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PADRE GASPARE FAVARA SJ

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PADRE GASPARE FAVARA SJ:

Nasce il 10 novembre 1910 a Salemi (Trapani)

Gaspare Favara, già carico di anni, ma giovanissimo nello spirito, è nato a Salemi (TP) il 10 Novembre 1910. Ordinato sacerdote nel 1933, l’anno seguente è entrato nell’ordine dei Gesuiti. È laureato in teologia dogmatica nell’Università Gregoriana a Roma e dal 1942 al 1959 ha insegnato Teologia Fondamentale nell’Istituto Filosofico-Teologico IGNATIANUM di Messina, collaborando nel frattempo alle riviste La Civiltà Cattolica, Divus Thomas e Palestra del Clero. È stato parroco prima a Siracusa e poi a Ragusa fino al 1987 dove è rimasto finora cioè vicario parrocchiale, applicandosi anche per diversi anni in trasmissioni di programmi religiosi giornalieri e mensili dalla locale Radio Antenna Ave Maria.

Tratto dal sito: Editrice Sion



Un secolo di vita e 77 anni di presbiterato. E’ il ragguardevole traguardo raggiunto da padre Gaspare Favara il 10 novembre scorso. Nella chiesa del Sacro Cuore dei padri Gesuiti di Ragusa, stracolma di fedeli giunti da diverse parti della Sicilia, tanti i parenti, gli amici e gli ex parrocchiani che hanno voluto essere vicini all’uomo di Dio che ha svolto con entusiasmo e fede il suo apostolato per un periodo così lungo. Alla presenza del vescovo di Ragusa monsignor Paolo Urso e del superiore dei Gesuiti padre Francesco Lupo, padre Favara, di origini salemitane, ha concelebrato con gli altri presbiteri una solenne liturgia eucaristica di ringraziamento.
Il comune di Salemi ha consegnato al festeggiato, tramite il vice segretario Antonino Palermo, una targa ricordo e una breve genealogia della sua famiglia. Anche il preposto generale dell’Ordine Gesuitico padre Adolfo Nicolàs ha inviato una lettera di felicitazioni. Padre Favara è nato a Salemi nel 1910.
Entrato nel Seminario di Mazara del Vallo il 23 dicembre 1933 ha ricevuto il sacro ordine del presbiterato da monsignor Salvatore Ballo Guercio. Nel settembre del 1934 dopo aver chiesto a padre Japhet Stanislao Jollain di entrare nell’ordine Gesuitico, ha iniziato il noviziato a Bagheria. Da quel momento il motto della Compagnia di Gesù «Ad Maiorem Dei Gloriam» è diventato la formula di vita della sua missione religiosa. A Roma ha conseguito la laurea in Teologia Dommatica all’Università Gregoriana e dal 1942 al 1959 ha insegnato Teologia Fondamentale all’Istituto Filosofico Teologico Ignatianum di Messina. Ha svolto il suo apostolato in varie città: Agrigento, Caltanissetta, Siracusa e fino al 1987 a Ragusa come parroco. Là è rimasto fino ad oggi in qualità di vicario parrocchiale.
Negli anni ha dato alle stampe diverse pubblicazioni: nel 2003 il libro «Il Mistero del Cristo» e nel 2006 «La Chiesa: Istituzione, Mistero, Miracolo» edito da Sion e ha collaborato nel frattempo con le trasmissioni religiose di Radio Antenna Maria di Ragusa. Il 10 novembre ha divulgato la sua ultima opera dal titolo «Identità dell’uomo e del Cristiano».

Liugi Caradonna Favara



Padre Gaspare è nato a Salemi il 10 novembre 1910 ed il 10 novembre scorso ha festeggiato cento anni. Ordinato sacerdote, nel lontano 1933, è entrato nell’0rdine dei Gesuiti e si è laureato in Teologia dogmatica all’Università Gregoriana di Roma.
Dal ’42 al ’59 ha insegnato Teologia a Messina. Ha collaborato a varie riviste Cattoliche. È stato parroco a Siracusa e poi, a Ragusa. Secondo di due fratelli che hanno abbracciato entrambi il sacerdozio.
Piccoletto e smilzo nella figura ma di grande statura morale, una grande umiltà messa a servizio del prossimo in questa sua vita longeva che ha visto varie guerre e crisi d’ogni tipo. E’ rimasto legato al suo paese, a parenti e amici che chiama regolarmente al telefono per avere loro notizie. A ottant’anni ha imparato ad usare il computer ed ha scritto il suo primo libro dal titolo il “MISTERO del CRISTO” seguito poi da un altro dal titolo “LA CHIESA, Istituzione, mistero, miracolo” e adesso per festeggiare i suoi cento anni d’amore in Cristo, ha scritto e ne ha fatto omaggio ai presenti, un libretto dal titolo “L’Uomo questo sconosciuto”, col quale esorta gli uomini a guardarsi dentro, a cercare Dio dentro di se.
Questo suo continuo donarsi agli altri in ogni modo possibile, attraverso Cristo, rende Padre Gaspare modello di vita non solo per chi intraprende un cammino religioso che porta a prendere i voti, ma anche per tutti i cattolici.

