ANGELO GALATI (ANGELINO):
Nasce a ___________
Muore a Trapani il 21 Gennaio 2015
Se la storia minima delle città passasse anche attraverso i sapori e le gioie della tavola, Angelino Galati entrerebbe di diritto in quella di Trapani. E' arrivato qui da Palermo quando aveva appena 18 anni per impiantare una rosticceria. Aveva cominciato a lavorare a dieci anni, subito dopo la morte del padre.
A chiamarlo a Trapani è stato quell'imprenditore lungimirante che fu Occhipinti, il più qualificato e raffinato droghiere degli Anni Cinquanta.
Quel tipo di cucina faceva tanta tendenza a Palermo, da sempre città del cibo di strada, di gusto spartano, piccante e soprattutto fritto-e-rifritto della Sicilia araba. I Dagnino (con pochi altri) avevano nobilitato quel gusto facendolo entrare nei locali tutto luci e specchi frequentati da persone eleganti e del buon vestire, ma pronti a mettere in bocca il sapore esclusivo, inimitabile di quelle fritture.
Ancora con le macerie a vista -e figurativamente quasi fumanti- e qualche quartiere ancora senza luce elettrica, nelle grandi strade e nelle piazze alberate di Palermo furono aperte rosticcerie e gastronomie.
Occhipinti ne voleva una a Trapani, e nel Centro storico. Quel ragazzo un po' guascone e pronto nella conversazione, con le mani veloci al bancone e buon intrattenitore dei clienti incontrato da Dagnino lo interessò a prima vista. Scattò la proposta: Vuoi venire a lavorare per me a Trapani? La risposta fu Sì, senza starci troppo a pensare su.
Ritagliando un largo spazio (almeno un trenta per cento) dell'intero locale, un ampio angolo (entrando a sinistra delle porte-vetrate di Via Torrearsa) fu adibito a quel tipo di clientela.
Non fu un successo, fu un trionfo.
Iris e rizzuole (con carne e con ricotta), arancine con carne, timballi di anelletti con tritato di manzo e sugo di pomodoro riempivano i vassoi, ma c'era anche chi "consumava" sul posto: fu un' irruzione nel formalismo cittadino. Una abitudine che coinvolse soprattutto gli studenti, ai quali il protocollo alimentare della famiglia aveva imposto di mangiare quasi esclusivamente a casa propria. Un'altra libertà e una violazione delle regole che, però, fu presto accordata.
Durò dieci anni, poi Angelino ritornò a Palermo, ma qualche anno dopo ritornò a Trapani. Si rivolse al suo vecchio principale per essere aiutato e lui non lo deluse. Gli mise a disposizione un locale di sua proprietà in via Badia Nuova, praticamente a trenta metri dal negozio di Occhipinti, diventando di fatto suo concorrente. Poi passò in via delle Arti e da qui in via Ammiraglio Staiti, in area porto, con il salutare contatto di gusto e chiacchiere con i turisti e i viaggiatori di passaggio. Si è internazionalizzato.
Non ha cessato mai di lavorare.
Ha continuato a dare sempre un'occhiata alla sua gastronomia dove frattanto i suoi quattro figli hanno accettato il passaggio generazionale: Giampiero, Giuseppe, Gioacchino e Antonella.
Si è spento a 82 anni.
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