Pizzolungo, nonché dei giochi successivamente banditi in onore di esso. La successione storica vede Trapani sempre sotto l’Egidio romano, anche dopo la divisione tra l'Impero d'Occidente e d'Oriente, fino all'827 quando in Sicilia arrivarono gli Arabi.
Successivamente la città risorse commercialmente sotto i Normanni (1071); ad essi successero gli Svevi e quindi gli Angioini. Sotto questa dominazione i trapanesi cominciarono a congiurare, riunendosi nello scoglio detto "Del Mal Consiglio" e con a capo Palmerio Abbate liberarono la città dalla guarnigione francese. L'episodio avvenuto il 31 marzo del 1282 assieme alla città di Palermo è meglio conosciuto come il giorno dei Vespri.
A seguito del comportamento eroico Trapani acquistò l'appellativo di Città e da re Ferdinando il Cattolico ebbe il titolo di "Invittissima" (1448). Sotto la dominazione spagnola la città subì numerose incursioni barbaresche e fu colpita da pestilenze e tumulti popolari, ma nonostante tutto fiorì l’artigianato del corallo, il sale e la pesca. Nel 1535 fu visitata dall'imperatore Carlo V che le conferì molti privilegi tra cui quelli di concedere lauree in fisica, giurisprudenza, matematica, filosofia, teologia e medicina.
Sotto il viceregno del principe Ligne (1670) la città attraversò uno dei momenti più bui della sua storia. Colpita da carestie il popolo insorse contro il mal governo ma la rivolta fu domata col sangue.
Dopo la dominazione spagnola seguì quella dei Savoia (1713), quindi quella austriaca nel 1720 e dal 1738 quella borbonica. Fu proprio sotto la dominazione borbonica che la città trasse profitto.
Fu bonificata ad ovest e abbellita di numerosi palazzi. Le vie della città, polverose e piene di fango, furono finalmente basolate e illuminate, e sorsero numerosi e bellissimi palazzi barocchi.
L'economia di Trapani è sempre stata legata al suo porto e all'artigianato, per cui il suo benessere è andato sempre di pari passo con essi. Il porto è sempre stato "appetibile" a tutte le dominazioni, essendo naturale e collocato strategicamente. Inizialmente avamposto militare, fu successivamente usato commercialmente e per la pesca. Oggi rappresenta soprattutto un ponte di passaggio con l'Africa, con le isole Egadi e Pantelleria. Dal punto di vista commerciale la sua principale attività resta, come un millennio fa, il sale, che fa da richiamo anche turistico.
Chi viene in visita per la prima volta a Trapani non potrà che meravigliarsi per le bianche distese saline con i suoi "guerrieri" mulini a vento che risalgono forse al periodo fenicio.
La "città bianca" come la descrivono oggi molte enciclopedie, in verità mostra ancora le vestigia di tante civiltà che la hanno "visitata", da i monumenti del Trecento (la Torre della Colombara) ai numerosi monumenti barocchi, fino al liberty e alle "ferite" delle due guerre mondiali.
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Ringrazio l'autore Alberto Costantino per avermi concesso di pubblicare questo libro
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