GIUSEPPE PASSALACQUA:
Nasce a Trapani il 7 febbraio 1942
PROFILO
Vincitore di pubblico concorso presso l'Amministrazione centrale della Regione Sicilia, Giuseppe Passalacqua - per gli amici "Peppe" -, nonostante gli impegni lavorativi, consegue la laurea in Economia e Commercio presso l'Università degli Studi di Palermo. Agli impegni di lavoro affianca una militanza artistica, frutto di vocazione autentica, che lo porta a fondare, nel 1973, la Compagnia artistica "Amici di Nino Martoglio" nella quale occupa i ruoli di regista stabile e di direttore artistico. Nonostante le crescenti difficoltà del settore, si impegna tuttora nell'attività teatrale che - molto più di una passione -, è ragione e scopo di una vita.
CURRICULUM ARTISTICO
A partire dagli ultimi anni Cinquanta del secolo scorso, fa le prime esperienze in campo artistico come comparsa nelle opere liriche messe in scena dal "Luglio Musicale Trapanese". E' a quelle esperienze giovanili che i critici fanno risalire la passione inesausta di Peppe Passalacqua per il palcoscenico. Passato attraverso gli allestimenti di spettacoli teatrali per il C.U.T. (Circolo Universitario Trapanese), riversa nella fondazione della Compagnia artistica "Amici di Nino Martoglio" - e nella regia di tutti gli spettacoli prodotti dal Gruppo - una predisposizione sostenuta da studi specifici e da approfondimenti da autodidatta. Fa della regia teatrale la palestra di un severo esercizio di vita, condotto con assoluto rigore ed una passione aliena da compromessi.
Nel corso degli anni, affianca all'attività artistica principale, l'espletamento di incarichi come docente di recitazione in Laboratori teatrali promossi da Enti pubblici (Comune di Trapani, Comune di Valderice,…) ed istituzioni private; tra i tanti, svolge l'attività di docente di "Storia del teatro" presso l'Università della Terza età e quella nel settore "Teatro" nel Collegio di consulenza artistica dell'Istituzione Teatro "Valle di Erice" di Valderice.
Per limitarci all'ultimo decennio, sono davvero numerosi - tra gli altri - gli allestimenti di spettacoli messi in scena presso i Teatri "Ariston", "Don Bosco" e "Tito Marrone" di Trapani, "San Barnaba" di Valderice e "Gebel Hamed" di Erice Vetta.
L'ultimo allestimento è lo spettacolo di Giuseppe Mazzarella "A birritta russa", tratta da "Le fide pescatrici" di G. M. Calvino. Lo spettacolo, andato in scena il 15 aprile 2011 al Teatro "Tito Marrone" sarà replicato il 21 agosto, nell'ambito degli spettacoli estivi promossi dall'Ente Luglio Musicale Trapanese presso la Villa Margherita di Trapani.
TESTIMONIANZE
Scrivere qualcosa sul regista Peppe Passalacqua è per me motivo di imbarazzo se non altro per il legame di parentela, ma cercherò di farlo in modo obiettivo in qualità di moglie e di compagna di scena.
Dire che la sua vita è stata guidata dalla passione per il teatro è la verità; una passione nata già da bambino quando sentiva parlare di uno zio che preparava degli spettacoli in famiglia. Ecco, forse da lì è sorta quella passione che lo ha portato a realizzare tanti lavori a Trapani, in provincia e, nel periodo più prolifico, anche in ambito regionale. Anzi, ad onor del vero, è stato uno dei primi a portare il teatro di prosa a Trapani, attraverso l'attività di un gruppo amatoriale stabile che tuttora resiste. Mi riferisco alla compagnia "Amici di Nino Martoglio" dalla quale sono usciti tanti attori che poi si sono cimentati autonomamente in attività teatrali; qualcuno addirittura a livello professionistico.
Forse in contrapposizione agli aridi studi di economia e al lavoro di funzionario presso alcuni uffici amministrativi della Regione siciliana, ha seguito la passione per il teatro, dando spazio alla sua sensibilità e alla sua innata inclinazione per qualunque espressione artistica in palcoscenico.
Già nella scelta del copione da realizzare, il nostro regista tiene conto non solo della sua validità, ma anche della possibilità di realizzazione, valutando le qualità e le potenzialità degli attori disponibili. È difficile spiegare dal punto di vista creativo il suo lavoro di regia, ma egli si pone come un architetto che crea la messa in scena e conduce gli attori per mano fino ad identificarsi con il personaggio.
