GIOVAN BATTISTA FARDELLA MARCHESE DI TORREARSA:
Nasce a Trapani il 29 luglio 1762
Muore a Napoli il 6 novembre 1836
(Testo tratto da un articolo a firma di Sara Luppino dal giornale IL FARO anno XI n. 10 pubblicato a Trapani in data Mercoledì, 5 marzo 1969)
Il generale G.B, Fardella, discendente da una illustre famiglia patrizia trapanese, nacque il 29 luglio 1762 a Trapani, dal Marchese Vincenzo di Torrearsa e da Dorotea Fardella. Si distinse fin da ragazzo per la sua dirittura morale, per le sue notevoli qualità militari ed intellettuali, nonché per il suo nobile sentimento patriottico.
Compì i suoi studi più formativi a Napoli, in un ottimo collegio dal quale uscì tenente di cavalleria, all'età di diciotto anni. Per la vastità del suo ingegno e per i suoi meriti militari giunse, ancora giovane, ai più alti gradi dell'esercito e si distinse in molti importanti avvenimenti che interessarono la vita del suo
paese, in un periodo di particolare importanza storica.
Fin dal 1794 fu in Lombardia con gli eserciti dei confederati, per opporsi all'invasione degli eserciti della Repubblica Francese. Nel 1796, durante la Napoleonica Campagna d'Italia, il nostro concittadino combatté eroicamente a Fombio e a Codogno e successivamente nella terribile battaglia del ponte di Lodi sull'Adda. Partecipò con il Principe Hassia Philipstal, alla campagna del 1798 e nello stesso anno, sotto il comando del conte Ruggiero di Damas, si fece notare nella ritirata di Orbetello.
Nel 1800 fu anche comandante della spedizione contro Malta dove si distinse per il suo consueto valore, dando un valido contributo alla presa della città La Valletta.
Un generale Inglese, infatti, avendo conosciuto le sue eccezionali qualità, lo invitò ad assumere un posto di comando negli eserciti di S.M. Britannica, offerta che egli respinse.
Nel 1815, mentre andava tramontando il grande Napoleone, il Fardella si trasferì a Napoli dove fece parte di quel Supremo Consiglio di Guerra. Durante i moti del 1820, l'illustre trapanese, il quale era ostile allo spirito rivoluzionario, si prodigò per calmare gli animi che in quel periodo erano in grande fermento.
Nel 1829 fu scelto quale Segretario di Stato e Ministro per la Guerra e Marina e nell'esercito dì sì alto compito si rivelò ottimo organizzatore ed acuto interprete delle esigenze militari e politiche del suo tempo: rese più efficienti le amministrazioni militari ed organizzò di nuovo e in modo più funzionale gli ospedali dell'armata. Inoltre ripristinò l'ufficio topografico di Napoli e le scuole di pilotaggio ed istituì una pubblica scuola per le fanciulle, alla quale più tardi, fu applicato il sistema di Lancaster.
I suoi alti incarichi che gli procurarono onerose responsabilità e le fatiche della guerra non affievolirono l'amore per la sua bella e diletta Trapani che egli cercò di rendere culturalmente più dotata ed interessante.
Cultore appassionato di memorie cittadine, fondò e arricchì di pregevolissimi volumi la biblioteca Fardelliana che, recentemente, dopo due anni di lavori di restauro e di ampliamento è stata solennemente inaugurata e riaperta agli studiosi.
Il Fardella istituì anche la nostra pinacoteca, alla quale donò molti quadri di sommo valore artistico. Fu anche dotto scrittore e pubblicò, infatti, varie opere di argomento militare, una delle quali, in tre volumi, in lingua francese: "Ordonnance sur l'exercise et les evolutions de la cavalerie". Interessantissima anche la relazione politico - militare sull'isola di Malta.
Scoppiata a Napoli una terribile epidemia di colera il Fardella, la cui casa era ubicata in uno dei quartieri in cui il morbo era più diffuso, fu colpito dal terribile male. Non ci sono dei documenti che ci consentano di conoscere l'ultimo periodo della sua vita, ma è assolutamente certo che egli non abbandonò la sua missione.
Infatti, due giorni prima della sua morte, nei protocolli della Segreteria del Re, si trova la firma del Fardella. La notizia della sua morte fu resa nota soltanto nove giorni dopo, sul "Giornale del Regno delle due Sicilie". Si spense serenamente il 6 novembre 1836, lasciando numerosissime testimonianze del suo valore e della sua squisita nobiltà d'animo.
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