SALVATORE MULE':
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FANTASIE PITTORICHE DI SALVATORE MULE'
Salvatore Mule è un ex-insegnante di educazione fisica che vive a Trapani (in zona Fontanelle), in una casa tappezzata di quadri, quasi tutti di sua mano.
Dopo il suo pensionamento (per circostanze speciali ancora in età giovanile), ha infatti riesumato la sua sensibilità e passione estetica, già coltivate ai tempi del liceo nei raffinati "disegni architettonici", di cui conserva, ad esempio uno splendido "Capitello corinzio" di sorprendente eleganza di linee e chiaroscuri.
Dalla fine all'incirca degli anni ottanta ha realizzato, così, oltre un centinaio di quadri di vario contenuto (paesaggi, animali, fiori nature morte, figure tipiche, cortili ericini, etc…), con varie forme ed espressioni disegnative e cromatiche, anche con l'aiuto, non di rado di un più esperto amico professionista.
Ma vi fu un certo periodo, tra il '90 e il '95 circa, in cui Mulè, per particolari quanto insondabili "momenti" della sua psiche, realizzò alcune espressioni, conseguenti a particolari scelte tematiche, eminentemente fantastiche ed originali, che dovettero essergli assai gratificanti, così come sono, per noi, almeno esteticamente, quanto meno, interessanti.
Si tratta, per alcune scelte nel concreto, di una "Fantasia di stelle" del 1993, oggi accolta dal Museo diocesano di arte contemporanea (DiArt), di una più naturalistica veduta di "Stelle cadenti", di una "Fantasia di colori", forse anche consciamente memore ed imitativa di Mondrian; di una "Fantasia di coriandoli" e di altre che qui tralasciamo. Ma vi sono due quadretti, uno complementare dell'altro che davvero non possiamo tralasciare, tanto sono intricanti.
L'autore li definisce entrambi "L'Obelisco", ma potrebbero anche chiamarsi "Fantasia onirica" o in altro modo. Una delle due versioni è, a mio avviso, la più essenziale e, seppur misteriosamente, espressiva; una semplice linea retta verticale, ad inchiostro di china, che ne colpisce un'altra, al centro della sua forma curva e tesa come corda d'arco.
L'altra versione mostra chiaramente la stessa matrice, ma appesantita - in un acquarello di forte cromatismo - da integrazioni varie, la falce di luna in alto, una corona di stelle attorno etc.; ma, soprattutto, dalla trasformazione della linea verticale in un cippo triangolare e della linea curva in una ben più corposa falce di luna, tutto di un acceso rosso-arancione. Forme, in entrambi i casi che Salvatore spiega come intraviste in sogno quali simboli riassuntivi di un vero e proprio messaggio divino per l'umanità del 2000: un messaggio di ricordo dell'alleanza di Dio con gli uomini… troppo spesso da questi dimenticato. E la critica figurativa, a questo punto, non ha più senso. Ma Salvatore Mule ha dipinto, come accennavamo, anche tant'altro, meritevole di un diverso interesse, anche su piani più naturalistici ed accessibili, di cui parlare, eventualmente, in altra occasione.
Vincenzo Scuderi
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