Durante le prove, con la sua guida, si sviluppa il filo narrante dello spettacolo e, a poco a poco, prendono corpo e colore i vari personaggi che agiscono sulla scena in modo autonomo come dei figli partoriti che poi diventano adulti e prendono la loro strada; così i personaggi, nati dalla fantasia, diventano autonomi e procedono come creature vive. La sua attività di regista si sviluppa in base ad una personale interpretazione del testo e contemporaneamente allo studio della personalità degli attori, valorizzando le qualità di ognuno.
Al di là degli spettacoli realizzati, io credo che il suo merito vada cercato nel fatto che ha dato sempre la possibilità ad ogni compagno di scena di esprimere il meglio di sé.
Peppe Passalacqua è solito dire che con lui possono recitare tutti coloro che esprimono amore per il teatro; sia quelli che hanno le doti artistiche, sia quelli che ne sono privi, offrendo, comunque, la possibilità di salire sul palcoscenico e di vivere un' intensa esperienza di vita.
(Maria Laura Cavarretta, moglie e compagna di scena)
Ho conosciuto Peppe Passalacqua tanti anni fa quando ancora non frequentavo il Teatro se non come spettatrice, in rare occasioni. Ero incuriosita ed affascinata da tutte le forme d'arte e il Teatro era tra queste. Un giorno una mia amica mi accompagnò a vedere uno spettacolo della Compagnia artistica "Amici di Nino Martoglio". Si trattava de "La Governante", una straordinaria commedia di Vitaliano Brancati, interpretata magistralmente da alcuni attori della compagnia per la regia di Peppe Passalacqua.
Rimasi affascinata dallo spettacolo. In quell'occasione il regista annunciò che, a breve, si sarebbe tenuto un laboratorio teatrale aperto ai giovani e condotto proprio da alcuni attori della compagnia. Non mi lasciai sfuggire l'occasione e mi iscrissi subito...
Durante l'esperienza, ebbi il piacere di conoscere Peppe che teneva le lezioni di recitazione. Scoprii una persona di grande cultura teatrale e non solo, dotato d'una energia e di una caparbietà uniche. Peppe è una persona che ho imparato a stimare subito per la sua serietà e il suo amore sconfinato per il Teatro. Era un amore testimoniato in ogni istante, vissuto con consapevolezza ed intimo trasporto. La straordinaria esperienza di quel laboratorio - e del saggio finale - lasciò un ricordo indelebile nella mia mente per l'intensità e per l'entusiasmo con cui lo affrontai, per le amicizie vissute, per i maestri che mi hanno accompagnato in questo cammino e che mi hanno consentito di sbloccare un po' quella timidezza che non mi abbandonava mai.
L'esperienza servì da trampolino per il mio percorso nel mondo del teatro - io ed altri allievi del laboratorio fummo "presi" nella compagnia - e mi ritrovai ad interpretare l'anno seguente un ruolo da protagonista proprio per volere di Peppe Passalacqua. Anche quella fu un'esperienza unica perché Peppe mi portò in scena dopo aver lavorato con grande passione e con tutta l'anima sul mio personaggio.
Da allora non ho più abbandonato il Teatro. Ho recitato ancora con quella Compagnia e con altri maestri, lavoro tuttora con professionisti del Teatro. Il mio infinito grazie va, però, proprio a Peppe, il mio primo Maestro. E' lui che mi ha fatto scoprire il Teatro e - con il suo appassionato ed instancabile insegnamento - ha fatto sì che il mio amore per il Teatro - e per l'arte in genere - crescesse e si consolidasse sempre di più.
(Rosalba Santoro, attrice)
Conosco Peppe Passalacqua dai gloriosi tempi del C.U.T. (Circolo Universitario Trapanese). Nonostante non avessi legami "funzionali" col Circolo, io ero coinvolto negli spettacoli di varietà con sketch, numeri di cabaret, canzoni e brani recitativi curati dal giovanissimo regista (ricordo qui tanti cari amici tra cui Nino Orlando e Michele Fundarò, che ricoprivano ruoli diversi all'interno del gruppo). Già allora Peppe Passalacqua dirigeva i nostri spettacoli con grande passione. Negli anni tra il 1966 e il 1970, tornava a casa, da Palermo, nei fine settimana e noi attori provavamo il sabato e la domenica mattina (e anche di pomeriggio!) per mettere in scena spettacoli che - debbo dirlo senza falsa modestia - riscuotevano lusinghieri successi sia in città sia in provincia.
A partire dai primi anni Settanta e ininterrottamente a tutt'oggi, egli è stato direttore artistico della Compagnia "Amici di Nino Martoglio", un direttore - se mi è consentita l'espressione - a tutto tondo: della Compagnia si occupava e continua ad occuparsi con una competenza ed una diligenza testimoniate solo dal migliore professionismo - ma senza le "fumosità" di certi professionisti!
