CUSUMANO MARCHESE:
Quel «disertore» in grigioverde
Storico comandante dei vigili urbani di Salemi e valoroso portiere giallorosso.
Chi appartiene a generazioni un po’ meno recenti non può certo non averlo conosciuto. Sono passati trentacinque anni dalla sua morte ma in molti resta vivo il suo ricordo. Cusumano Marchese, lo storico comandante dei vigili urbani di Salemi, era una persona molto affabile, sempre disponibile verso gli altri, nonché dotato d’un grande senso di umanità.
Era molto coscienzioso nella vita e sul lavoro che cercava di condurre con il massimo del decoro.
Durante l’ultimo conflitto mondiale, prestava servizio a Marsala, proprio mentre i bombardamenti americani si andavano man mano intensificando, e lo sbandamento generale delle truppe lo portarono a trovare rifugio nei campi, scoprendosi poi disertore, avendo perduto i contatti con i commilitoni. Per rientrare a casa usò i vestiti di uno spaventapasseri trovato nel feudo di Rampingallo, abbandonando la divisa grigioverde.
Rientrato a casa, poco tempo dopo fu preso prigioniero e spedito lontano, assieme al compaesano Vito Crimi, poi per lunghi anni segretario comunale di Salemi.
’U cumannanti, appellativo che aveva preso il posto del suo nome, teneva molto al rispetto della persona e alla puntualità dei dipendenti, al loro aspetto e al loro modo di comportarsi in caserma: rasentava la pignoleria, quando controllava mani e unghie dei suoi allievi, che pretendeva fossero pulite e ben tagliate. Ma con tutto il personale stabiliva alla fine un rapporto di amicizia, talora di autentica fratellanza.
Apprezzava molto i cartoni animati americani su cui posava lo sguardo dopo le sue solite giornate di lavoro, circondato dall’affetto dei figli che amava tantissimo, anche se quest’amore spesso si manifestava con una severità talora eccessiva: pretendeva da loro un comportamento esemplare sia nello studio sia nella vita di tutti i giorni, magari superiore a quello che si aspettava dai dipendenti.
Amava il gioco del calcio e fu grazie a questa passione, fortemente condivisa da altri suoi coetanei, che si creò la squadra del Salemi.
Cusumano Marchese si distingueva anche in quell’ambito come il migliore del girone. Per anni portiere titolare, fu protagonista di epiche imprese e di memorabili incontri. Sempre in forma e prestante, il comandante, fra un’uscita a gamba tesa e l’altra, ebbe un momento di défaillance nella partita giocata a Sciacca. Giunti sul luogo i giocatori pensarono bene di fare un bel pranzo al ristorante e forse a causa del vino bevuto, Cusumano incappò in una giornata nera incassando due banalissime reti, e suo malgrado, fu ritenuto tra i responsabili della sconfitta della squadra. Negli anni successivi il Salemi raggiunse la vetta della classifica, ma già allora fra i pali era stato scelto quale titolare Vincenzino Culicchia. Egli umilmente continuò l’attività sportiva anche nel ruolo di riserva, come secondo guardiapali.
Sul lavoro era costantemente impegnato a svolgere nel modo migliore il suo compito, cosa cha faceva con la massima serietà, occupandosi anche di problemi sindacali, ma non erano rari i momenti dedicati a scherzi e burle a spese di colleghi e amministratori, e fra lui, il ragioniere Orlando e l’avvocato Lo Presti era una gara a chi ne creasse di più esilaranti.
Era disponibile verso tutti e sempre pronto a dare il suo aiuto: chi lo conobbe lo ricorda con affetto, rammaricandosi per la sua prematura scomparsa.
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