FRANCO MINEO:
Nasce a Trapani il 4 ottobre del 1936
Dal nonno Francesco, scultore di angeli e capitelli, eredita l'amore per il bello e per l'arte, ma ad affascinarlo è lo zio Domenico, pittore. E' da lui che il piccolo Francesco apprende la passione per la pittura. Da quelle mani in un modo quasi magico vede crescere forme e colori, e come si compie il piccolo miracolo per cui immagini statiche e consuete possano acquisire anima e movimento una volta trasferite sulla tela.
1950
Frequenta il Liceo scientifico "Fardella" di Trapani. A quel corso scolastico glielo ha iscritto il padre, funzionario del Catasto, il quale progetta per lui un futuro di architetto. Ma Franco è un giovane aitante e forte e trova più congeniale il mondo del calcio, ed essendo bravo viene ingaggiato da una squadra siciliana per disputare i Campionati regionali. Quando va a prestare servizio di leva in Aeronautica viene selezionato per fare parte della nazionale militare di calcio.
1960/70
Conseguita la maturità scientifica si rende conto che ha bisogno di confrontarsi con realtà sociali e culturali più avanzate e si trasferisce a Milano. Lì rimane per alcuni anni, e per mantenersi fa l'assicuratore. In lui comincia a prendere corpo la passione per la pittura che si accresce davanti ai tanti stimoli e altrettante provocazioni che la grande città offre. Per coltivare la sua passione e apprendere tecniche pittoriche e storia dell'arte frequenta corsi di Decorazione e di Arredamento che gli consentono di avere contatti con i responsabili di alcune aziende del settore dell'arredamento e del mobile. E' il suo innato senso della concretezza che lo richiama alla pratica. Abbandona il settore delle Assicurazioni e sceglie di iniziare l'attività di Agente di commercio. L'intera Sicilia gli viene assegnata come raggio della sua azione.
1986
Lascia la Lombardia e si trasferisce in Toscana. Non gli basta il commercio che pure gli consente di esercitare un dialogo fitto di conoscenze, di comunicazione di pensieri e che lo arricchisce molto. E poiché non mette limiti all'apprendimento e alla sperimentazione, ottiene che gli venga affidata la cura della decorazione e della modellistica dei mobili laccati nei laboratori degli intraprendenti maestri toscani. Ma non dimentica mai la sua antica passione per la pittura. Così si propone come pittore e riceve commissioni sia da privati, sia da aziende commerciali che hanno una propria rete di distribuzione in campo nazionale. Mineo si rende conto che su quel fronte lui comincia a farsi strada. In modo inconfessato nasce in lui l'idea di dedicarsi più concretamente alla pittura. Legge pubblicazioni di Arte, frequenta e visita mostre; parla e dialoga con i Maestri.
1990
Rientra in Sicilia, e si ristabilisce a Trapani, ma avverte la necessità di sistemare nella sua mente paesaggi, esperienze artistiche, avventure, rischi, intraprendenze, personaggi, riflessioni e li va a decantare nell'Isola di Favignana (nell'Arcipelago delle Egadi). Qui inizia il suo lungo, intenso, travagliato dialogo con il mare. Ne osserva le pieghe e gli umori più reconditi, la staticità di certe giornate estive, con le acque chete e di forti blu, e tante altre giornate di minaccia e di violenza. Lui incamera, registra tutto nella sua mente. Quel mare non gli mette paura, non lo teme; in sé avverte l'impeto delle pulsioni, lui uomo alto, grande e possente che nel dialogo con gli altri cala anche la sua aria di Mangiafuoco dalla voce timbrica e tuonante. Trascorre lunghe mattinate in mezzo al mare cominciate quasi all'alba e portate avanti con lo scrupolo di volere scrutare come si evolvono i venti, le nuvole e le onde che vanno tutti digradando dai blu profondi e assoluti degli abissi ai violenti tramonti di scirocco che incendiano l'orizzonte e fanno seccare la gola fino a sentirla scartavetrata senza potere deglutire. Affronta interminabili pescate stando a largo, da solo, su una lancella di legno e attendendo che dall'altra parte del filo uno strappo annunci una vitalità invisibile, impalpabile eppure vera; fortemente vera. E poi gli umori degli uomini. Uomini e isolani e pescatori, che alla voce si scambiavano informazioni sulla pesca tra piccole furberie e una sottile e arguta ironia; quando non è sarcasmo. Uomini con tre prerogative che già ognuna di suo ha un senso compiuto e definito. Silenzi e solitudine con rade amicizie coltivate con spontaneità perché vissute nel più assoluto anonimato e proprio per questo affascinanti. Chi cercasse di spiegarsi i blu cobalto del suo mare, il rosso del fuoco vulcanico delle montagne siciliane, ma anche le vampate improvvise di giallo dorato e di rosso (commisti l'uno all'altro con sapienti colpi di spatola) delle sue nuvole al tramonto, ora comprenderà da dove li ha espiantati per trasferirli definitivamente sulle tele. I rossi sono gli incendi degli orizzonti dello Scirocco, ma anche il sangue versato dai tonni durante le mattanze nell'ultima fiera resistenza per restare nella loro dignità di guerrieri e in vita. Si fa così interprete poeticamente di una natura ancora selvaggia, dove coesistono messaggi d’amore e di morte: tutto superbamente interpretato attraverso una fusione tra colore, materia, luce e da pennellate gestuali e vibranti. Lo spessore pittorico di questi dipinti, ritenuto geniale dai riconoscimenti espressi dalla critica colta nazionale, gli confermano la consapevolezza della validità delle sue opere. Iniziò così il suo viaggio itinerante nelle gallerie d’arte nazionali e internazionali.
Di questo è stato composto il lungo periodo che ha preceduto la dedicazione totale e instancabile alla produzione pittorica di ispirazione impressionista.
E' il tempo del travaglio quando Mineo coniuga i paesaggi dell'Arcipelago, i colori della Terraferma Sicilia - che comunque è sempre Isola- e i pensieri che da momenti vissuti si fanno opinioni e da qui l'ultimo passaggio in opera pittorica compiuta. Ora avanza il tempo della scomposizione dell'anima, dell'analisi e della immediata esigenza di sintesi.
Queste ultime tele sono l'estasi che adesso l’artista insegue nel dettaglio e nella minuta rappresentazione degli atomi che formano la molecola primaria del lievito del suo universo-mondo pittorico, che poi è il suo pensiero, che sono i suoi colori, che poi sono le sue scroscianti e vibranti risate di salutare vitalità. Io ti vedo così, dopo tanto conversare con te, dopo averti osservato nei tuoi lunghi momenti di meditazione.
Enzo Tartamella
Il sito curato da Franco Mineo: www.francomineo.it
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