Tra le prime esperienze "serie" ricordo "Lumie di Sicilia" di Luigi Pirandello… Compatibilmente con altri impegni (negli ultimi dieci anni ho lavorato con il "Teatro Lelio" di Palermo, una compagnia a carattere familiare, oggi guidata da Giuditta Lelio, che ha messo in scena diversi allestimenti tra i quali "Annata ricca… massaru cuntentu" e "Amleto"), il mio sodalizio artistico con Peppe Passalacqua non ha avuto pause, né, credo, potrà averne. Per l'assoluto rigore che l'amico Peppe Passalacqua mette nell'allestimento degli spettacoli - in tutti gli spettacoli -, un po' sul serio, un po' per celia - alcuni di noi lo chiamavamo "Strehler Secondo". Ed è quanto dire!
(Michele Morfino, attore)
La mia esperienza con la Compagnia Artistica "Amici di Nino Martoglio" ha avuto inizio nel 1997, quando un mio amico, col quale avevo seguito un corso di teatro, mi invitò a prendere parte ad una delle prove della compagnia, che allora si preparava a mettere in scena "COLAPESCE". Così, quasi per caso, conobbi la Compagnia, gli attori ed il regista, Giuseppe Passalacqua, da allora anche per me "Peppuccio", il quale mi accolse con grande ospitalità: la prima sensazione, entrando in sala prove, fu quella di prendere parte ad una riunione tra amici…
Fui subito coinvolta dalla magica atmosfera che soltanto il teatro riesce a creare, anche perché incontrarsi divenne sempre più un momento di gioia, in cui si alternavano ad una recitazione seria e gestita in modo molto impegnato, pause di serenità e di scambio fra i partecipanti.
Da quel primo incontro la mia passione crebbe e così presi parte a diversi spettacoli, come "I due Gemelli" (I Menecmi) di Tito Maccio Plauto; riduzione dialettale di Nino Mignemi, "Storie, Miti e Leggende di Sicilia", spettacolo collage di brani recitati e cantati, con brani tratti da Autori diversi e "Voculanzicula" (L'altalena), commedia dialettale di Nino Martoglio.
Successivamente, per motivi diversi: dai nuovi impegni lavorativi ai miei bambini in seguito nati, fui costretta a lasciare, mio malgrado, la compagnia, anche se ho sempre seguito da lontano le produzioni teatrali e sono rimasta in ottimi rapporti con tutti.
Una persona che ricordo in particolare con grande affetto e stima è certamente il regista, Giuseppe Passalacqua, un uomo che del teatro ha fatto la sua più grande passione, che trasmette a chiunque si avvicini al suo palcoscenico. Peppuccio è riuscito sempre, pur apparendo alle volte un po' severo, a gestire con impegno, prontezza e attenzione ai minimi dettagli, le prove di una compagnia costituita certamente da amici, ma anche da persone, che durante la giornata sono impegnate nel proprio lavoro e che la sera, anche con un po' di stanchezza addosso, si incontrano per mettere in scena delle opere interessanti e dense di cultura e contenuti. Ricordo le sue critiche negative, che a volte ci sembravano eccessive, ma che permettevano a tutti noi di dare il nostro meglio, di impegnarci senza troppe distrazioni e di lasciare soltanto al termine delle prove i momenti di relax e di ilarità. Non è difficile riconoscere in Lui quel regista garante dell'organicità dello spettacolo e di quel lodevole lavoro mirato a fare in modo che ogni sua parte (recitazione, scenografia, musica, luci, audio…) partecipi alla creazione di un organismo che vive. È percepibile la sua fibrillazione soprattutto nei giorni che precedono il debutto e durante la "prima":tutto deve essere perfetto! Altrettanto visibile è il suo entusiasmo, quando "si chiude il sipario", quando ha portato a termine la sua opera, quando ha la certezza che le ore impegnate tra suggerimenti e preziose indicazioni, ai suoi interpreti e collaboratori tecnici, siano proficuamente servite a realizzare dignitosamente un bel lavoro, riscuotendo il plauso del pubblico.
Infatti, l'immagine che mi rimane maggiormente impressa nei ricordi è la gioia di Peppuccio che esplodeva quando veniva acclamato sul palcoscenico da attori e pubblico al termine dello spettacolo e riceveva, con le mani strette ai suoi colleghi, il suo applauso, che ricompensava tutte le fatiche delle prove e le tensioni che si vivevano dietro le quinte ed in un attimo il suo volto si rasserenava ed era un trionfo per tutti…
(Sabrina Nieddu, attrice)
|