Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

RITORNO AL FEUDO

di Alberto Barbata



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Il Feudo nella letteratura siciliana

E' certamente ben noto che il feudo da tempo è entrato nella letteratura e poi nella cinematografia. Se dovessimo citare i vari incontri con il mondo della letteratura e del cinema, ne potrebbe uscire fuori un dossier lungo e oltremodo interessante. Da Verga e Capuana, attraverso Pirandello, fino ad arrivare a Tomasi di Lampedusa, Sciascia e non ultimo Consolo. La cinematografia è pre­sente con Luchino Visconti e con i fratelli Taviani.
Il feudo entra prepotentemente nella letteratura con il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Le scene del viaggio annuale della famiglia del principe. da Palermo a Donnafugata sono note a tutte, anche perchè successivamente immortalate dalla macchina da presa di Luchino Visconti. Per descrivere il viaggio mi rifarei piuttosto all'omonimo racconto di Tomasi, inserito nella raccolta dei Racconti, pubblicata successivamente da Feltrinelli nel 1961. Il racconto "I luoghi della mia prima infanzia" costituisce un momento ideale d'ispirazione per la descrizione del viaggio gattopardiano a Donnafugata. Il principe ogni anno, insieme alla madre, che era una Tasca di Cutò, partiva avventurosamente da Palermo per recarsi a Santa Margherita Belice, nella tenuta di famiglia ed attra­versava dapprima in treno e poi in carrozza [il paesaggio bello e tremendamente triste della Sicilia Occidentale: credo che fosse allora Cagli inizi del sec.XX) tale e quale come lo trovarono i Mille sbarcando] ... [poi il treno tagliava verso l'interno, tra montagne sassose e campi di frumento mietuto, gialli come le giubbe di leoni] ... [giunti sotto Partanna, però, la scena cambiava: si presentavano tre carabinieri, un brigadiere e due militi, che a cavallo e con la nuca rip~rata da una pezzuola bianca come i cavalleggeri di Fattori, avrebbero dovuto accompagnarci sino a Santa Margherita. La strada diventava montuosa: attorno si svolgeva lo smisurato paesaggio della Sicilia del feudo, desolato, senza un soffio d'aria, oppresso dal sole di piombo. Si cercava un albero alla cui ombra fare colazione: non vi erano che magri ulivi che non riparavano dal sole. Infine si trovava una casa colonica abbandonata, semi in rovina, ma con le finestre gelosamente chiuse] ... [Erano le due, l'ora veramente atroce della campagna estiva siciliana ... le giravolte si succedevano eterne nel paesaggio calcinato]. Le stesse immagini Luchino riporterà fedelmente, nel Gattopardo, con una capacità filmica altissima, con una fotografia eccezionale, memorabile.
I fratelli Taviani in Caos, del 1982, scelgono quattro novelle dall'opera "Novelle per un anno" ma scelgono quelle novelle ove Pirandello al grottesco, all'umorismo, all'avvertimento del contrario, esemplificato dallo scritto­re siciliano in quella vecchia imbellettata, aggiunge la pietà, quel sentimento del contrario che spinge a vedere più a fondo. I personaggi che i registi ritrovano in Sicilia sono ancora quelli più amati, i contadini costretti a lotta­re per un pezzo di terra ed il fondale è anche la terra del latifondo, del feudo.

Un'ultima citazione possiamo trarla da un racconto giornalistico di Consolo, "Per un po' d'erba al limite del feudo", tratto dall'opera "La ferita dell'aprile", dove viene rievocata la morte, per mano di mafia, del sindacalista di Tusa, Carmine Battaglia, avvenuta una mattina di marzo del 1966. Nel racconto viene illuminata la condizione delle plebi siciliane, il fallimento risorgimentale, il gioco gattopardesco delle forze della conservazione e degna­mente la concludono con una "testimonianza" su una realtà sociale che ancora gronda di lacrime e di sangue: dove un uomo - uno dei tanti e purtroppo non l'ultimo - viene ucciso perchè con più coraggio degli altri ha chiesto per i contadini e i bovari l'elemosina di "un po' d'erba al limite del feudo".



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Ringrazio l'amico

Vito Accardo

per avermi fatto conoscere l'Autore



Da una conversazione
con i soci de
"La Koinè della Collina"

22.07.2006 ore 21.00

Feudo Borromeo (Burrumia)

Le foto sono state gentilmente concesse dall'architetto Carlo Foderà, Presidente del Club Amici Della Terra.

Si ringrazia la Banca di Credito Cooperativo Sen. Pietro Grammatico per l'aiuto concreto dato alla pubblicazione di questo volume.




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