Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

RITORNO AL FEUDO

di Alberto Barbata



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Classi sociali, feudo e cooperazione a Paceco

Ma l'avvento della cooperazione, è risaputo, viene spinto e stimolato, sia in Italia, come anche in Sicilia, dal mutuo soccorso, già nato alla metà del secolo XIX ed autorizzato dallo Statuto Albertino. le società di mutuo soccorso costituiscono una piccola reazione organizzata ad una sfida che viene dalla crisi dei vecchi ordinamenti ed anche dai nuovi e radicali rivolgimenti economici e sociali, Al Sud, la nascita del nuovo stato unitario, con le nuove normative, la leva obbligatoria e le difficoltà finanziarie dei Comuni, le condizioni di una agricoltura che stentava a sopravvivere, insieme ad una disoccupazione sempre crescente, procurano un disagio sociale enorme, pronto a scoppiare all'improvviso come una bomba. Anche Paceco ebbe la sua Società di Mutuo Soccorso fra gli onesti agricoltori, costituita nel 1890 e capeggiata dal poeta popolare Matteo Barbera.
Si cominciava ad avvertire, verso il 1880, una difficoltà sempre più crescente nel campo delle associazioni mutualistiche e di categoria. Non saranno più soltanto gli occupati a ricercare nella mutualità una sicurezza contro le malattie e gli infortuni, ma scenderanno anche in campo i disoccupati che si uniranno per ricercare il lavoro ed il modo di organizzarlo.
Dopo l'abolizione della feudalità, a Paceco si enuclearono a poco a poco certi ceti sociali di tipo medio e lo scontro con la classe agraria dominante di estrazione trapanese si era praticamente conclusa favorevolmente a questi ceti sociali negli anni ottanta/novanta.
La composizione sociale di Paceco era costituita fondamentalmente da tre schieramenti: un bracciantato agricòlo numerosissimo, povero, escluso dalle liste elettorali cioè privo di incisività politica; un ceto medio rurale formato da artigiani, contadini, piccoli proprietari affittuari e censuari ed infine un ceto di civili, di galantuomini che vivevano di rendite o delle loro professioni liberali.
La propaganda socialista, avvenuta in quegli anni, ad opera del farmacista Vincenzo Curatolo e dell'avvocato Giacomo Montalto, aveva contribuito notevolmente alla presa di coscienza dei contadini, degli affittuari, dei proletari che cominciavano ad alfabetizzarsi in corsi serali, con l'avvento di giovani maestri che circolano nel paese e degli apostoli del sole dell'avvenire.
Paceco è una piccola fucina operosa, alle spalle dell'antica Trapani, è il borgo rurale porta del feudo, dove convergono varie esperienze politiche del triangolo Marsala­Trapani-Erice. Ricca di intelligenze contadine ed artigiane, Paceco, con i suoi poeti popolari, le sue botteghe vive che a sera si trasformano in sale di lettura e di dialettiche battaglie sul futuro e la speranza del riscatto, vivrà i suoi momenti migliori tra il radicalismo pipitoniano, la democrazia nasiana e l'arrivo frenetico e trascinante del socialismo.



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Ringrazio l'amico

Vito Accardo

per avermi fatto conoscere l'Autore



Da una conversazione
con i soci de
"La Koinè della Collina"

22.07.2006 ore 21.00

Feudo Borromeo (Burrumia)

Le foto sono state gentilmente concesse dall'architetto Carlo Foderà, Presidente del Club Amici Della Terra.

Si ringrazia la Banca di Credito Cooperativo Sen. Pietro Grammatico per l'aiuto concreto dato alla pubblicazione di questo volume.




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