Rosanna Sanfilippo



Dal sito: www.colombo.ion.it/seccagrande/lavia

PADRE GASPARE FAVARA SJ
99° ANNO DI ETA’ 75° ANNO DI SACERDOZIO
CI MANDA UN MESSAGGIO: FACCIAMO BELLA LA VITA!

Carissimo Direttore,
comunico anche a Lei la lieta notizia del 75° anno della mia ordinazione Sacerdotale. Se lo crede opportuno, a gloria di Dio, ne dia notizia ai cari lettori de La Via. Chiedo a tutti di ringraziare con me il Signore e chiedergli la grazia per finire bene i miei giorni. E se lo crede, può pubblicare questo mio messaggio. Ecco.
1) Facciamo bella la nostra vita! Essa è come un pellegrinaggio verso la Casa del Padre Celeste. “Ogni giorno di questo pellegrinaggio è come un dono sempre nuovo dell’amore di Dio per noi ed un pegno della vita immortale, poiché possediamo fin da ora le primizie del suo Spirito che ha risuscitato Gesù Cristo dai morti, e viviamo nell’attesa che si compia la beata speranza nella Pasqua eterna del suo Regno” (dal Messale).
2) Facciamo bella la vita! In ogni nuovo giorno che spunta il Signore ci offre la possibilità di una nuova esperienza di vita e di bene (una rinascita); e se abbiamo sbagliato in passato, possiamo profittare di rimediare nel tempo che ci resta, come fece sant’Agostino dopo la sua conversione: “Tardi - scrisse - tardi ti ho conosciuto Bellezza Infinita. Tardi ho cominciato ad amarti: che almeno nel po’ di tempo che mi resta ti abbia ad amare con tutto il cuore” (dalle «Confessioni»).
3) Facciamo bella la nostra vita! Non perdiamo tempo! Come faremo? Ecco. In tutto quello che facciamo, anche nelle azioni più semplici, mettiamo l’amore di Dio, l’intenzione di piacere a Lui (l’intenzione è l’anima dell’azione). Allora la vita diventerà tutta amore di Dio, tutta bella e luminosa, più facile e soave. L’amore è come lo zucchero che addolcisce tutto e rende dolci anche le cose amare. Provate e vedrete.
4) Facciamo bella la nostra vita! Alcuni dicono: “Com’è brutta la vita!”. Ma non è così. La vita è come la facciamo noi: è bella se la facciamo bella, è brutta se la facciamo brutta. E ciò dipende dalle circostanze o situazioni belle o brutte in cui possiamo trovarci, poiché in circostanze belle tanti fanno brutta la loro vita, come quando nel benessere e non mancando di nulla vivono nel disordine morale: litigano, odiano, abbandonano moglie o marito e i figli... mentre invece molti altri, in circostanze brutte riescono a fare bella e gloriosa la loro vita, reagendo al male con umiltà, pazienza e amore e vincendo il male col bene, fino a perdonare, amare e beneficare i nemici. Sono i Santi che la Chiesa ci propone di giorno in giorno come nostri modelli. Erano uomini come noi fragili e deboli, hanno sofferto fino all’inverosimile, ma con l’amore che tutto vince hanno superato ogni difficoltà, hanno reso bella la loro vita.
5) Molti sciupano la loro vita, la fanno brutta vivendo in peccato. Per questo a Siracusa la Madonna ha pianto. Non facciamo piangere la nostra Mamma, se mai facciamola piangere di gioia, lavorando e faticando per essere santi!
6) Raccomando: fare bene e sempre la preghiera del mattino e della sera; andare a Messa fedelmente in tutti i giorni festivi; confessarsi spesso. Chi fa bene queste tre cose, farà bene tutto il resto, si manterrà in grazia di Dio, sarà sempre pronto a fare la Santa Comunione e ad andare in Paradiso: “Siate sempre preparati!», dice il Signore Gesù (Mt 24,44).

Padre Gaspare Favara S.J.
Ragusa


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Questa scheda è tratta: dal sito: editrice Sion - presentazione di: Liugi Caradonna Favara
- presentazione di Rosanna Sanfilippo pubblicata sul periodico mensile Epucanostra (dicembre 2010)

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