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ALBERTO GRAMMATICO

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ALBERTO GRAMMATICO:

Nasce a Buseto Palizzolo (TP) il 2/10/1924

Da Buseto Palizzolo, luogo di nascita, si trasferisce ancora bambino a Valderice, in casa di uno zio - appassionato del mandolino -, dal quale apprende la pratica dello strumento musicale. Durante la guerra incomincia lo studio della musica e segue privatamente le lezioni di un insegnante di violino, sfollato a Buseto Palizzolo. Dopo aver imparato il mestiere, apre a Valderice un "Salone" da barbiere che diventa una sorta di cenacolo per suonatori di strumenti a corda. Da solista, o assieme ad altri suonatori, si esibisce tuttora nell'area trapanese in incontri, eventi e feste private, quando viene richiesto. Ha in repertorio centinaia di brani - noti e meno noti - della tradizione musicale italiana.
 
 
Video da Youtube
 
 
Per approfondire
"Valderice 2007 Scuola e territorio", SMS "G. Mazzini" Valderice  
 
Da una intervista di Alma Passarelli Pula pubblicata sulla rivista "Monitor", 14/11/ 2014, Trapani
Le serenate di "ZU BETTO" Dalla località collinare di Sant'Andrea di Bonagia, in un tiepido pomeriggio autunnale, su un belvedere dal quale si vede Monte Cofano, trovo ad aspettarmi un piccolo signore dall'aspetto elegante, capelli bianchi argento, scarpe lucide. Fa pensare ad un folletto delle fiabe, uno di quelli che si introduce di nascosto, la notte, nelle case, per portare doni in abbondanza alle famiglie.
Nella stanza dove trascorre la maggior parte della giornata, un ambiente semplice che riporta ad altri tempi, c'è il regno della musica e del mandolino, dove, "zu Betto"prova, sperimenta e si prepara per serate ed eventi. Diversi mandolini posati sulle sedie, sul letto; un amplificatore piccino che utilizza quando suona in piedi girando per i tavoli, e spartiti, scritti con una precisione tale da sembrare stampati. Polke, mazurche, tanghi, canzoni napoletane ma anche motivi classici su un leggio accanto alla finestra. Alberto Grammatico, novantenne, conosciuto da tutti come "zu Betto", ricerca canzoni antiche del '900, ma riesce anche con grande maestria, a suonare motivi moderni, purchè gli siano graditi. Inizia a suonare lo strumento da piccolissimo grazie ad uno zio che glielo mette nelle mani e gli insegna e gli offre i primi rudimenti. Durante la guerra viene sfollato insieme alla famiglia da Valderice a Buseto Palizzolo , dove è nato, e prende anche lezioni di violino.
Ma la sua passione è il mandolino, così continua a dedicarsi al suo studio fino ad oggi, tralasciando lo strumento solo in momenti particolarmente dolorosi della propria vita. Durante la guerra, con il trillo del mandolino, regalava felicità, voglia di ballare e di vivere, suonava per anniversari e feste. E poi le serenate su richiesta, per convincere la donna amata con dolci liriche d'amore dedicate. Dopo la mezzanotte, sotto la finestra, al timbro dolce del mandolino e di altri strumenti, aspettava l'amato che la ragazza si affacciasse, come segno di assenso. A volte quando l'amore era ricambiato, la finestra si apriva e la famiglia, invitava tutti a in casa offrendo biscotti e rosolio; altre volte, la finestra rimaneva chiusa, e bisognava confortare, l'innamorato sconsolato.
Ma le complicazioni nascevano quando il padre della ragazza mal vedeva l'unione con "lo scellerato", o nel palazzo mal sopportavano il disturbo notturno e quindi invece di essere acclamati venivano innaffiati o arrivava la polizia. Ma "zu Betto" che ha fatto di mestiere il barbiere, per anni, a Valderice, deliziava con la sua musica, anche gli abitanti del paese. Nel suo negozio, tra una pausa e l'altra, prendeva il mandolino e suonava; i clienti, quando arrivavano, calamitati, si fermavano ad ascoltare. Un'altra visione del tempo che ha permesso a "zu Betto" di vivere una vita felice; grazie allo strumento, infatti, ha avuto modo di viaggiare e vedere paesi esteri. Quando suona dimentica tutto ed entra in una dimensione fatta di vibrazioni e timbri dolci, allegri ma anche tristi, tiene il plettro tra le dita, leggermente, così da far perdere al suono la sua asprezza e le corde sono accarezzate. Predilige le canzoni napoletane e i riconoscimenti più belli li ottiene dagli stranieri, a San Vito Lo Capo, durante il Cus cus fest, dove suona ogni anno, quando ragazze giovani dei paesi nordici gli chiedono di suonare "Rosamunda" o qualcuno che gli fa delle foto e gliele fa avere a fine serata, in una busta chiusa, scrivendogli messaggi di stima.
E' felice, onorato, perché molti apprezzano quello che fa e ancore viene richiesto per la particolarità del suo strumento musicale. Per i suoi novantanni, i suoi amici musicisti gli hanno organizzato una festa a sorpresa con la presenza anche del sindaco e di giornalisti.
"Zu Betto" suona per me, io e lui nel regno fatato dei mandolini ma prima di congedarmi vuole ancora farmi un dono, così legge ad alta voce una poesia di Trilussa che ama tanto "il pappagallo". Ascolto incantata questo piccolo poeta della vita e vado via con il cuore pieno di sole.  
 


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Questa scheda è stata realizzata da Giovanni A. Barraco con il contributo di Alma Passarelli Pula.

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